Questa del Cristo è la rivelazione personale, unica e completa di Dio
agli uomini per la loro illuminazione e salvezza. Una seconda illuminazione
da parte di Dio non ci sarà più ed oltre al Cristo non può
essere atteso un altro Messia sino alla fine del mondo.
La Verità, insegnataci e rivelataci da Dio, non può essere paragonata
con le religioni e le dottrine filosofiche che sono frutto della mente umana.
Il Sangue del Figlio di Dio non può essere posto sullo stesso piano dell’inchiostro
degli uomini di lettere.
Dobbiamo combattere i tentativi di una simile equiparazione in primo luogo approfondendo
la nostra conoscenza della Fede Ortodossa, applicandola alla vita quotidiana,
penetrando in essa come lo studioso approfondisce 1e sue scoperte, sollevandoci
cioè dai gradini più bassi all’altezza de11a Fede perfetta.
INTRODUZIONE
LA RELIGIONE CRISTIANA IN GENERE
Che cosa è la religione cristiana?
La religione cristiana è la conoscenza nel Cristo dei più importanti
misteri dell’essere e della vita, conoscenza che gli uomini possono conseguire
solo credendo in lui, non con i loro sforzi individuali.
Quali sono i più importanti misteri dell’essere e della vita di
cui solo il Cristo ha la vera conoscenza?
Ci Sono:
• Il mistero delle realtà invisibili di Dio, degli Angeli e dell’anima
umana.
Il mistero della creazione del mondo e della sua fine.
• Il mistero di Dio che incessantemente guida l’uomo e tutta l’umanità
ad un fine prestabilito, secondo la sua sapienza e la sua potenza.
• Il mistero del peccato dell’uomo, della sua caduta e Redenzione
grazie all’incarnazione del Verbo.
• Il mistero del Regno di Dio quale fino ultimo della vita terrena dell’uomo
e quella della vita retta che conduce a questo fine, cioè del comportamento
dall’uomo nei confronti di se stesso, del suo prossimo e di Dio.
• Il mistero della resurrezione dei morti, del giudizio finale e della
vita eterna.
Altri fondatori di religioni, intellettuali e filosofi hanno tentato di riso1vevere
questi misteri?
Certamente ci sono stati molti. Ma 1’hanno fatto solo con le loro limitate
forze umane, con la meditazione e con lo studio tenace del mondo e della natura
umana. Tutti i loro tentatavi terminavano con premesse e varie teorie in netto
contrasto le une con le altre.
In che cosa consiste la superbia nei loro confronti della conoscenza nel Cristo?
Nella superiorità del Cristo quale testimone oculare. Infatti egli afferma:
“Io dico ciò che ho visto” (Gv. 7,38), e così pure
“Nessuno è salito al Cielo all’infuori di colui che è
sceso dal Cielo, il Figlio dell’Uomo che è in Cielo” (Gv.
3.13). Ai dottori della legge del suo tempo disse: “Voi venite dal basso,
io dall’alto; voi siete di questo mondo,
mentre io non so sono di questo mondo” (Gv. 8,23). Ad uno dei capi d’Israele
dichiarò:
“In verità, in verità ti dico: parlo di ciò che so
e testimonio ciò che so e testimonio ciò che ho visto.”
(Gv. 3,11). E molte altre affermazioni di questo genere egli fece con l’autorità
di un testimone oculare che ha conosciuto tutti i misteri del Cielo e della
terra, tanto che la gente si stupiva della sua scienza, poiché "nessuno
mai par1ò come
quello uomo” (Gv. 7,46).
Infatti, nella vita quotidiana prestiamo maggior fede ad un testimone oculare
anziché d un teorico o ad un filosofo. Ma ci sono stati anche altri fondatori
di religioni, i quali hanno affermato d’aver ricevuto la loro dottrina
da singoli angeli.
Questi ultimi sono testimoni oculari di grandi misteri. Che ne dobbiamo pensare?
