FEDE
CATECHISMO
Giovanni Batista , figlio del sacerdote Zaccaria, stava lungo le rive del Giordano e predicava il pentimento. Esortava tutti a tornare indietro dal peccato, ad immergersi nel fiume per passare ad una nuova vita: egli, l’ultimo e il più grande dei profeti, sapeva che il Regno di Dio era vicino. Al Giordano, infatti, giunse Gesù: si immerse nelle acque ed ecco,
il cielo si aprì e lo Spirito, il Santo, discese su di lui in forma corporea, come colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio Figlio, l’amato, in te mi sono compiaciuto”. (Lc 3, 22)
Non era la prima volta che la Trinità si manifestava: già nell’Eden era risuonata la voce che diceva “Facciamo l’uomo”, e anche ad Abramo s’era fatto vedere Dio
presso il querceto di Mamvri, mentre egli sedeva alla porta della sua tenda a mezzogiorno. Levando i suoi occhi vide tre Uomini che stavano al di sopra di lui, e appena li vide, corse incontro a loro dalla porta della sua tenda e disse: “Non passare oltre il tuo servo, se mai ho trovato grazia davanti a te, Signore! Lasciate che si prenda dell’acqua e si lavino i vostri piedi e rinfrescatevi sotto l’albero. E prenderò del pane, e mangerete, e dopo passerete oltre per la vostra via”... E mangiarono, mentre (Abramo) stava presso di loro, ed Egli disse a Abramo: “Dov’è Sara?”… Alzandosi poi di là quegli Uomini chinarono lo sguardo e il Signore disse… (da Gen 19)
Abramo cominciò a vedere la visione santa e divina del Signore: l’Uno gli è apparso trino e la santa Triade come unità. La Chiesa canta:
Quando ti sei immerso nel Giordano, Signore, si è manifestata l’adorazione della Triade: la voce del Padre ti rendeva, infatti, testimonianza chiamandoti Figlio amato, e lo Spirito in forma di colomba confermava la sicura verità di questa parola. O Cristo Dio che ti sei manifestato e hai illuminato il mondo, gloria a te.

A noi non è stata rivelata la natura di Dio, ma l’adorazione della Triade, santa e vivificante: l’uomo non può fare altro che adorare ed esultare, cantando. La nostra mente ha poteri enormi, ma non può mai giungere a comprendere Dio; anzi, può creare idoli, mentre deve solo prostrarsi a adorare l’unico vero Dio. Per questo motivo, i santi Padri fissarono il Simbolo della fede quasi con riluttanza, in due concili:
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. E in un solo signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli; luce da Luce, dio vero da Dio vero, generato non creato, consustanziale al Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state fatte; per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nella vergine Maria, e si è fatto uomo; fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì e fu sepolto, e il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture; è salito al cielo e siede alla destra del Padre; e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. E nello Spirito, il Santo, il Signore, vivificante, che procede dal Padre; che con Padre e Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. E nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del secolo futuro. Amin.

E'’ questo il testo autentico del Credo?

E’ una traduzione abbastanza fedele: le traduzioni, specie nelle lingue moderne, non sempre possono essere letterali. Al Credo non è lecito, comunque, togliere o aggiungere niente. I Padri che si riunirono nel 1° e 2° Concilio Ecumenico sigillarono questo testo, col maledire chiunque vi avrebbe fatto aggiunte: non osarono farne neanche i santi che si riunirono nei successivi Concili Ecumenici.

Perche' non possiamo conoscere Dio?

L’uomo non può vedere Dio e continuare a vivere. Sappiamo bene quel è capitato ad alcuni che solo s’accostarono alla Gloria di Dio.
Enoch fu assunto, così da non vedere la morte e non lo si trovò perché Dio l’aveva trasferito (Ebr 11, 5). Il Signore proclamò il suo Nome, mentre Mosè stava in una fenditura della roccia, e il volto di Mosè rimase glorificato, sì che nessuno poteva levare lo sguardo su di lui (Es 33, 19 – 34, 34). La Gloria del Signore passò davanti al profeta Elia mentre era nella caverna, ed egli fu assunto al cielo nel turbine (Regni III 19, 13 e IV 2, 11). Quando il Signore indurì il suo volto per andare a Gerusalemme, i Samaritani non vollero riceverlo (Lc 9, 53); Giovanni, invece, si posò sul petto del Signore e, come molti credono, anch’egli è stato assunto in cielo. San Bartolomeo di Simeri – per ricordare solo uno dei nostri – fu visto diventare tutto di fuoco.

Che possiamo conoscere di Dio?

