IL BATTESIMO
SUA SANTITA BARTOLOMEO
I ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI, NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO |
L' inizio della nostra divinizzazione per grazia
Dovremmo avere lo stesso
dono della parola che aveva il nostro santo predecessore Gregorio il Teologo,
il quale nella sua omelia sulla Santa Epifania, insuperabile sia teologicamente
che letterariamente, esprime in maniera incomparabile la fede genuina della
Chiesa sul santo battesimo trasmessa fin dai tempi antichi, e, riferendosi alla
rivelazione del Dio Trinitario al fiume Giordano, illustra con commovente magnificenza
la grandezza dell'amore del Signore per gli uomini, che con la santificazione
degli elementi materiali, come l'acqua, rende possibile la partecipazione alla
vita divina a noi pellegrini sulla terra.
Molteplici sono le teofanie che, nelle sue svariate religioni mitiche, l'umanita
ha conosciuto fin dai tempi antichi ed esse rivelano la profondissima ma inappagata
sete dell'animo umano di giungere alla comunione con il suo Creatore. La Chiesa,
Corpo di Cristo, che vive il compimento delle prefigurazioni e delle visioni
dell'Antico Testamento, a partire dalla manifestazione del Dio Trinitario al
fiume Giordano nel momento del battesimo di Gesu, non ha mai cessato di vivere
manifestazioni divine di diversa intensita, grazie alla condiscendenza misericordiosa
di Dio amico dell'uomo.
Dal momento in cui il Dio Logos «si e fatto uomo affinche l'uomo diventasse
Dio», come diceva Atanasio il Grande, gradualmente ha rivelato il mistero della
divinizzazione degli uomini, certo non per natura ma per grazia, tramite la
potenza increata dello Spirito Santo, e ha consegnato ai fedeli se stesso come
esempio: «Cristo pati per voi, lasciandovi un esempio, perche ne seguiate
le orme» (1Pt 2, 21).
Battezzato lui stesso nel Giordano, ha insegnato cosi la necessita del battesimo
come sacramento fondamentale e introduttivo per l'incorporazione e l'innesto
dei fedeli nel bell'olivo della Chiesa e ha ripetuto, nel suo famoso dialogo
notturno con il discepolo Nicodemo, che «se uno non nasce dall'acqua
e dallo Spirito, non puo entrare nel regno di Dio» (Gv 3, 5). Allo
stesso modo ognuno di noi, quando riceve il battesimo, viene purificato in modo
misterioso dalla macchia del peccato, e, rinato spiritualmente, ha da quel momento
in poi la possibilita di partecipare dinamicamente alla vita della Chiesa, dove
vivendo in purezza di spirito e di corpo puo sperimentare gia ora le manifestazioni
divine e la manifestazione divina finale della quale godranno quanti diverranno
partecipi del Paradiso, secondo la mirabile descrizione dell'evangelista Giovanni
nella sua Apocalisse (capp. 21 e 22).
Quando parliamo di manifestazione divina, non intendiamo una condizione prodotta
dalla fantasia, ma una totale partecipazione dell'intera persona umana, corpo
e anima, ai doni dello Spirito Santo. In tale partecipazione, puo accadere di
sperimentare soltanto interiormente la presenza operante di Dio o puo accadere
di vivere anche corporalmente un cambiamento che non si puo descrivere con parole
umane. Cosi d'altronde capito al santo apostolo Paolo che per primo visse questo
fatto (2Cor 12), e si scopri incapace di descriverlo, trattandosi di una pregustazione
seppure di minima intensita del Paradiso.
Simili doni di grazia sono stati e sono ancora vissuti da moltissimi santi della
Chiesa, sia antichi sia a noi contemporanei, che peraltro non li hanno cercati,
visto che la manifestazione di Dio costituisce un evento straordinario, concepibile
soltanto come dono di Dio, e non puo essere il risultato di speciali sforzi
tecnici che in una qualche maniera costringano Dio a rivelare se stesso.
Una tale visione e condizione spirituale esige una vita assolutamente evangelica,
secondo le promesse pronunciate al momento del nostro battesimo, quando «abbiamo
rinunciato a Satana e siamo stati uniti a Cristo». E visto, comunque,
che «viviamo nella carne e abitiamo nel mondo» e sporchiamo la candida veste
del battesimo sia a causa della debolezza umana sia per la tentazione del demonio,
il Signore misericordioso ci ha donato il secondo battesimo, cioe quello del
pentimento e delle lacrime. Addirittura, riguardo al valore di questo secondo
battesimo, san Gregorio di Nissa scrive che «anche la lacrima che gocciola ha
la stessa forza del lavacro del battesimo, e un gemito di contrizione restituisce
la grazia che si era perduta per poco tempo».
Con quel che abbiamo detto qui molto brevemente, abbiamo tentato di mostrare
la fede ininterrotta che vive la Madre Santa, la Grande Chiesa di Cristo, riguardo
al significato della manifestazione di Dio, in primo luogo al Giordano e poi
nella vita quotidiana dei fedeli. La nostra discendenza da Adamo, il progenitore
decaduto, certamente ci ha fatto ereditare anche tante conseguenze negative
che ci ostacolano nel cammino per giungere alla visione diretta del volto di
Dio. Il Signore misericordioso, pero, con la sua ineffabile incarnazione e l'insieme
della divina economia, ci concede la possibilita di spogliarci del vecchio Adamo
corruttibile e di rivestirci in Lui del nuovo, secondo il detto paolino: «Quanti
siamo battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo». Cosi canta
la Chiesa nel giorno luminoso della festa dell'Epifania, con la gioia nel cuore,
aspettando il rinnovamento di questo mondo corruttibile al momento della seconda
venuta del Signore, il quale con la santificazione delle acque inaugura il ritorno
alla bellezza primigenia anche della creazione stessa, che soffre con noi fino
a quando Cristo sara tutto in tutti.
FONTE: periodico 30 giorni