FEDE
CATECHISMO

Quale e' il compito del clero?

Compito del vescovo è quello di reggere e nutrire la Chiesa, dispensando rettamente la parola della verità e celebrando l’Eucaristia. Il vescovo, che deve essere sposato a una sola Chiesa, è scelto tra i vedovi o tra i monaci. Altri invece, che hanno dimostrato di aver saputo formare una Chiesa domestica, una feconda famiglia cristiana, vengono presentati come sacerdoti - con l’incarico di aiutare il vescovo nel servizio di una particolare comunità (parrocchia) che si raduna per celebrare l’Eucaristia - o come diaconi, per amministrare i beni della Chiesa e aiutare vescovi e sacerdoti nel loro ministero.
Da molti secoli la Chiesa ha abbandonato l’uso di stabilire – accanto a vescovi, sacerdoti e diaconi – profeti e diaconesse, mentre conserva l’uso di munire d’una particolare benedizione alcuni ministri della comunità: Lettori, Protopapi, Igùmeni, ecc. Per il servizio liturgico dei monasteri, specie quelli più grandi e popolati, si usa designare qualche monaco come diacono o sacerdote, anche se non è sposato.

Perche' sacerdoti e diaconi sono sposati?

Un parroco, che ogni giorno dall’altare benedice e parla al popolo di Dio, non è giusto che rifiuti – proprio lui – la benedizione di Dio e la prima parola che Dio ha rivolto all‘umanità.
In principio Dio ha fatto l’uomo, secondo l’immagine di Dio l’ha fatto; l’ha fatto maschio e femmina. Dio ha detto: “Non è bello che sia l’uomo da solo”; e li ha benedetti Dio dicendo: “Crescete e moltiplicatevi”. E Dio vide quel che aveva fatto, ed era bello assai. (da Gen 1-2)
La Chiesa circonda di grande onore le nozze, seguendo l’insegnamento dell’Apostolo che ha detto: “Il matrimonio sia onorato da tutti” (Ebr13, 4).
Cristo ha amato la Chiesa e per lei ha consegnato se stesso, per santificarla, purificandola con lavacro d’acqua nella parola, e presentare a se stesso la Chiesa, gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo i mariti devono amare le mogli come il proprio corpo; chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la riscalda, come anche il Cristo la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo, presi dalla sua carne e dalle sue ossa. Per questo l’uomo abbandonerà il padre e la madre e si unirà alla sua donna, e i due saranno in una sola carne. (Ef 5, 25-32)
E’ questo un grande Mistero: per la supplica della Chiesa, il Santo Spirito colma gli sposi della sua grazia e li rende validi cooperatori di Dio nell’opera della creazione. Il Mistero delle Nozze santifica l’unione tra l’uomo e la donna: la loro vita familiare diventa un’icona dell’unione tra Cristo e la Chiesa. I due sposi sono una sola cosa in un’unione che niente e nessuno può annullare o separare, neppure la morte. Tutt’al più, in caso di morte d’un coniuge (o in caso di divorzio, quando muore l’amore), la Chiesa si prende cura di chi è rimasto solo e ne benedice le seconde nozze. Lo Spirito Santo ha rivelato alla Chiesa che bisogna rifiutare il celibato, non le nozze ordinate da Dio. L’Apostolo, infatti, ha dichiarato:
“Lo Spirito dice espressamente che in futuro alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche. Ipocriti, impostori, incoscienti: essi proibiranno di sposarsi”. (I Tim 4, 1-3)

Eppure i monaci rifiutano le nozze!

