Maria, Madre di Dio,
(Theotokos)
nella tradizione della Chiesa Ortodossa
In questa meditazione, carissimi fratelli, ”Maria, Madre di Dio, (Theotokos) nella tradizione della Chiesa Ortodossa”, non è possibile affrontare l’argomento, in poco tempo, un tema, senza dubbio importantissimo per la cristianità, in tutta la sua vastità e conseguente complessità, ma senz’altro cercherò di affermare la grande verità che la Chiesa Ortodossa proclama, cosa che viene dimostrata dalla prassi della sua spiritualità liturgica che è in verità l’interpretazione dello spirito e della dottrina dei suoi Santi Padri. Il suo grande inneggiatore
Giovanni Damasceno esclama: “Veramente, Maria è superiore
a tutta la creazione”. In questo momento, ricordo
un inno meraviglioso che canta la Chiesa Ortodossa durante il solenne
mattutino del 15 agosto: “nella sua persona, Maria,Vergine Immacolata,si
sono sconfitte le norme della natura:….Vergine dopo il parto,e
viva dopo la morte”. |
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In essa “vede lo scopo
e il compimento di tutta la creazione, pronta, finalmente, a ricevere il Salvatore.
Maria è la “Madre di Dio” la Theotokos; è colei che,in
nome di tutta la nostra stirpe, ha accolto il Dio liberatore”.
Di grande importanza è il cosiddetto inno Akathistos, il quale è
glorificazione della Madre di Dio e riassume tutta la Teologia Mariana centrata
sul mistero.
San Giovanni Damasceno nel suo libro,”OKTOICHOS”, oggi usato nelle
funzioni dei Vesperi e dei Mattutini,scrive così per la Madonna: “Cantiamo,
fedeli, la gloria dell’universo. La porta del cielo, la Vergine Maria,
il Fiore della stirpe umana e la madre di Dio, colei che è il cielo e
il tempio della divinità, colei che ha atterrato le barriere del peccato,
che è la conferma della nostra fede.
Il Signore che da lei è nato, combatte per noi. Sii pieno di forza e
coraggio,o popolo di Dio,perché Egli, l’Onnipotente, ha vinto i
nemici”.
Questo importantissimo pensiero del grande teologo della Chiesa Indivisa San
Giovanni Damasceno si immerge in un clima di azione di grazia.
In occasione della grande festa dell’Esaltazione della Croce, la chiesa
Ortodossa, con esultanza canta: “Tu sei Madre di Dio, il paradiso mistico,
in cui Cristo è germogliato spontaneamente; per Lui è stato piantato
nel mondo l’albero vivificante della Croce”.
La Teologia, la Liturgia, l’Eortologia, l’Innografia e l’Iconografia,
camminano insieme e possiamo dire quasi sempre, che l’una evidenzia l’altra
in modo che un punto oscuro da una parte trova la risposta Ortodossa, la chiarezza
e la precisione come dicono i Padri orientali, in un'altra.
Ascoltiamo sant’Ignazio riguardo a Maria: “Uno solo è il
medico del corpo e dello Spirito, generato e ingerito, Dio manifestatosi in
carne, vita vera nella morte, da Maria e da Dio, prima passibile e poi impassibile,
Gesù Cristo il Signore nostro”.
Nel periodo pre-Niceno, la Mariologia in Oriente Ortodosso, si può ricapitolare
in tre punti:
1°) La maternità Divina, 2°) La perpetua verginità 3°)
Il parallelismo Eva – Maria.
È verità incontestabile che la Vergine Maria fa parte dell’umanità;
è una gloria dell’umanità “ della quale condivide
la sorte, tutta la sorte”.
Cooperando, così, alla grazia, l’umanità può dirsi
vittoriosa sul male: veramente, una creatura di Dio. Come noi, ha risposto totalmente
“sì” a Dio e diventa la “nuova Eva”, per mutare
il corso della storia dell’umanità.
Infatti, con la vergine Maria, abbiamo una nuova creazione dell’uomo,
che nasce non “dalla carne e dal sangue, ma da Dio”.
È senza dubbio, l’uomo nuovo che nasce verginalmente dalla vasca
battesimale, diventando membro del regno dei cieli.
Perciò, Maria, si identifica con la Chiesa, il sacro luogo dove si compie
l’unione tra creatura e Creatore, tra l’umano e il Divino.
Ricordo qui un testo di San Clemente di Alessandria che dice: o prodigio mistico!
