NON GIUDICARE
A
Monte Athos, un po’ di tempo fà, c’ era un monaco che viveva
a Karyes. Beveva tutti i giorni ed era continuamente ubriaco e il suo ubriacare
era causa di scandalo per i pellegrini.
Un giorno è morto e alcuni fedeli, visibilmente sollevati, sono andati
da padre Paisios e gli hanno annunciato, con grande gioia, che finalmente
era risolto questo problema enorme.
Padre Paisios gli ha risposto che aveva saputo della morte del monaco, perché
aveva visto un intero battaglione di angeli che erano scesi per ricevere la
sua'anima.
I pellegrini erano stupiti, alcuni hanno protestato e altri hanno tentato
di spiegare al padre per chi esattamente parlavano, pensando che lo gheron
non aveva compreso bene per quale monaco parlavano.
Padre Paisios disse loro: "Il monaco in questione è nato in Asia
Minore, poco prima della distruzione, quando i turchi riunivano e rapivano
tutti i ragazzi maschi e per non essere preso i suoi genitori, lo portavano
sempre con loro nei campi e lo nascondevano, inoltre per non piangere
mettevano nel late un po’ di grappa, così dormiva.
Per questo motivo quando è cresciuto diventò un alcolista.
Anni dopo dissuaso da diversi medici dal fare una famiglia, visto il suo stato,
decise di diventare monaco e per questo motivo venne a Monte Athos. Lì
trovò un anziano padre e gli ha confessato che era un alcolizzato.
il padre gli ha raccomandato di fare prostrazioni e di pregare tutte le notti
e di chiedere alla Vergine Maria di aiutarlo a ridurre ogni anno di uno i bicchieri
che beveva.
Dopo un anno è riuscito con la lotta spirituale e il pentimento a ridurre
i 20 bicchieri che beveva in 19 bicchieri. Il combattimento spirituale continuò
in tutti questi anni riuscendo a ridurre i bicchieri, alla fine, in 2 o 3 al
giorno, ma era ancora sempre ubriaco ".
La gente vedeva per anni un monaco alcolizzato che scandalizzava i pellegrini,
Dio vide un combattente, un lottatore che aveva compiuto una grande lotta
per ridurre la sua passione.
Senza conoscere il perché ogni uno di noi cerca di fare una cosa, con
quale diritto ci mettiamo a giudicare il suo sforzo?