SACRO MONASTERO di SAN GIORGIO KUDUNAS |
ISOLA PRINCIPE |
Avevo
letto e sentito diverse cose che riguardavano il monastero di San Giorgio
Kudunas (Kudunas dal greco kouduni che significa campanello perché
il santo era il guaritore dei folli che portavano un campanello) e si trova
sull’isola Principe nel mare di Marmara di fronte a Costantinopoli.
Avevo sentito dell’incessante pellegrinaggio di uomini e donne a un
luogo che unisce nella preghiera musulmani, armeni, cristiani ortodossi e
copti. In questo luogo arrivano migliaia di persone, si parla di 250 - 300
mila pellegrini nell’arco di un anno (per la festa di San Giorgio, Aprile
2008, erano 80.000 persone), affrontando a piedi la ripida salita (affrontando
il faticoso cammino anche a piedi nudi) in mezzo al bosco che conduce al monastero,
ognuno con la propria storia, ognuno in cerca del divino e di una grazia.
Sono partito così, a metà settembre, accettando con gratitudine
l’invito dello gheronda, custode e igumeno del monastero, per questo
luogo dove il santo distribuiva la grazia a piene mani, volendo vivere insieme
ai monaci la panighiri della santa Tecla in occasione della quale, arrivano
migliaia di pellegrini, seconda in numero solo a quella di san Giorgio che
avviene in aprile.
Il monastero si trova nell’isola chiamata Principe (il suo nome in turco
è Buyukada) nel suo luogo più alto, 200 metri, in mezzo a un
magnifico bosco di pini. Preso la nave e dopo un tragitto di quasi due ore
siamo arrivati all’isola Principe (all’isola sono vietati i mezzi
di locomozione meccanica o a scoppio e sono permessi solo quelli elettrici
o a cavallo) siamo saliti al monastero dove ci aspettava lo gheronda.
Quando uno entra dentro la chiesa sente nonostante che celebrazioni in quel
luogo siano rarissime (i monaci pregano e celebrano quotidianamente nella
chiesetta di san Kalarambo) un odore di incenso e un calore avvolgente come
un tenero abbraccio. Sorpreso confesso allo gheronda questa mia sensazione
e la sua risposta fu: “È la preghiera, caro Stilianos, che come
dice il salmo sale come un incenso. La preghiera di migliaia di persone che
inginocchiati con lacrime copiose chiedono la intermediazione del santo.”
Durante i giorni successivi sono arrivati al monastero molte persone a chiedere
grazie, li ho visti piangere pregando invocando di recitare per loro una preghiera
o ungergli la fronte con l’olio della candela del santo e in mezzo a
loro c’erano parecchie persone importanti e potenti che arrivavano con
grande umiltà chiedendo al santo la grazia.
Ho chiesto un giorno al padre la sua spiegazione per quel che avveniva in
quel luogo ed egli mi ha detto: “Bisogna ricordarsi del centurione che
chiese al Signore la guarigione della figlia, dichiarando anche che la sua
casa non era degna di riceverLo ma che bastava una Sua parola perché
la figlia guarisse, e il Signore ha risposto: “Non ho incontrato in
tutta la Giudea una fede come la tua, che sia fatto come tu desideri.”
In questo sta la spiegazione, mi disse, dei miracoli che avvengono ai non
cristiani, e noi ci dovremmo interrogare se la nostra fede in Cristo è
potente e se non è invece qualcosa di diverso.”
In questo luogo avvengono miracoli non legati a una chiesa antica perché
la chiesa non lo è (quella preesistente si trova di fianco alla chiesetta
di san Karalambo), non a un’icona antica (quella antica si trova attualmente
al patriarcato di Costantinopoli), è dunque in risposta alla preghiera
di queste persone che il Signore effettua i miracoli. Il monastero rissale
nella struttura che ha adesso al 10 sec. (963 d.c.) ed è stavropighiakò,
dipendente dal Patriarcato Ecumenico.
In tutti questi anni ho visitato molti monasteri e vissuto assieme ai monaci
anche per lunghi periodi e questo è stato determinante per il mio cammino
e ha influenzato e cambiato per molti aspetti la mia vita ma sicuramente i
giorni che ho vissuto e pregato assieme a questi eccezionali monaci e questa
esperienza di fede sono stati un periodo spiritualmente importante e di arricchimento
per il mio cammino verso il Cristo.