E’ vero cha alcune volte il Signore mandò i suoi angeli a singole
persone per istruirle e guidarle. Ma più spesso furono gli uomini ad
avere false visioni, in cui apparivano spiriti maligni sotto l’aspetto
d’angeli. Inoltre il caso del Cristo è del tutto diverso, in quanto
non fu né istruito né guidato da angeli. Anzi fu lui a comandare
alle schiere
angeliche ed a cacciare gli spiriti maligni dagli uomini. Gli angeli lo servivano,
mentre i demoni tremavano davanti a lui.
In tal caso dobbiamo ritenere che la religione cristiana sia superiore a tutte
le altre sulla terra?
La fede cristiana non si potrebbe neppure paragonare con le altre religioni
e, se dovessimo usare un linguaggio preciso, non si dovrebbe neppure chiamare
“religione” nel significato pagano che assume questo termine. Infatti,
essa non è una religione tra le altre, ma è la Fede nel Cristo,
e la rivelazione del Cristo. È la rivelazione personale,
unica e perfetta di Dio agli uomini per la loro illuminazione e salvezza. Una
seconda rivelazione da parte di Dio non ci sarà ed oltre al Cristo non
può essere atteso un altro Messia sino alla fine del mondo.
Che dobbiamo allora pensare di alcuni tentativi contemporanei di porre la fede
cristiana sullo stesso piano di tutte le altre religioni?
Si tratta dei tentativi sbagliati e do un esperimento pericoloso. Giacché
“Iddio non si lascia vilipendere” (Gal. 6,7) ed il sangue del Figlio
di Dio non può essere posto sullo stesso piano dell’inchiostro
degli uomini di lettere. Sebbene noi, in quanto membri dell’antica chiesa
orientale, siamo condiscendenti di fronte ad ogni essere umano, cioè
tuttavia severamente proibito di paragonare la verità rivelata da Dio
con le religioni e con le filosofie che sono frutto di menti umani.
Con quali mezzi possiamo lottare contro i tentativi di livellamento?
In primo luogo approfondendo le nostre conoscenze della fede ortodossa, mettendola
in pratica nella vita quotidiana, penetrando in essa come lo studioso approfondisce
le sue scoperte. Inoltre contribuendo con sforzi nobili e prudenti – senza
fare mai uso della violenza – affinché gli uomini si sollevino
dai livelli più bassi della religione all’altezza della nostra
fede contemporanea anziché permetter per motivi di convenienza che ciò
che è perfetto si abbassi e si confonda con quanto non lo è.
Perché chiamiamo viva la nostra fede?
Poiché la fede e la vita sono inseparabilmente unite in quanto causa
ed effetto. Il Signore Gesù ha detto: “Chi crede nel Figlio (di
Dio) ha la vita eterna e chi in lui non crede, non vedrà la vita, ma
l’ira di Dio resta su di lui” (Gv. 3,36). Così pure si legge:
“Il giusto vivrà della fede” (Ebr. 10,38)
CAPITOLO I
ORIGINE E FONTE DELLA FEDE ORTODOSSA
Dove è l’origine
della fede ortodossa?
Nella rivelazione divina.
A quali fonti possiamo attingere la conoscenza della fede o la rivelazione divina?
A due fonti: La Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione.
LA SACRA SCRITTURA
Che cosa è la Sacra Scrittura?
E’ la raccolta dei testi sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento,
che è chiamato anche Bibbia.
Perché si chiama Sacra Scrittura?
Poiché Iddio, che è santissimo, ispirò e guidò alcuni
uomini santi nello scrivere questi libri con il fine d’insegnarci una
vita santa.
Che cosa significa il termine Bibbia?
È un termine greco e significa – libri. Ma esso no è in
questo caso usato nel senso di “raccolta”, ma in relazione alla
qualità. Insomma non indica un gran numero di libri, ma i libri più
perfetti che essistono, quelli cioè che per loro valore stanno al vertice
della piramide di tutti i libri.
LIBRI DELL’ANTICO TESTAMENTO
Come si divide i libri dell’Antico Testamento?
Si dividono in quattro gruppi: giuridici, storici, didascalici o morali e profetici.
Quali sono i libri giuridici dell’Antico Testamento?