Prima della passione Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e li condusse in disparte, sull’alto monte Tabor. E apparve trasfigurato davanti a loro: la sua faccia diventò splendida come il sole, le vesti candide come la luce e
una nube splendente li avvolse. E dalla nube si udì una voce che diceva: “Questi è il mio Figlio, l’amato”. (Mt 17, 1-8)
Giovanni, il Teologo, ha spiegato che la luce folgorante emanata da Cristo è la Gloria di Dio:
Noi abbiamo contemplato la sua Gloria, Gloria come d’unigenito presso il Padre, pieno di grazia e verità. (Gv 1, 14)
Non possiamo guardare il sole senza restare accecati, senza che la nostra vista venga meno: eppure, possiamo godere dell’energia solare che nutre e dà vita. Allo stesso modo, non possiamo conoscere la natura di Dio, perché viene meno la nostra mente: eppure, possiamo essere raggiunti e trasformati dalle increate Energie divine.
Avvicinandosi ad una chiesa, ci si accorge subito che essa guarda ad oriente: verso la luce, verso il sole che sorge per illuminare e riscaldare. Ogni chiesa è un Eden, un paradiso che gli uomini hanno piantato per Dio, in mezzo alle loro case, per imitare il giardino che un tempo Dio aveva piantato per gli uomini. Ma è solo nella Chiesa che noi possiamo ricevere le Energie di Dio.
La Luce che gli apostoli contemplarono sul Tabor non è un modo di dire o qualcosa di creato, come scioccamente credeva Barlaam . La Luce è l’increata Gloria di Dio, come ci hanno insegnato i nostri padri portatori di Dio. Divinamente illuminati, essi hanno visto: come già avevano visto gli apostoli e i profeti. Ascoltando la loro esperienza, come ascoltando le narrazioni d’esploratori tornati da terre lontane e sconosciute, anche noi possiamo dire di aver visto, e distinguere tra fede e opinioni. Le opinioni nascono da ragionamenti umani, da paure, desideri e passioni dell’uomo: non sono neppure paragonabili con la fede. La fede è ciò che è stato visto, ciò che si vede, ciò che vedremo: ogni credente si sforza d’essere ricolmato dalle eterne Energie divine, e perciò prega senza interruzione.


La preghiera

La Scrittura ci raccomanda di pregare continuamente, e la Scrittura non inganna. Insegna, infatti, l’Apostolo:
Cercate sempre il bene, gli uni verso gli altri e verso tutti. Siate sempre lieti, pregate senza interruzione. Rendete grazie in ogni cosa: questa è la volontà di Dio a vostro riguardo, in Cristo Gesù. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Provate tutto, ritenete ciò che è buono, astenetevi da ogni forma di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e l’intero vostro spirito, e l’anima e il corpo, sia custodito irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. (I Tess 3, 14-23)
Penetrare senza guida nell’arte della preghiera continua è difficile; è stato detto che è persino pericoloso: bisogna perciò chiedere al Signore, con umiltà e pazienza, di farci incontrare un Padre spirituale che ci guidi all’allenamento della mente e della volontà. Uno dei santi della nostra terra, Niceforo l’Esicasta che a causa dei Francocattolici fu costretto a fuggire e nascondersi all’Athos, ci ha insegnato come iniziare nell’attesa di trovare un buon allenatore.
Inizialmente, è necessario sedersi tranquilli e svuotarsi d’ogni preoccupazione, d’ogni pensiero, d’ogni immagine. Quando la mente è libera, con il respiro s’introduce nel cuore questo grido: Signore Gesù, Figlio di Dio, pietà di me!, e lì si trattiene il Nome che è sopra ogni nome, finché la preghiera diverrà continua e qualsiasi cosa noi facciamo, sia che dormiamo sia che lavoriamo, il nostro cuore continuerà a pronunciare il Nome a cui si piega ogni essere in cielo, in terra e negli inferi.

Perche' bisogna pregare senza interruzione?

E' impossibile sapere ciò che Dio è, eppure nella preghiera si stabilisce una straordinaria unione tra noi e Dio; noi siamo penetrati dalle divine e increate Energie e il dono dello Spirito Santo ci deifica. Molti uomini vogliono divenire buoni, perfetti, ed è bene; altri mirano a diventare santi, ed è meglio. Noi – che abbiamo la vera conoscenza – aspiriamo a diventare dèi.
Ora siamo figli di Dio, e non è ancora apparso cosa saremo. Quando si sarà manifestato, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come è (I Gv 3, 2). Noi tutti, riflettendo come in uno specchio la Gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, com’è (dato) dallo Spirito che è Signore. (II Cor 3, 18)

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