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Nata
ad Alessandria, capitale dell'Egitto e metropoli delle scienze e delle arti,
Caterina era la figlia di un ricco e potente signore, Cestus.
Oltre che della nobiltà, Dio l'aveva dotata di una rara bellezza, che
destava l'ammirazione di tutti coloro l'avvicinavano, e di una eccezionale intelligenza.
La giovane seguì le lezioni dei migliori maestri e dei più illustri
filosofi; ella apprese a sbrogliare i ragionamenti più oscuri e a controllare
con eguale successo i sistemi filosofici di Aristotele, Platone e dei loro discepoli
più recenti.
Eccelleva anche nel'arte del linguaggio, conosceva i più grandi poeti,
da Omero a Virgilio e poteva intrattenersi su ogni argomento in un gran numero
di lingue che aveva appreso accanto a sapienti e viaggiatori che andavano a
soggiornare in questa città cosmopolita.
Ella aveva conosciuto tutte le scienze della natura, in particolare la medicina,
e nessun campo della conoscenza umana poteva sottrarsi al suo spirito penetrante
e avido di conoscenza.
All'età di appena
18 anni aveva raggiunto un così raro grado di scienza che destava l'ammirazione
degli anziani più saggi.
Questa reputazione, la nobiltà della sua origine, la sua bellezza e la
sua ricchezza la rendevano desiderabile e numerosi pretendenti si presentavano
a chiederla in sposa. Ma Caterina, presagendo la grandezza della verginità,
rifiutava tutti i pretendenti e aveva posto come condizione ai suoi genitori
di non accettare in sposo che un giovane uomo che la eguagliasse altrettanto
per nobiltà
ricchezza, bellezza e saggezza.
Sua madre disperando di trovare un tale partito, invia la giovane figlia a prendere
consiglio da un santo asceta crstiano che viveva poco lontano dalla città.
Costui disse a Caterina che in effetti conosceva un tale uomo e che la sua saggezza
era ancora più alta, poiché egli era il prìncipe stesso
di tutti gli esseri visibili e invisibili.
Questa saggezza non l'aveva
acquistata, ma la possedeva eternamente.
La sua nobiltà era così superiore a tutto ciò che si potè
immaginare, poiché possedeva il potere sull'universo intero e aveva creato
il mondo dalla sua propria potenza.
Maestro dei mondi, principe di tutte le saggezze e di tutte le scienze, Egli
era anche, le disse l'anziano, "il più bello dei figli degli uomini",
poichè era il Dio incarnato: il Figlio e il Verbo eterno del Padre che
si era fatto uomo per la nostra salvezza e che desiderava sposare ogni anima
vergine.
L'asceta la congedò regalandole un'icona della Madre di Dio che aveva
il bambino-Dio tra le braccia.
La notte successiva Caterina vide apparire la Madre di Dio, ma il Cristo si
girava e rifiutava di guardarla dicendo che era brutta e tutta sporca poiché
ancora sottomessa alla morte e al peccato.
Tutta agitata, andò
subito dall'asceta che le insegnò i misteri della fede e la fece rinascere
alla vita eterna nella vasca battesimale.
La Madre di Dio le apparve ora di nuovo, portando il Cristo raggiante di gioia:
"Eccola da ora in poi raggiante e bella, ricca e veramente saggia, disse
il Cristo, subito io la accetto come mia fidanzata molto pura".
Per sigillare questo fidanzamento celeste, la Madre di Dio mise al dito della
giovane un anello e le fece promettere di non accettare altro sposo sulla terra.
Ora è in questa epoca che l'imperatore Massimiliano (305-311), al seguito
di Diocleziano voleva costringere, sotto minaccia di torture e di morte, tutti
i suoi sudditi a sacrifici idolatri in segno di sottomissione alla sua potenza.
Poiché si procedeva
a tali empi riti anche ad Alessandria, Caterina si presentò avanti all'imperatore
nel tempio, rendendogli omaggio come sovrano, ma condannando severamente il
culto degli idoli. Colpito notevolmente dall'eclatante bellezza della giovane
vergine e dalla sua audacia, l'imperatore la ascoltò sviluppare i suoi
ragionamenti e fu conquistato dalla sua saggezza.
Caterina gli propose di affrontare in una pubblica discussione i saggi e i retori
più brillanti dell'impero.
Il sovrano accettò e inviò messaggeri in tutti i confini dell'impero
per riunire saggi, filosofi, retori e dialettici.
Essi arrivarono in numero di 150 ad Alessandria e si presentarono avanti all'imperatore
e alla folla riunita nell'anfiteatro, con di fronte ad essi, la fragile fanciulla,
sola ma raggiante di grazia dello Spirito Santo.
Ella non temeva poiché il Santo Arcangelo Michele le era apparso per
assicurarla che io Signore avrebbe parlato per sua bocca e le avrebbe fatto
vincere la saggezza del mondo attraverso la saggezza venuta dall'alto.
Cosi rassicurata Caterina
dimostrò gli errori e le contraddizioni degli oracoli, dei poeti e dei
filosofi.
Ella dimostrò che avrebbero essi stessi riconosciuto che le cosiddette
divinità dei pagani erano demoni e espressione di passioni umane. Per
avvalorare i suoi argomenti ella fece appello a certi oracoli della Sibilla
e di Apollo, che annunciavano oscuramente la la Divina Incarnazione e la Passione
salvifica del Figlio di Dio.
Ella scambiò le loro frottole e i loro miti e proclamò che il
mondo era stato creato dal nulla dal solo vero Dio eterno e che l'uomo era stato
liberato dalla morte attraverso l'Incarnazione del Figlio unico del Padre.
Ridotti al silenzio, a corto di argomenti, i retori riconobbero il loro errore
e chiesero alla Santa di ricevere il Battesimo.
L'imperatore, furioso per questo fallimento, fece prendere i 150 saggi e li
condannò a morire sul fuoco, il 17 novembre.
Dopo aver vanamente cercato
di convincere Caterina con le adulazioni, la fece torturare e gettare in prigione,
in compagnia del generale Porfirio, un amico molto vicino al sovrano, e di 200
soldati che diventarono anch'essi discepoli di Cristo.
La Santa li accolse con gioia e predisse loro la gloria dei valorosi atleti
della fede.
L'imperatore dimenticò ogni sentimento umano, quando apprese il tradimento
dei suoi più vicini e fece crudelmente torturare la sua donna facendola
decapitare il 23 novembre.
All'indomani fece comparire Porfirio e i suoi soldati e ordinò di tagliare
loro la testa.
Il 25, Caterina fu fatta uscire a sua volta dal carcere e apparve in tribunale
più bella e più raggiante di gioia celeste di quando era entrata,
poichè considerava ormai arrivato il giorno del suo matrimonio con il
Cristo.
La si portò fuori
città e, dopo una ultima preghiera di rendimento di grazie al Cristo
che le aveva aperto i tesori inesauribili della vera saggezza, la Santa ebbe
a sua volta la testa tagliata. Due angeli si presentarono allora e trasportarono
il suo corpo da
Alessandria al Monte Sinai. Esso venne scoperto da un asceta che viveva non
lontano da lì e, allorchè si costruì il grande monastero
presso la montagna dove Mosè aveva parlato con Dio, lo si dedicò
a S.Caterina e vi si depositarono le sue Sante reliquie che liberano ancor oggi
un profumo celeste e che hanno compiuto numerosi miracoli.
La chiesa ricorda e onora la sua memoria il 25 novembre