Sono i cinque libri di Mosé (Pentateuco), cioè:
1. Genesi - libro della creazione;
2. Esodo – libro dell’emigrazione;
3. Levitino – libro del sacerdozio e dell’offerta delle vittime;
4. Numeri;
5. Deuteronomio - libro della ricapitolazione della legge.
Che cosa ci insegna la GENESI?
In primo luogo l’onnipotenza e la saggezza di Dio nella creazione grazie
al suo Verbo creatore; quindi l’immenso suo amore nel creare l’uomo
a sua somiglianza; in terzo luogo l’assoluta giustizia divina nella cacciata
dal Paradiso dei nostri progenitori Adamo ed Eva, i quali, spinti da Satana,
ingrato volsero le spalle al loro creatore per seguire colui che li portava
alla loro rovina. E questa fu anche la causa della tragedia del genero umano.
Che cosa c’insegnano i libri giuridici dell’Antico Testamento?
Come Iddio insegnò agli uomini per mezzo dell’inevitabile legge
della Giustizia a preparasi ad accogliere la legge dell’amore per mezzo
di Gesù Cristo.
Quali sono i libri storici dell’Antico Testamento?
I libri storici sono:
1. Il libro di Giosuè;
2. Il libro dei Giudici;
3. I quattro libri del Re;
4. I due libri delle Cronache;
5. Il libro di Esdra;
6. Il libro di Nehemia;
7. Il libro di Ester.
Che cosa apprendiamo dai libri storici?
Essi ci dimostrano l’attiva partecipazione di Dio a tutti gli avvenimenti
importanti con il fine di guarire, per mezzo della Legge, la corrotta natura
dell’uomo, di allontanarlo dagli inganni dell’idolatria, opera di
Satana, e di riportarlo a sé, unico Dio vero ed amante degli uomini.
Quali sono i libri didascalici o morali dell’Antico Testamento?
1. Il libro di Giobbe;
2. Il libro dei Salmi;
3. Il libro dei Proverbi di Salomone;
4. Il libro dell’Ecclesiaste;
5. Il libro del Cantico dei Cantici.
Che cosa c’insegnano i libri didascalici o morali dell’Antico Testamento?
Da essi apprendiamo come affrontare gli avvenimenti quotidiani e come comportarci
in tutti i mutamenti della vita ed a non perdere mai di vista il Signore e la
sua Legge.
Quali sono i libri profetici dell’Antico Testamento?
1. I libri dei quattro Profeti Maggiori:
2. Isaia,
3. Geremia,
4. Ezechiele,
5. Daniele.
6. I libri dei dodici Profeti Minori:
7. Ossia,
8. Gioele,
9. Amos,
10. Abdia,
11. Giona,
12. Michea,
13. Naum,
14. Abbacuc,
15. Sofonia,
16. Aggeos,
17. Zaccaria,
18. Malachia.
Altri libri usati della Chiesa:
1. La Sapienza di Salomone;
2. La Sapienza di Sirach.
Questa divisione dei libri dell’Antico Testamento ha un carattere rigido?
No. C’è parecchia storia nei libri giuridici e profetici, come
pure non mancano profezie nella Genesi e nell’Esodo. I Salmi occupano
una posizione particolare tra gli altri libri.
Sebbene di solito si annoverino tra i libri didascalici o morali, essi sono
pieni di profezie che si riferiscono al Cristo. E, particolarmente, il Salterio
è il più grande libro di preghiera di tutta la Bibbia.
LIBRI DEL NUOVO TESTAMENTO
Quanti libri costituiscono il Nuovo Testamento?
Il Nuovo Testamento è praticamente un solo libro, poiché si riferisce
dall’inizio alla fine ad un tema centrale.
Qual è questo tema centrale?
E’una figura straordinaria, il Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Da quali libri minori è costituito il grande libro del Nuovo Testamento?
Da ventisette libri.
Può ognuno di essi chiamarsi “libro”?
Lo può per l’importanza, dell’argomento trattato, non per
la estensione. Infatti, alcune lettere degli Apostoli sono contenute in una
solo pagina a stampa.