Uno è il Padre di tutti; uno è anche il Verbo e lo Spirito Santo….e
una sola è, nello stesso tempo madre e vergine, e a me piace chiamarla
“Chiesa” e “questa madre soltanto non ebbe latte, perché
e la sola che, dopo il parto, non può chiamarsi donna, perché
è, contemporaneamente, Vergine e Madre”; e continua San Clemente:
“Come Vergine è incorrotta, ma come Madre è sposa diletta,
che raccoglie i propri figli li nutre con latte Santo…”.
Vediamo con ammirazione che la vergine Maria diventa così, “guida”
per l’uomo; e la “Odigitria”; è un modello perfetto,
dimostrando all’uomo che lui deve arrivare dove essa è già
arrivata: alla deificazione (Theosis), cioè all’unione perfetta
con Dio, alle nozze mistiche tra la creatura e il Creatore.
Perciò Iddio si fa uomo, perché ama questa sua creatura, che ricapitola
in sé tutto il creato: “Microcosmo”, come dicono i padri
Capadoci, “ in quanto partecipa del mondo sensibile col corpo, e di quello
soprasensibile con l’anima, e l’uomo che veramente ama Dio deve
trasformarsi in Lui, cooperando alla Grazia”.
Con Essa riprende il dialogo interrotto nell’Eden con l’uomo, fatto
“ad immagine secondo la somiglianza” di Dio, come dice Genesi.
È la scena dell’annunciazione a Nazaret. Iddio parla all’uomo
per mezzo dell’Arcangelo Gabriele e chiede il suo consenso libero a queste
nozze mistiche tra il Creatore e la creatura umana.
Maria, conscia (di appartenere) che lei fa parte dell’umanità,
conscia che Essa appartiene alla natura di Adamo, non soltanto ascolta e custodisce
la parola di Dio, ma anche dal suo libero consenso; risponde con libertà
totalmente si a Dio e così prende essenziale parte alla salvezza dell’uomo,
diventando la nuova Eva, mutando così il corso della storia dell’umanità,
“pur ereditando la mortalità ereditaria, patrimonio di tutta l’umanità;
essa mette fine, con la propria autodeterminazione, alla corruzione e alla morte”.
Mentre Adamo ed Eva avevano ascoltato le parole di Satana, Maria, chiedendo
soltanto come può compiersi il mistero, ascolta e custodisce la parola
di Dio.
Il verbo si fa carne e Maria con la sua preziosa parte dell’economia divina,
dona all’umanità la redenzione e la grazia Divina.
Quando al Salvatore dirà una voce del pubblico: ” beato il seno
che ti ha allattato; beato il ventre che ti ha portato”, Egli risponderà
che “beatitudine maggiore è per la Madre Divina l’aver ascoltato
la parola di Dio e averla custodita”, come riferisce l’evangelista
San Luca.
In quanto alla maternità Divina, la Teologia Mariana Ortodossa rimane
fedele alla dottrina del III° concilio Ecumenico di Efeso.
Matteo, richiamandosi al testo di Isaia, dice: ”Concepirà e partorirà
un figlio, che sarà chiamato Emanuele ciò che significa “Dio
è con noi”.
Se Colui che viene generato è Dio, chi lo genera è Madre di Dio.
Nella visita che la Vergine fece ad Elisabetta, narrata da Luca, la madre del
precursore chiamò la Vergine “Madre del mio Signore”.
Lo stesso Luca descrivendo il mistero dell’annunciazione, chiama il Salvatore
“Figlio dell’Altissimo”, “Figlio di Dio”; implicitamente
chiama Maria “Madre dell’Altissimo”, “Madre di Dio”.
San Paolo ai Galati scrive: “…mandò Iddio il proprio figlio,
fatto da una donna…”.
I Padri Apostolici si basano sulla stessa base: “Nato dal Padre prima
dei secoli”; “nato dalla Vergine nel tempo”.
San Gregorio il teologo diceva: “Chi non considera Maria come madre di
Dio è fuori dalla divinità”, cioè dalla chiesa.
È verità indiscutibile che l’uomo per arrivare alla sua
Theosis (deificazione) è incoraggiato dalla Santa presenza continua di
questa creatura sublime, vera creatura come noi.
Nel suo cammino, allora, verso Dio, l’uomo conosce molto bene che un’altra
creatura come lui figlia di Adamo e di Eva, come lui stesso è già
asceso verso il cielo, verso Dio.
Così la “Vergine, ha reso possibile i nostri contatti con Dio,
contatti non soltanto mistici, ma fisici, perché la carne umana del Cristo
è reale, non fantastica”.
La presenza della Vergine Maria, significa in verità nell’Oriente
Ortodosso, presenza di Dio.