La vita monastica è la perfezione della vita cristiana. Il monaco non ha rifiutato le nozze giudicandole impure: ha rinunciato a moglie, figli, case e campi per guadagnare il mondo intero e portare nel suo cuore il Regno dei cieli. Egli è come un profeta che con la sua vita annuncia la vita del secolo futuro, è un uomo che la Chiesa ha mandato avanti.
Disse Mosé: “Vi siete accostati e avete detto: Inviamo uomini che ci precedano ed esplorino per noi la terra e ci annuncino in risposta la via, quella attraverso cui dobbiamo salire”. Mandò Mosè ad esplorare la terra di Chanaan e disse: “Salite per questo deserto, e salirete alla montagna e vedrete la terra qual è… perseverando, prenderete dei frutti della terra”. Essi salirono sul monte. (da Num 13, 17-20 e Deut 1, 22-25)
Il Mistero della tonsura monastica consacra quindi alcune donne e alcuni uomini a perseverare come campioni della vita spirituale, designandoli esploratori e guide sicure di noi tutti. Essi hanno rinunciato a tutto e vivono girovagando, coperti con pelli di pecore e capre, per deserti, monti, grotte e crepacci della terra. Di loro, come dice l’Apostolo, non è degno il mondo (Ebr 11, 38), eppure essi illuminano e vivificano il mondo con gemiti, lacrime e infinite flessioni, con la Preghiera continua e il santo digiuno.
Perciò il cristiano ama le chiese, come fossero un cielo in terra, ma più ancora ama i monasteri, dove lottano atletici uomini celesti. Molti credono, ingenuamente ma non del tutto a torto, che i monasteri sono come circondati d’una particolare energia dello Spirito.


Perche' il digiuno e' chiamato ‘santo’?

Il Digiuno è un Mistero, un sacramento che consacra ogni credente re del creato, sacerdote del proprio corpo e profeta del tempo futuro in cui vivremo come gli angeli.

Quali, e quanti sono i sacramenti?

La vita della Chiesa è come costellata dalla celebrazione dei Misteri. Di solito, si dice che i sacramenti siano sette: quasi “sette giorni” in cui Dio fa una nuova creazione. La tradizione della Chiesa, tuttavia, parla di molti Misteri e stabilirne il numero non è possibile. La Vestizione monastica, infatti, è come una seconda Immersione; il Mistero delle Nozze non è molto differente dall’imposizione delle mani per designare i sacerdoti, e così via. Anche la Santificazione dell’acqua nel giorno delle Teofanie, è un Mistero; anche la Preghiera dell’Olio o il Servizio funebre

Cosa e' la Preghiera dell'olio?

Chi è oppresso dai peccati è come se avesse dei germi che gli impediscono di vivere pienamente nel corpo, nello spirito e nell’anima. Egli, perciò, si fa ungere con l’olio santificato dal Santo Spirito per la preghiera di sette sacerdoti e della Chiesa tutta, oppure con l’olio che arde dinanzi alle icone o alle reliquie dei santi.
Chi è malato, chiami a sé i sacerdoti della Chiesa, e preghino su di lui dopo averlo unto con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà, e se ha commesso peccati gli saranno perdonati. Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. (Giac 4, 14-15)
Questo Mistero si celebra il grande Mercoledì santo e ogni volta che un malato lo richiede. E’ necessario, però, che tutti abbiano un medico personale: un padre spirituale che conosca gli intimi pensieri del cuore e guidi alla guarigione dal peccato. Seguendo le sue indicazioni, il fedele si presenta al vescovo o al sacerdote, riconosce i propri peccati e accetta una medicina appropriata, una penitenza: il sacerdote, insieme a tutta la Chiesa, prega quindi perché Dio gli rimetta ogni colpa, volontaria e involontaria, consapevole o inconsapevole. Molti altri rimedi ha disposto il Signore come prevenzione e cura della mortifera malattia che è il peccato: ad alcuni dà la gioia del dolore e delle lacrime; ad altri dà la capacità di vedere i propri peccati; nessuno abbandona al nemico: a tutti dona l’Eucaristia.
Prendete, mangiate: questo è il mio corpo che per voi è spezzato in remissione dei peccati; prendete, bevete: questo è il calice del mio sangue, che per voi e per molti è versato in remissione dei peccati.

Perche' farsi ungere con l'olio?