Quali libri costituiscono il Nuovo Testamento?
1. I quattro vangeli:
• di s. Matteo
• di s. Marco
• di s. Luca
• di s. Giovanni
2. gli Atti degli Apostoli
3. le sette lettere cattoliche:
• una di s. Giaccomo
• due di s. Pietro
• tre di s. Giovanni
• una di s. Giuda
4. le quattordici lettere di s. Paolo
5. la Rivelazione o Apocalisse di s. Giovanni.
Che cosa significa il termine Vangelo?
Esso deriva dal greco – evangelion - che significa “buona novella”.
Perché è stato adoperato questo termine?
Per la figura del Cristo, che è la bontà perfetta e la novità
assoluta nella storia umana.
Chi per primo ha usato il termine – evangelion - nel Nuovo Testamento?
Lo stesso Gesù Cristo, il quale con queste parole si rivolse agli Ebrei
per la prima volta:
Pentitevi e credete nel Vangelo (Mr. 1,15).
Che cosa apprendiamo dai quattro Vangeli?
Apprendiamo che si sono realizzate tutte le promesse fatte da Dio agli uomini
nell’Antico Testamento e che tutte le profezie, da Adamo in poi, hanno
avuto il loro adempimento nella figura di Gesù Cristo.
Che cosa inoltre apprendiamo?
Da un lato impariamo a conoscere il carattere perfetto di Gesù Cristo,
di gran lunga più perfetto di quanto noi si possa concepire, la sua nobiltà
d’animo ed il suo amore immenso per gli uomini, la sua prontezza nel perdonare
e nell’aiutare, l’umiltà e la povertà della sua vita,
il suo sacrificio e le sue sofferenze per gli uomini. Dall’altro lato
conosciamo la sua perfetta divinità, la sua potenza ed il suo amore,
la sua resurrezione e la sua ascensione sopranaturali.
Insomma dai Vangeli conosciamo tutte le verità fondamentali concernenti,
il nostro Salvatore e la nostra Redenzione.
Perciò come potremo chiamare i Vangeli in confronto con gli altri libri
del Nuovo Testamento?
Potremmo chiamarli i libri della verità fondamentali.
Che cosa c’insegnano gli Atti degli Apostoli e le Lettere?
Da essi apprendiamo la scesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, la loro incessante
predicazione dei Vangelo dei Cristo, l’organizzazione da parte loro della
Chiesa, i miracoli da loro compiuti in nome di Gesù Cristo, la vita dei
primi Cristiani e delle prime comunità cristiane.
Perciò come potremmo chiamare gli Atti degli Aposto1i in confronto con
i Vange1i?
Li potremmo chiamare l’applicazione delle principali verità contenute
nei Vangeli.
Che cosa c’insegnano le lettere degli Apostoli?
Esse spiegano le verità fondamentali contenute nei Vangeli.
Come dunque dovremo chiamare queste lettere in confronto con i Vangeli?
Si dovrebbero chiamare spiegazioni delle verità fondamentali del Cristo.
Che cosa apprendiamo dall’Apocalisse dell’Apostolo s. Giovanni il
Teologo?
In essa impariamo a conoscere la dura lotta della Chiesa contro tutte le fiere
del mondo e dell’inferno ed il trionfo finale del Cristo, l’Agnello
di Dio, su tutte le forze bestiali delle tenebre.
Come dunque si dovrebbe chiamare l’Apocalisse in confronto con i Vangeli?
Sarebbe giusto chiamarla il libro della VITTORIA finale delle verità
fondamentali contenute nei Vangeli alla fine del dramma di questo mondo, il
cui eroe principale dall’inizio è stato Gesù Cristo, nostro
Signore e Salvatore.
LA SANTA TRADIZIONE
Che cosa è la Santa Tradizione?
Essa è costituita da tutto i1 patrimonio spirituale che abbiamo ereditato
di nostri Santi
Padri, patrimonio che è in perfetta armonia con la Sacra Scrittura e
che ci aiuta ad
interpretarla esattamente.
