E'
questa la felicita' che l'uomo cerca? Certo,
spesso anche senza saperlo, ed è questa la beatitudine perfetta
di cui Cristo ha parlato, dicendo:
“Beati i poveri in spirito, perché di
loro è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno
consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati gli
affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. Beati
i misericordiosi, perché otterranno misericordia. Beati i puri
di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché
saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia,
perché di loro è il regno dei cieli. Beati voi quando v’insultano,
vi perseguitano e, mentendo, dicono ogni sorta di male contro di voi per
causa mia”.
Queste parole Cristo consegnò, salito sul monte, e le concluse
dicendo:
“Rallegratevi ed esultate, perché grande
è la vostra ricompensa nei cieli: così, infatti, hanno perseguitato
i profeti prima di voi. Voi siete il sale della terra!”. (Mt 5,
3-13)
Perche'
Cristo e' salito sul monte?
Egli
aveva dettato l’antica Legge sul monte, di mezzo a fuoco, tenebra,
oscurità, tempesta, voce grande, e nessuno del popolo osava avvicinarsi
al monte. Tornato sul monte, il Signore detta la nuova Legge mentre il
popolo gli si affolla attorno. Come il Signore passeggiava con Adamo,
nell‘Eden, ora Cristo è con noi, nella sua Chiesa, cammina
con noi e ci insegna a rivolgerci a Dio chiamandolo Padre:
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta a tua volontà, come in
cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti
a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non
ci indurre in tentazione, ma liberaci dal maligno. Poiché tuo è
il Regno, la Potenza e la Gloria: del Padre, del Figlio e del Santo Spirito,
ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
E c’è di più. L’antica Legge era stata sigillata
con la macellazione d’un gran numero di vitellini:
Destatosi Mosè di buon mattino… mandò i più
giovani tra i figli d’Israele, e offrirono olocausti e sacrificarono,
come sacrificio di salvezza a Dio, dei vitellini. Mosè, presa la
metà del sangue, lo versò in boccali e la metà del
sangue sparse sull’altare… preso il sangue, asperse il popolo
e disse: “Ecco il sangue dell’alleanza”. (Es 24, 4-8)
Cristo Gesù è l’Agnello che – nella festa di
Pasàq - ha sparso volontariamente il suo sangue, per suggellare
nel suo sangue la nuova alleanza.
Lo Spirito Santo ha voluto mostrare che non era ancora aperta la via al
santuario, finché rimaneva la prima tenda… Cristo invece,
giunto come Gran sacerdote dei beni futuri, per una tenda più grande
e più perfetta - non manufatta, cioè non di questa creazione
- non mediante sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio
sangue entrò nel santuario una volta per tutte, ottenendo un riscatto
eterno. Infatti, se il sangue di capri e di tori e la cenere di vacca,
aspersa sui contaminati li santifica, purificandoli nella carne, quanto
più il sangue di Cristo – che, mosso da Spirito eterno, offrì
se stesso senza macchia a Dio – purificherà la vostra coscienza
dalle opere morte per servire al Dio vivo! Perciò egli è
mediatore di un’alleanza nuova, affinché, essendo intervenuta
la morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza,
i chiamati ricevano l’eredità eterna promessa. Dove vi è
un testamento, è necessario sia denunziata la morte del testatore:
un testamento è valido solo dopo morte e non ha alcuna forza finché
vive il testatore. Così neppure la prima alleanza fu sancita senza
sangue. Infatti, dopo che ogni comandamento conforme alla legge fu da
Mosè proclamato a tutto il popolo, egli - preso il sangue dei vitelli
e capri, con acqua, lana scarlatta e issopo - asperse il libro stesso
e tutto il popolo, dicendo: “Questo è il sangue dell’alleanza
che Dio ha stabilito per voi”. Similmente asperse di sangue la tenda
e tutti gli arredi del culto. Secondo la Legge, quasi tutte le cose sono
purificate col sangue, e senza spargimento di sangue non vi è remissione.