Chiamiamo santi alcuni fratelli di fede perché, uniti in modo speciale al solo Santo, hanno ricevuto nella loro vita la presenza divina in abbondanza. Dalle reliquie e dalle icone dei santi, è come se venisse una forza di guarire i malati e la capacità di guidare la natura umana verso la sua condizione originaria, non ancora appannata dalle conseguenze del peccato d’Adamo.
Un cadavere fu casualmente gettato nella stessa fossa in cui era stato inumato Eliseo: appena venne a contatto con le ossa del profeta, tornò in vita e si alzò in piedi (Regni IV 13, 21). I credenti prendevano fazzoletti e grembiuli dell’apostolo Paolo: li mettevano sui malati e le malattie si allontanavano, gli spiriti maligni uscivano (Atti 19, 12).


P
erche' si usano icone e non statue?

Gli stessi Francocattolici hanno iniziato a usare statue in età moderna, solo molti secoli dopo l’essersi separati dalla Chiesa e, inizialmente, solo come ornamento esterno dei loro luoghi di culto:
“Non farai per te statua e simulacro alcuno… non li adorerai e non renderai loro culto, perché io sono il Signore Dio tuo, Dio geloso". (Es 20, 3-5)
L’unica immagine di Dio è il suo Figlio fatto uomo; noi veneriamo la sua icona, e quella dei santi che ne riflettono la gloria. San Metodio di Siracusa ha disposto che ogni prima Domenica dei Digiuni si ricordino a tutti le decisioni del 7° Concilio Ecumenico:
Illuminati dalla luce della conoscenza, veneriamo le icone di Cristo, della Vergine e di tutti i santi - dipinte sulle pareti, sul legno e sulla sacra suppellettile – perché la venerazione dell’icona conduce al prototipo… Ciò che i profeti hanno visto, ciò che gli apostoli hanno insegnato, ciò che la Chiesa ha ricevuto, ciò che i suoi dottori hanno espresso in dogmi, come ha illuminato la grazia, come è stata dimostrata la verità e dissipata la menzogna, come si è manifestata la Sapienza e Cristo ha trionfato: così noi pensiamo; così proclamiamo Cristo nostro vero Dio, onorandolo insieme ai suoi santi, con parole, scritti, idee, sacrifici, templi, icone; adorando lui come Dio e come maestro, venerando loro come servi autentici del Maestro di tutti e rivolgendo loro una venerazione che rimanda sempre a lui. Questa è la fede degli apostoli, questa è la fede dei padri, questa è la fede degli ortodossi, questa è la fede che sorregge l’universo.
In particolare veneriamo l’icona della santissima Madre di Dio, più venerabile dei cherubini e dei serafini, incomparabilmente più gloriosa degli angeli e dei santi. Riempita dalla Grazia, ricolmata dal Santo Spirito, porta celeste e generata dagli uomini, sotto la Legge del peccato Maria ha concepito e generato il Figlio di Dio. Ha contemplato crocifisso il suo figlio, Dio-Uomo, ed è stata redenta dal sangue sparso in croce. Quando morì e fu portata al sepolcro, il suo corpo non ha conosciuto la corruzione: la Madre della Vita è stata trasportata alla vita eterna. Noi la veneriamo qual vera Madre di Dio perché in lei il Padre ha scritto il Figlio: noi, dopo l’incarnazione di Cristo, veneriamo le icone in cui ciò che invisibile è scritto visibilmente.
La grazia della verità nuovamente risplende. Ciò che un tempo era prefigurato nell’ombra, ora si è apertamente compiuto: poiché ecco, la Chiesa si riveste dell’icona corporea del Cristo come di ultramondano abbigliamento, delineando la figura della tenda della testimonianza, e tiene salda la fede ortodossa, affinché possedendo anche l’icona di colui a cui rendiamo culto, non ci accada di sviarci. Si rivestano di vergogna quanti così non credono: per noi è infatti gloria la forma di colui che si è incarnato; è piamente venerata, non idolatrata. Offrendole il nostro omaggio, gridiamo, o fedeli: O Dio, salva il tuo popolo, e benedici la tua eredità.
Contemplare le icone è anticipare nel cuore il giorno in cui vedremo i cieli aperti, e il Signore venire nella gloria.