È più antica la Sacra Scrittura o la Sacra Tradizione?
La Santa Tradizione.
Quale delle due è più ampia?
La Santa Tradizione, come conferma s. Giovanni Evangelista allorché scrive:
E ci sono molte altre cose compiute da Gesù, che fossero tutte scritte
per ordine, penso che i libri, ne le conterrebbero scritte, non potrebbero trovare
posto neppure in tutto il mondo (Gv. 21,25).
Che cosa in particolare comprende la Tradizione?
Essa comprende:
• una serie di brevi esposizioni e formulazioni della fede ortodossa;
• la dottrina dei sette sacramenti assieme ai riti con cui vengono celebrati;
• i canoni apostolici;
• i canoni dei Sette Concili Ecumenici che furono tenuti:
o Nicea nell’anno 325 e vi presero parte 318 s. Padri;
o Costantinopoli nel 381 alla presenza di 150 s. Padri;
o Efeso nel 431 con la partecipazione di 200 s. Padri;
o Calcedonia nel 451 alla presenza di 360 s. Padri;
o Costantinopoli nel 553 con 160 s. Padri;
o Costantinopoli nel 680 con la partecipazione di 170 s. Padri;
o Nicea nel 787 e vi parteciparono 367 s. Padri.
A tutti questi Sette Concili Ecumenici parteciparono dunque complessivamente
circa 2000 rappresentati della Chiesa provenienti da tutto il mondo.
• I Canoni d’alcuni Sinodi locali;
• Le regole sulla disciplina ecclesiastica di s. Basilio il Grande e di
altri santi;
• Gli scritti dei Santi Padri della Chiesa;
• Le Liturgie e le altre ufficiature della Chiesa;
• Le vite dei Santi e dei Martiri;
• Pii usi e tradizioni, segni e simboli in cui si manifestano la nostra
fede, speranza
e carità.
Si può separare la Tradizione della Sacra Scrittura?
No, sono inseparabili, poiché nella luce della Tradizione interpretiamo
esattamente la Sacra Scrittura ed alla luce di questa ultima apprezziamo ed
amiamo la Tradizione.
Quali sarebbero le conseguenze se avvenisse questa separazione?
Le gravi conseguenze di questa separazione si sono manifestate nell’interpretazione
errata della Sacra Scrittura, nei conflitti, nelle eresie, negli scismi ed infine
nella lacerazione dell’unità della Chiesa Cattolica.
Chi è chiamato a custodire il testo della Sacra Scrittura e la purezza
della
Tradizione perché non siano corrotti?
La Chiesa, la quale, secondo le parole dell’Apostolo, è “la
colona ed il fondamento della verità” (ITim. 3,15). Ed in primo
luogo questo è un dovere della gerarchia ecclesiastica.
CAPITOLO II
LA PROFESSIONE ORTODOSSA DELLA FEDE CRISTIANA
Che cosa è la professione ortodossa della Fede Cristiana?
Sono le verità del Cristianesimo esposte in forma succinta nella professione
di fede della Chiesa Ortodossa orientale. Questa professione di fede si chiama
anche Simbolo della Fede.
Esiste un solo modello di professione della fede?
Ce ne sono più di uno, come il Simbolo degli Apostoli, il Simbolo di
s. Atanasio Grande e quello di s. Gregorio di Neocesarea. Ma quello che ora
esporremmo, è il più usato nella Chiesa Ortodossa e fu composto
in due Concili Ecumenici, quello di Nicea dell’anno 325 e quello di Costantinopoli
del 381.
Esso è composto dei seguenti dodici articoli:
1. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
2. Ed in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato
dal Padre prima di tutti i secoli; Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato,
non creato; della stessa sostanza della stessa sostanza del Padre; per mezzo
di Lui tutte le cose sono state create.
3. Che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e si è
incarnato per opera dello Spirito Santo e della vergine Maria e si e’
fatto uomo
4. Fu pure crocifisso per noi sotto Ponzio Pillato, e patì e fu sepolto;
5. E il terzo giorno e’ risuscitato, secondo le Scritture.
6. E’ salito al cielo e siede alla destra del Padre.
7. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e
il Suo regno non avrà fine.