Secondo la tradizione Ortodossa Orientale, non può esistere alcun rito
religioso senza l’invocazione di Maria; non può esistere alcuna
Chiesa senza l’icona di Essa.
San Giovanni Damasceno, questo grande teologo della chiesa indivisa, magistralmente
ricapitola il pensiero Patristico sulla Teologia della maternità Divina
nella tradizione orientale: “Nel senso propriamente vero e reale noi confessiamo
Madre di Dio la santa Vergine. Come, infatti, è Dio vero colui che da
Essa è nato, vera madre di Dio è colei che ha generato il vero
Dio, che da Essa si è incarnato”.
E quando diciamo che Dio è nato da Essa non intendiamo certo dire che
la divinità del verbo incominciò ad esistere da essa; ma perché
lo stesso Dio verbo che prima dei secoli e fuori del tempo è stato generato
dal Padre ed è senza alcun principio col Padre e con lo Spirito Santo,
negli ultimi giorni per la nostra salvezza, prese dimora nel suo seno, senza
alcun mutamento, s’incarnò e nacque da essa.
La Santa Vergine, dunque, non ha generato un uomo semplice, ma Dio vero.
E non puramente Dio, ma Incarnato.
Non però che abbia portato dal cielo il corpo, passando da essa come
da un canale, ma da Essa ha preso il corpo consustanziale a noi, dandogli la
sussistenza nella propria persona.
Lo stesso San Giovanni Damasceno, nella sua famosa opera “la Fede Ortodossa”
così riferisce: “Il Suo nome, Maria, contiene tutto il mistero
dell’economia, poiché se colei che l’ha messo al mondo è
madre di Dio, il generato da lei è interamente Dio, ed è interamente
uomo”.
La proclamazione della divina maternità è ripetuta incessantemente.
La spiritualità liturgica è testimone di questa verità
cristiana, verità che ha stretta relazione con le altre verità
cristiane, come per esempio con la Santissima Trinità ecc.
Sempre San Giovanni Damasceno nel suo libro liturgico “Oktoichos”
riafferma incessantemente questo mistero che contempla e proclama con grande
stupore e commozione spirituale: “Come non stupiremmo – dice –
per il tuo divino e umano parto, o degna di ogni venerazione”.
“È veramente giusto dicono San Basilio e San Giovanni Crisostomo
– proclamare beata te, Theotokos, che sei beatissima, tutta pura e madre
del nostro Dio.
Noi magnifichiamo te, che sei più onorabile dei cherubini e incomparabilmente
più gloriosa dei serafini, che in modo immacolato partoristi il verbo
di Dio, o vera madre divina”.
Maria, considerando il suo rapporto con la Trinità, è chiamata
“Tutta pura”, “Immacolata”, “piena di grazia”,
“senza macchia”.
Considerando dall’altra parte il suo rapporto con il popolo, con la chiesa,
viene considerata “mediatrice della salvezza”, “mediatrice
della vita”, “ancora della fede”, “bando dei fedeli”,
“sola difesa”, “consolazione”, “muro inespugnabile”,
“protettrice”.
È vero, miei cari fratelli, che tutto, ciò che si dice della Theotokos
supera la nostra capacità di comprensione.
L’Innologia Ortodossa risponde così: “Tutti i tuoi misteri
superano ogni intelletto, ogni glorificazione, o Madre di Dio. Sigillata con
la purezza, custodita con la verginità, fosti riconosciuta madre senza
falsità che partoristi il Dio vero”.
Maria, identificando la sua volontà della volontà di Dio, liberamente
e coscientemente, con fedeltà e ubbidienza, e così mettendo se
stessa al servizio del disegno divino della salvezza dell’uomo, costituisce
anche oggi, per l’intero mondo cristiano, l’unico e più vivo
esempio di fedeltà, di umiltà e obbedienza a Dio, mostrando al
cristiano qual è la sua chiamata.
Maria, costituisce l’unico, più luminoso, esempio per la Chiesa
di Cristo, oggi divisa in tante chiese e confessioni, mostrando a loro che accettando
la parola di Dio con fedeltà, umiltà e ubbidienza, realizzano
una vera vocazione che avrà come fine quella gioiosa fine che ha avuto
Maria con l’accettazione della parola di Dio, cioè la vera gioia
della sua umiltà con Dio e la gioia profonda ella salvezza dell’uomo,
trasmettendo così questa sua vera eterna gioia dell’universo.
Veramente, Maria rimane per noi un eccellente irrepetibile esempio di una fedele,
umile, ubbidiente Diaconessa della volontà di Dio che rappresenta la
salvezza della sua prima amabile creatura, cioè dell’uomo.