Quando verra' il Signore?

Il Signore vuole che ci teniamo sempre pronti, come una sentinella con gli occhi ben aperti: perciò non ha voluto rivelare il giorno e l’ora in cui verrà a giudicare vivi e morti. Ai farisei che gli chiedevano quando sarebbe venuto, Cristo rispose:
“Quanto a quel giorno e l’ora, nessuno lo sa, né gli angeli e neppure il Figlio, ma solo il Padre… Nessuno potrà dire: Ecco, è qui o là…: voi non andate e non seguite li. Vigilate, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore viene”. (Mt 24, 36-42)

Come sara' il giudizio dei morti?

Nell’attesa della venuta di Cristo, i nostri si addormentano nel Signore.
Entriamo nel riposo noi che abbiamo creduto, come ha detto: Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo, benché le opere fossero terminate fin dalla fondazione del mondo. Ha detto: Nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere. E in questo passo ancora: Non entreranno nel mio riposo. Dio fissa di nuovo un giorno, un oggi, dicendo per bocca di David: Oggi, se udrete la sua voce, non indurite i vostri cuori. Per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico. Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa egli pure dalle proprie opere, come Dio dalle sue. Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo. (da Ebr 4, 1-13)
Accompagniamo i nostri cari al luogo del loro riposo con preghiere, candele, incenso, canti e ne facciamo memoria, specialmente in alcuni giorni dell’anno.
Divenne dolore per Adamo un tempo il frutto gustato dall’albero nell’Eden, quando il serpente vomitò il suo veleno: perché per causa sua è entrata la morte che divora tutto il genere umano. Ma il Salvatore con la sua venuta ha abbattuto il drago e ha donato a noi risurrezione. A lui dunque gridiamo: Usa indulgenza, o Salvatore, anche con quanti hai preso con te e da’ loro riposo insieme ai giusti.
I nostri cari riposano dalle fatiche terrestri e si preparano al ritorno di Cristo, quando tutti risorgeremo per essere giudicati dall‘amore. Al suo ritorno, Cristo giudicherà ciascuno in ragione delle opere compiute. Egli introdurrà nel luogo del suo riposo i benedetti che hanno avuto pietà dei pellegrini e di tutti i bisognosi; a quanti hanno chiuso il loro cuore dirà:
“Andate via da me, maledetti, nel fuoco: quello eterno, che è stato preparato per il diavolo e i suoi angeli”. (Mt 25, 31-46)

Essi sostano in qualche luogo purgatorio?
Niente ci è stato rivelato a proposito, e la Chiesa ne ha sentito parlare solo dai Francocattolici che, in tempi recenti, hanno ipotizzato l’esistenza di qualcosa del genere: come un carcere in cui l‘uomo sconta i suoi peccati. Noi crediamo, piuttosto, che l’uomo vive un continuo processo di deificazione sino al giorno in cui risorgerà dai morti.

Risorgeranno le anime oppure anche i corpi?