8. Credo nello Spirito Santo, che e’ Signore e da’ la vita, e procede
dal Padre e con il Padre e il Figlio e’ adorato e glorificato: e ha parlato
per bocca dei profeti.
9. E nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica.
10. Professo un solo battesimo per la remissione dei peccati.
11. Aspetto la resurrezione dei morti;
12. E la vita del mondo che verrà. Amen.
SPIEGAZIONE DEL SIMBOLO DELLA FEDE
IL PRIMO ARTICOLO DEL SIMBOLO
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di
tutte le cose visibili e invisibili.
Perché crediamo in un solo Dio?
Perché uno solo è il vero Dio.
Quale è natura di Dio?
Iddio è spirito, infinito, immutabile, irraggiungibile, eterno, senza
principio e fine.
Quali sono gli attributi essenziali di Dio?
Iddio è perfetto nella sua santità, bontà, giustizia, verità,
libertà, saggezza, onnipotenza, misericordia, onnipresenza, onniscienza
ed autosufficienza.
Perché chiamiamo Iddio Padre?
Perché è il Padre di Gesù cristo, suo Figlio Unigenito
e pure di quanti, rigenerati attraverso il Cristo, diventano suoi figli.
Perché Iddio è chiamato Creatore?
Perché egli ha creato tutte le cose visibili ed invisibili con la sua
potenza e con la sua saggezza e nulla è esistito o esiste senza la sua
volontà. Egli è il Creatore ed è Onnipotente.
Che cosa s’intende con il termine “cielo”?
Gli Angeli, i quali sono spiriti invisibili ed il cui numero è infinito.
Sono gli Angeli simili agli uomini?
Lo sono. Infatti, come gli uomini, sono esseri forniti di intelletto, sensi,
forza e di un nome proprio. Come gli uomini, essi trovano in Dio la loro felicità.
In che cosa gli Angeli differiscono dagli uomini?
Gli Angeli sono incorporei ed immortali.
Chi sono gli Angeli custodi?
Sono gli Angeli che hanno il compito di custodire i singoli uomini. Ciò
è stato confermato dal Cristo stesso con le parole: State attenti a non
disprezzare alcuno di questi piccoli, poiché vi dico che il loro Angeli
nei cieli sono continuamente in presenza del Padre mio celeste (Mt. 18,10).
Sono uguali tra loro gli Angeli?
Tutti gli Angeli hanno la stessa natura, ma si distinguono nella gloria, nella
potenza e nell’attività. Ci sono nove ordini di Angeli:
• Troni, Cherubini, Serafini
• Dominazioni, Virtù, Potesta`
• Principati, Arcangeli, Angeli
Gli Angeli nella Bibbia sono chiamati anche con qualche altro nome?
Molto spesso si chiamano “esercito celeste” e “esercito del
Signore”.
Perché sono chiamati con questi nomi di tipo militare?
Poiché sono esercito divino che lotta contro gli spiriti maligni, che
sono avversi a Dio ed attaccano gli uomini.
Chi sono i spiriti maligni?
Sono gli Angeli che si sono allontanati da Dio e sono diventati nemici suoi
e degli uomini.
Quale altro nome hanno gli spiriti maligni?
Diavoli, cioè calunniatori o diffamatori, in quando incessantemente calunniano
e diffamano e diffamano il Signore e gli uomini.
A quali cattive azioni i diavoli incessantemente spingono gli uomini?
A tutti i desideri peccaminosi ed a tutte le opere malvagie che sono contro
la legge di Dio, ed in particolare all’odio, alla menzogna ed alla violenza,
come disse il Cristo agli Ebrei che lo perseguitavano: Il vostro padre è
il diavolo e volete fare ciò che al padre vostro è gradito. Egli
è dall’inizio omicida, non è nella verità, perché
in lui non c’è
verità. Quando mente, dice ciò che gli è proprio, poiché
è menzognero è padre della
menzogna. (Gv. 8,44).