(Ebr 9, 8-23)
Perche'
Cristo ha sparso il suo sangue a Pasqua( Pasàq)
Per
i suoi peccati, Israele era schiavo in Egitto. Dio vide i patimenti del
suo popolo, e Dio disse ad ogni famiglia d’Israele
di prendere un agnello:
“sarà da voi conservato sino al quattordicesimo
giorno di questo mese, e lo sgozzeranno versa sera, tutta la moltitudine
della sinagoga dei figli d’Israele. E prenderanno del sangue e lo
porranno sui due stipiti e sull’architrave nelle case dove lo mangeranno.
E mangeranno le carni in questa notte… ed osso non né frantumerete…
E sarà il sangue per voi segno nelle case nelle quali voi siete,
e guarderò il sangue e vi proteggerò”. (Es 12, 6-13)
Quella notte l’Angelo di Dio passò, il Signore si vendicò
di tutti gli dèi dell’Egitto; l’Angelo sterminò
tutti i primogeniti, dagli uomini sino alle bestie, ma liberò Israele
con mano forte e braccio potente. Il Signore passò, l’Angelo
guidò Israele verso il deserto. Israele passò dalla schiavitù
alla libertà. Per molti secoli, il quattordicesimo giorno del primo
mese di primavera fu Pasàq, vale a dire Passaggio, memoriale del
sangue versato e del passaggio dell’Angelo, del Signore. In una
festa di Pasàq, forse nell’anno 30,
il Signore Gesù, nella notte in cui veniva consegnato, prese il
pane e rese grazie, lo spezzò e disse: “Prendete, mangiate;
questo è il mio corpo, che è spezzato per voi; fate questo
in mia memoria”.
Allo stesso modo anche il calice, dopo aver cenato, dicendo: “Questo
calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta
che ne bevette, in mia memoria”. Ogni volta, infatti, che mangiate
questo pane e bevette a questo calice, annunciate la morte del Signore
finché egli venga. (I Cor 11, 23-26)
Quella notte il Signore Gesù fu arrestato, torturato e sottoposto
a processo:
di fronte a chi lo maltrattava non aprì bocca, docile come agnello
condotto al macello; muto come pecora davanti al tosatore non aprì
bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo, fu eliminato
dalla terra dei viventi. Molti si stupirono di lui, tanto era sfigurato
per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella
dei figli dell’uomo. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei
dolori che ben conosce il patire, si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori; egli è stato trafitto per
i nostri delitti. (da Is 52, 13 – 53, 12)
Carico della croce, Gesù fu trascinato fuori di Gerusalemme e lì
fu crocifisso. Per meglio dire, secondo le profezie antiche: fu innalzato,
onorato, esaltato grandemente.
La
croce non era forse segno di vergogna?
Era
la condanna inflitta ai servi: era quindi giusto che proprio alla croce
fosse appeso Cristo Gesù
il quale, essendo nella forma di Dio, non considerò come preda
l'essere uguale a Dio ma svuotò se stesso prendendo forma di servo,
divenuto simile agli uomini. Essendo stato trovato come uomo per il suo
aspetto, ha svuotato sé stesso essendo divenuto obbediente fino
alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli
ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché
nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio in cielo, in terra e
sotto terra e ogni lingua riconosca che Gesù Cristo è Signore.
(Filip 2, 5-11)
Quel segno di sconfitta - la Croce - diede protezione a san Costantino
il Grande, quando lo scelse come segno dei nuovi tempi e della Nuova Roma.
Adorando la Croce, manifestiamo la volontà di abbandonare la servitù
del peccato per vivere la vita nuova in Cristo, re della gloria. Segnandosi,
il cristiano spinge nella mente, nel cuore, nelle braccia, il ricordo
della Trinità e fuga gli assalti dei demoni che vorrebbero trascinarlo
al peccato.