Dio non ha creato solo anime o solo corpi, o corpi e anime separatamente:
Dio ha creato l’uomo perché fosse immortale, a immagine del suo essere divino l’ha fatto. Per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo. (Sapienza di Salomone 2, 23-24)
Satana, da sempre invidioso e nemico del bello, ha voluto deturpare la bellezza dell’opera delle mani di Dio. Da quando il peccato è stato introdotto nel mondo – e, con il peccato, la morte – l’uomo muore: il Figlio di Dio si è incarnato e si è fatto uomo per restaurare tutta la creazione. Il nostro corpo, infatti, non ha nulla di cattivo: esso è buono per sua natura. Quando, festanti, diciamo: Cristo è risorto! Veramente risorto!, parliamo di una persona concreta, con un vero corpo.
Gesù costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Vitsaidà, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Essendosi separato da loro, andò sul monte a pregare. Fattasi sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. Vedendoli affaticati a remare, poiché il vento era contro di loro, verso la quarta vigilia della notte va verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: E' un fantasma! e gridavano. Tutti lo avevano visto ed erano spaventati. Ma egli subito parlò con loro. E dice loro: “Coraggio: Io Sono, non temete!” E salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano grandemente, oltre misura, stupiti in se stessi e meravigliati, perché il loro cuore era indurito. (Mc 6, 45-53)
Colui che un tempo, mediante simboli, aveva parlato con Mosè sul monte Sinai, nel roveto ardente - dicendo Io sono Colui che è (Es 13, 14) - è il Dio-Uomo, morto, risorto e vivente in eterno. Chi è stato immerso in lui, è stato immerso nella sua morte, e chi è stato immerso nella sua morte, partecipa alla sua risurrezione tutto intero: spirito, anima e corpo.
“Guardate le mie mani e i miei piedi: proprio Io Sono! Palpatemi e vedete: uno spirito non ha carne e ossa come vedete che io ho”. Ma poiché per la gioia non credevano ancora, pieni di stupore, egli disse loro: “Avete qualcosa da mangiare, qui?” Gli diedero una porzione di pesce arrosto e un favo di miele. Egli prese, e mangiò davanti a loro. (Lc 24, 39-43)

Dove si possono leggere queste verita'?

Nei libri divini che la Chiesa ci ha trasmesso:
Innanzitutto, il Vangelo (secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni); segue il libro degli Atti degli Apostoli. Abbiamo poi 14 Lettere dell‘apostolo Paolo (ai Romani; ai cristiani di Corinto (2), della Galazia, di Efeso, Filippi, Colossi, Tessalonica (2); a Timoteo (2), Tito e Filemone; agli Ebrei) e 7 Encicliche, a tutte le chiese (di Giacomo, Pietro (2), Giovanni (3) e Giuda). Completa le Sacre Scritture il Libro della Rivelazione che l’apostolo Giovanni ebbe sul finire del 1° secolo, mentre era relegato a Patmos. [Nel 13° secolo, dall’Occidente si è diffuso l’uso di dividere le Scritture in capitoli e versetti, per facilitare la ricerca]

Come si puo' conoscere bene la fede ortodossa?

Studiando con attenzione le opere scritte dai nostri padri, alcuni dei quali – per esempio, san Gregorio d’Agrigento o san Giuseppe di Siracusa – sono astri splendenti nel firmamento della Chiesa. Leggendo con amore le Vite dei nostri santi. Frequentando infine, con assiduità e specialmente nelle principali feste, i monasteri e le sante chiese di Dio.

Quali sono le principali feste dell’anno?