Chi è andato a Ravenna senz’, altro ha visto la cappella arcivescovile
della città. Tra le altre belle cose esiste un bellissimo mosaico che
rappresenta Maria (Theotokos) come Diaconessa.
In realtà, Maria “quando venne la pienezza del tempo” serve
al mistero della salvezza del genere umano.
Conclusione
Dopo questa esposizione concludiamo così:
Per l’uomo di oggi, come
creatura di Dio, per le nostre chiese, che provengono dallo stesso unico fondatore,
l’unica linea, preziosa e sicura per il nostro futuro, è la linea
che ha seguito Maria, la Theotokos.
Con le sue parole: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello
che hai detto”.
Una linea, piena di speranza e di fedeltà, con la quale è riuscita
ad avere la grazia di Dio: “Non temere Maria perchè hai trovato
grazia presso Dio” e così diventa Madre di Dio.
Con la sua linea che caratterizza la fedeltà, l’umiltà,
l’obbedienza, la diaconia, la testimonianza e la santità, Maria
ha amato la più profonda gioia: “Concepirai un figlio, lo darai
alla luce e lo chiamerai Gesù, sarà grande e chiamato figlio dell’altissimo…
e il suo regno non avrà fine”.
Maria, creatura come noi che riceve particolare valore e prestigio altissimo
diventando Madre di Dio, grazie alla sua linea – vita – comportamento
di fedeltà, di umiltà,di libertà, di diaconia, di testimonianza
e di santità, e veramente grazie alla sua obbedienza alla legge di Dio:
“Lo Spirito Santo scenderà sopra di te, su te stenderà la
sua ombra, la potenza dell’Altissimo”, Maria vince la paura, vince
i sospetti, vince le incertezze, vince i diversi personali ostacoli, e così
testimonia all’uomo di oggi, come anche alla “Chiesa divisa”,
qual è il nostro dovere riguardo alla parola di Dio, quale linea dobbiamo
seguire per realizzare la volontà di Dio: ”Che tutti siano una
cosa sola”.
Maria, la Theotokos, è per l’uomo, il modello ideale per arrivare
alla salvezza, che è vita eterna.
Maria, la Theotokos, è anche madre nostra, è per la “Chiesa
divisa” il modello ideale per testimoniare al mondo la sua genuina missione
e giustificare la sua esistenza che è la salvezza dell’uomo, per
cui Cristo è nato, è stato crocefisso ed è resuscitato.
Maria, la Theotokos, cioè la Madre di Dio, con la sua santa vita, con
il suo meraviglioso comportamento, con la sua fede genuina, con il suo vero
amore e con la sua ricca carità ci fa sentire maggiormente il dovere
e la responsabilità che abbiamo nella Chiesa di Cristo, come vescovi,
come sacerdoti, come religiosi, come laici, tutto il pleroma per la divisione
della Chiesa indivisa, che è il nostro maggiore peccato ed ha avuto il
carattere di peccato originale.
Finisco con questo meraviglioso testo di San Gregorio il Teologo, affermando
con chiarezza: “O speranza buona, Vergine Madre di Dio, noi invochiamo
la tua unica e valida protezione. Muoviti a compassione per un popolo che si
trova nelle angustie, supplica il misericordioso Iddio affinché le nostre
anime siano liberate da ogni sventura. Fervida avvocata, muro inespugnabile
dei fedeli, fonte di misericordia, rifugio del mondo, o Signora Theotokos, previeni
le nostre suppliche e liberaci dai pericoli, perché tu sei la sola che
può molto presto proteggere. Dall’altra parte, o sempre Vergine,
Theotokos, per tuo mezzo siamo divenuti partecipi della divina natura, poiché
ci hai dato Dio incarnato per noi. Perciò noi, per dovere e devoto affetto
te magnifichiamo”.
Ed ancora noi fedeli ed ubbidienti alle cose che non possono essere risolte
dal nostro intelletto, dalla nostra logica, perché esiste il mistero,
facendosi silenzio ad essa con devozione e venerazione cantiamo a te, Vergine,
Theotokos, che sei la nostra vera speranza, la nostra vera consolazione, la
nostra vera protezione e la nostra quotidiana preghiera, l’inno delle
tue meraviglie: “È veramente giusto proclamare beata te, Theotokos,
che sei beatissima, tutta pura e madre del nostro Dio, noi magnifichiamo te,
che sei più onorabile dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa
dei Serafini, che in modo immacolato partoristi il verbo di Dio, o vera Madre
di Dio.”
S.Em.za Rev.ma il Metropolita
Gennadios,
Arcivescovo ortodosso d'Italia e Malta