SAN SOZONTE DI POMPEIOPOLI, MARTIRE (III secolo)

Dello stesso giorno memoria dei santi: Evodo e Onesiforo, Apostoli; San Eupsichio di Cesarea, Martire; Santi Pietro il Pio e Luca, Abati.

 

Originario della Cilicia, provincia romana dell'Asia Minore, era un giovane pastore.Un giorno, intento a dormire sdraiato sotto un albero, ebbe una visione del Cristo, che lo invitò a lasciare il suo gregge ed a seguirlo sino alla morte.Sozonte si trasferì immediatamente nella vicina città di Pompeiopoli, ove era in corso una festa pagana: qui si diresse senza indugio verso il tempio ed entratovi distrusse un’immagine d’oro con un colpo di bastone, frantumando la mano della statua in piccoli frammenti, che poi distribuì ai poveri. Alcuni di loro vennero però arrestati per l’accaduto e Sozonte non esitò allora a consegnarsi alle autorità: dopo un lungo interrogatorio da parte del magistrato, gli fu proposta la liberazione qualora fosse stato disposto ad adorare quella divinità. Egli si limitò semplicemente a deridere a priori l’idea di adorare un dio che poteva essere fatto a pezzi con un semplice bastone da pastore. Fu allora costretto a girare per l’arena con dei chiodi nei sandali, dopodichè il magistrato gli intimò di suonare una melodia con il suo flauto in cambio della libertà. Sozonte rifiutò però nuovamente, sostenendo che pur avendolo già suonato per le sue pecore, ora lo avrebbe suonato solo in onore di Dio.
Fu condannato a morte colpito da una pioggia di frecce, ma i dardi che colpivano il suo corpo si piegavano senza nemmeno scalfirlo. Fu calato nell'olio bollente senza nessun esito; fu infine condannato al rogo, morì il 7 settembre di un anno tra il 284 e il 305, durante l'impero di Diocleziano.