Oltre le continue memorie degli Angeli, di Patriarchi e Profeti, di Apostoli, Martiri, di sante e di santi, le principali feste dell’anno sono: 1 settembre, inizio dell’anno; 14 settembre, ricordo di quando (nel 628) l’imperatore Eraclio riscattò dalle mani dei Persiani il prezioso legno della Croce; 21 novembre, Isodia (ingresso) della Madre di Dio:
David radunò tutta la gioventù d'Israele, e si alzò e partì David, e tutto il popolo con lui, e principi di Giuda salirono per trasportare di là l'arca di Dio, che è designata con il nome del Signore degli eserciti, che siede su di essa sui cherubini; e in quel giorno David ebbe paura del Signore e disse: “Come entrerà da me l’arca del Signore?”. (da Regni II 6, 1-9)
Il 9 dicembre, il giorno in cui i santi Gioacchino ed Anna concepirono la Madre di Dio; 25 dicembre, Nascita secondo la carne del nostro salvatore Gesù Cristo e, otto giorni dopo, 1 gennaio, la sua Circoncisione:
Disse Dio: “Il fanciullo di otto giorni sarà circonciso da voi, ogni maschio nelle vostre generazioni e sarà, la mia alleanza, sulla vostra carne per alleanza eterna. E il maschio non circonciso, che non sarà circonciso nella carne del suo prepuzio nel giorno ottavo, sarà eliminata questa anima dalla sua stirpe, perché la mia alleanza ha infranto”. (da Gen 17, 9-14)
6 gennaio, Teofania (manifestazione di Dio) al Giordano e santificazione dell‘acqua; 2 febbraio, Incontro del Signore:
La Madre ignara di nozze, portando al tempio colui che è rifulso dal Padre prima dei secoli, e da grembo verginale alla fine dei tempi, presentava colui che sul monte Sinai aveva dato la Legge ma ora ubbidiva al comando della Legge. Accogliendolo tra le braccia, Simeone esultò acclamando “Dio è costui!” al redentore delle anime nostre coeterno al Padre.
25 marzo, Annunciazione del Signore:
Al sesto mese [da settembre] Dio mandò l'angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nàzaret, a una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di David: il nome della vergine era Maria. Egli entrò da lei e disse: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Ella rimase turbata dalla parola, e si domandava cosa fosse questo saluto. L'angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai nel ventre e partorirai un figlio. Lo chiamerai Gesù. Sarà grande, e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di David, suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per i secoli e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all'angelo: “Come avverrà? poiché io non conosco uomo”. L'angelo le rispose “Lo Spirito Santo verrà su di te e la Potenza dell'Altissimo ti adombrerà; perciò anche il generato santo sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, anche Elisabetta, tua parente, ha concepito un figlio nella sua vecchiaia, e questo è per lei il sesto mese, che prima era chiamata sterile. Presso Dio non c’è parola impossibile”. Disse allora Maria: “Ecco la serva del Signore; a me sia secondo la tua parola”. (Lc 1, 26-38)
Il 23 settembre si ricorda quando i santi Zaccaria ed Elisabetta concepirono il Precursore e, il 24 giugno, la sua nascita: il 29 agosto si ricorda la sua decapitazione.
Il 6 agosto, è per noi una straordinaria festa: colui che un tempo aveva parlato con Mosè sul monte Sinai, dicendo: ‘Io sono Colui che è’, conservando indenne il roveto tra le fiamme, oggi sul monte Tabor si mostra Uno in due nature.
Il 15 agosto si celebra il Transito della Madre di Dio:
Madre di Dio, madre della vita, le nubi hanno rapito in aria gli apostoli, e di coloro che erano sparsi per il mondo hanno fatto un unico coro intorno al tuo corpo purissimo; seppellendolo con venerazione, essi acclamavano cantando le parole di Gabriele: Rallegrati, piena di grazia, Vergine e madre senza nozze, il Signore è con te!

Quali sono i periodi principali di digiuno?

Gesù Cristo stesso ha digiunato e raccomandava anche al popolo di digiunare. Il digiuno non è un insieme di prescrizioni per una dieta e non viene effettuato per ottemperare esigenze legalistiche. Il digiuno, accompagnato dalla preghiera, è un aiuto spirituale che disciplina il corpo e l’anima e permette all’uomo di portarsi più vicino a Dio, specialmente durante i periodi di preparazione che precedono le grandi feste della Chiesa. Il digiuno è regolato dalla chiesa nel modo seguente:
I. Eliminare la carne ed i suoi derivati, compresi i latticini, il pesce e l’olio, nei seguenti periodi:
* ogni Mercoledì e Venerdì;
* durante la Santa e Grande Quaresima, dal Lunedì Puro fino a Sabato Santo;
II. Eliminare la carne ed i suoi derivati, compresi i latticini:
* durante il digiuno degli SS Apostoli (Lunedì dopo la Domenica di Tutti i Santi);
* durante il digiuno della Dormizione (1-14 agosto);
* durante il digiuno del Natale, dal 15 novembre al 24 dicembre.
III. Durante il periodo di digiuno è permesso l’olio e il vino il sabato e la domenica.
Il pesce si consuma nei seguenti giorni di digiuno:
* nella festa dell’Annunciazione (25 marzo);
* la Domenica delle Palme;
* durante il digiuno dei SS Apostoli (tranne Mercoledì e Venerdì);
* nella festa della Trasfigurazione (6 agosto);
* durante il digiuno di Natale (15 novembre-17 dicembre, tranne Mercoledì e Venerdì).