Unisci tre dita della mano destra (pollice, indice e medio) per professare
la fede nella Trinità. Piega sul palmo le altre due dita, per professare
la fede nella divina umanità di Cristo che si è piegato
su di noi. Porta le tre dita alla fronte dicendo Nel nome del Padre, al
petto dicendo e del Figlio, alla spalla destra dicendo e del Santo, alla
spalla sinistra dicendo Spirito. Posa la mano aperta sul cuore dicendo
Amin. Così tu segui la mano del sacerdote che benedice nel nome
della santa Triade.
Perche'
Cristo e' stato crocifisso fuori della citta'à?
Egli
era stato piantato in Israele come in una vigna, e allora – Cristo
stesso l’aveva predetto - lo portarono fuori della vigna e l’uccisero:
il Signore, infatti, vuole che non solo il popolo d’Israele, ma
tutti gli uomini siano salvi, e giungano alla conoscenza della verità.
Lo portarono poi a morire nel ‘Luogo del Teschio’ perché,
secondo la tradizione, in quel luogo era stato sepolto Adamo. Alla sua
morte, Cristo è sceso agli ìnferi per incontrare Adamo e
i morti da secoli; in tal modo
anche i morti sono stati evangelizzati, perché siano giudicati
secondo gli uomini nella carne, ma vivano secondo Dio nello Spirito. (I
Pt 4, 6)
In quel grande Sabato in cui Dio riposò da tutte le sue opere che
aveva fatto, da tutte le sue opere a cui Dio aveva dato principio (Gen
2, 1-3), ebbe termine il potere della morte. Ade aveva accolto un morto
uguale a tutti gli altri morti, ma ora non avrebbe trattenuto in eterno
le sue prede, perché quel morto era il Dio-Uomo.
Nessuno abbia paura della morte, perché la morte del Signore ci
ha liberati. Afferrato dalla morte, egli ha spento la morte. Ha spogliato
l’Ade, colui che è sceso all’Ade: lo ha amareggiato,
dopo che quello aveva gustato la sua carne. E’ stato amareggiato
l’Ade, incontrandoti nelle profondità. Amareggiato, perché
distrutto; amareggiato, perché beffato; amareggiato, perché
ucciso; amareggiato, perché incatenato. Aveva preso un corpo, e
si trovò davanti Dio; aveva preso terra e ha incontrato il cielo;
aveva preso ciò che vedeva ed è caduto per quel che non
vedeva. Ora dov’è, morte, il tuo pungiglione? dov’è,
Ade, la tua vittoria? Cristo è risorto e tu sei stato abbattuto,
Cristo è risorto e i demoni sono caduti, Cristo è risorto
e regna la vita. Cristo è risorto e non c’è più
nessun morto nella tomba. Perché Cristo risorto dai morti è
divenuto la primizia dei dormienti.
Passò, il Signore; passò dalla vita alla morte, passò
nell’Ade, passò dalla morte alla vita, e fu la Pasqua santa.
Come
e' risorto, Cristo, dai morti?
Ogni
anno, nella santa notte di Pasqua, a Gerusalemme avviene un prodigio stupendo
alla presenza di una moltitudine immensa. Mentre il Santo Sepolcro è
sigillato e tutto è spento, all’improvviso esplode come un
fuoco che arde senza bruciare; un lampo abbagliante riempie la basilica
d’una luce sovrumana. Descriverlo è difficile, spiegarlo
impossibile: è qualcosa che si può solo vedere, non dire.
Lo stesso, quel che avvenne quella notte:
Giungendo prima dell’alba, Maria e le sue compagne trovarono la
pietra del sepolcro ribaltata e udirono dall’angelo queste parole:
“Perché cercate tra i morti, come un uomo, colui che è
nell’eterna luce? Guardate le bende sepolcrali, correte e annunziate
al mondo che è risorto il Signore, uccidendo la morte: perché
è il Figlio di Dio colui che salva il genere umano”.
Più che indagare com’è avvenuta la risurrezione, guardiamo.
Contemplata la risurrezione di Cristo, adoriamo il santo Signore Gesù;
celebriamo e glorifichiamo poiché lui è il nostro Dio; fuori
di lui altri non conosciamo. Cristo è risorto dai morti e, con
lui, risorgiamo anche noi che siamo stati immersi in lui.
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