IV. Digiuno austero, che consiste nell’assistenza anche dell’olio e del vino, si pratica nei seguenti giorni:
* nella vigilia dell’Epifania (5 gennaio);
* durante la Santa e Grande Settimana;
* nella festa della Decapitazione di San Giovanni Battista (29 agosto);
* nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre).
V. Periodi esenti da ogni tipo di digiuno:
* Settimana dopo la Domenica del Fariseo e Pubblicano;
* Settimana del Rinnovamento (la settimana subito dopo la Santa Pasqua);
* Settimana dopo la Pentecoste;
* Periodo tra Natale ed Epifania (26 dicembre-4 gennaio).

Quando si celebra la Pasqua?

La Chiesa Ortodossa celebra la santa Pasqua in una data diversa dalle altre Chiese cristiane dell’Occidente.
Durante il concilio di Nicea i 318 Padri che convennero, svoltosi a Nicea, nella Bitinia dell’Asia Minore, nel 325 d. C., decretarono che in futuro la Pasqua sarebbe stata celebrata la Domenica immediatamente successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera, cioè dopo il primo giorno di primavera; ma sempre dopo la celebrazione della Pasqua ebraica, al fine di mantenere un’aderenza con la sequenza biblica degli avvenimenti.
Mentre la Chiesa Ortodossa ha attuato fedelmente questa disposizione conciliare nelle Chiese occidentali la data della Pasqua non viene necessariamente preceduta dalla festa ebraica del Passaggio. Così romano-cattolici e protestanti celebrano la Pasqua indipendentemente da qualsiasi riferimento al giorno della Pasqua ebraica.. La Chiesa Ortodossa, invece, conformandosi fedelmente all’antica prassi della Chiesa indivisa dei SS Padri celebra la Santa Pasqua sempre dopo la festività ebraica del Passaggio, osservando, ovviamente, anche la prima parte della decisione del Concilio Niceno I.

Quali sono le feste a data mobile?

Quelle legate alla celebrazioni della Pasqua: quindi, non solo l’Ascensione e la Pentecoste ma anche quei sabati in cui facciamo memoria dei nostri cari defunti, nell’attesa del ritorno di Cristo:
Quando verrai per il giusto giudizio, un fiume di fuoco scorrendo dal tuo tribunale colpirà tutti di sbigottimento; le potenze celesti ti assisteranno, e gli uomini, pieni di timore, saranno giudicati, ciascuno secondo le sue opere… I libri saranno aperti e davanti al tuo insostenibile tribunale verranno rese pubbliche le opere degli uomini. Noi dunque ti supplichiamo, o buono: Sii indulgente con noi che a te cantiamo, o solo misericordioso.
Secondo i decreti dei Santi Padri noi prendiamo e votiamo le stesse decisioni sui privilegi della santa Chiesa di Costantinopoli, la nuova Roma. I Padri, infatti, hanno giustamente accordato alla sede di Roma Antica i suoi privilegi, perché è la città imperiale. Per lo stesso motivo i piissimi vescovi hanno accordato eguali privilegi alla santa sede di Nuova Roma, giudicando a ragione che la città onorata dalla presenza dell’Imperatore e del Senato, e che gode degli stessi privilegi della vecchia città imperiale, Roma, ha, come quella, grandi impegni ecclesiastici.
I vescovi delle diocesi che vivono in regioni barbare saranno ordinati dalla Santa Sede della santa Chiesa di Costantinopoli.
4° Concilio Ecumenico.


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