Come possiamo sapere che singoli individui sono in preda al demonio?
A causa del loro odio verso Iddio e gli uomini, per le loro menzogne e violenze.
Che nome maggiormente temono i diavoli?
Quello del Signore Gesù Cristo.
Che nome odiano maggiormente i senza Dio?
Quello del Signore Gesù Cristo.
IL SECONDO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
Ed in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal
Padre prima di tutti i secoli; Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato,
non creato; della stessa sostanza della stessa sostanza del Padre; per mezzo
di Lui tutte le cose sono state create.
Che cosa significa il nome Gesù Cristo?
Gesù significa "Salvatore, poiché egli è venuto per
salvare gli uomini da Satana, dal peccato e dalla morte. Cristo significa l'Unto
(ed in quanto tale re, sacerdote, profeta).
In qual modo Gesù Cristo è Figlio di Dio?
Egli è l'unico Figlio di Dio che sia generato, non creato.
Sussiste una grande differenza tra "generato" e "creato"?
La differenza è grandissima. Come l'uomo genera un figlio che è
della sua stessa natura, ma crea congegni che non sono della sua stessa natura,
così Iddio genera il Figlio dalla sua stessa natura, mentre ha creato
e crea un infinito numero di esseri che non sono della sua stessa natura.
Perché è chiamato ‘Luce da luce ’?
Poiché il Padre suo è l’eterna luce della sapienza e dell’amore,
per cui è logico che il Figlio di un tale Padre sia “luce da luce”.
Perché di lui si dice “Dio vero da Dio vero”?
Per la stessa ragione. Ciò avviene anche nella vita quotidiana: ad es.
anche del figlio di un uomo possiamo dire che è un vero uomo nato da
un vero uomo, poiché il figlio sempre e dappertutto ha la stessa natura
dei suoi genitori. Perciò anche il Signore Gesù Cristo, in quanto
è Figlio di Dio, è vero Dio nato dal vero Dio. Egli stesso ha
detto: “Io
ed il Padre costituiamo un’unità (Gv. 10,30).
Perché diciamo: “per mezzo del quale tutto è stato creato”?
Perché Iddio per mezzo del Figlio creò tutto ciò che esiste
nel cielo e sulla terra, come è confermato dalla Bibbia: “Tutto
per mezzo suo è stato fatto e senza di lui nulla è stato fatto
di ciò che esiste”(Gv. 1,3).
IL TERZO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
Che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e si e’
incarnato per opera dello Spirito Santo e della vergine Maria e si è
fatto uomo.
Perché il Figlio di Dio, Gesù Cristo, scese dal Cielo, cioè
dalla sua eterna gloria e dalla sua beatitudine, in questo mondo di sofferenza?
Per gli uomini e per la loro salvezza.
Quale fu la causa per cui scese dal Cielo? Che cosa lo spinse a questa decisione?
La misericordia ed il suo infinito amore per gli uomini.
Egli è venuto sulla terra per tutti gli uomini?
Il Cristo è venuto a portare la salvezza a tutti gli uomini. Ma si sono
salvati solo coloro che hanno creduto in lui e che al suo amore hanno corrisposto
con il loro amore.
Che cosa significano le parole: “si e’ incarnato per opera dello
Spirito Santo e della vergine Maria e si è fatto uomo”?
“Incarnato” significa rivestito di un corpo. La Santissima Vergine
Maria concepì Gesù non in modo naturale, ma sopranaturale, per
la potenza dello Spirito Santo.
Come fu possibile che la Vergine generasse il Figlio senza alcun contatto umano?
A Dio Onnipotente tutto è possibile. Con la Sua potenza egli cerò
all’inizio l’uomo e la donna, Adamo ed Eva. Così pure con
la Sua potenza egli fece sì cha la Vergine Maria
concepisse Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio.
Che cosa ha in comune Gesù Cristo con gli altri uomini?
Egli ebbe il corpo umano e l’anima umana come ogni altro uomo, ma fu libero
dal peccato. Fu un uomo perfetto, senza peccato né difetti.
In che cosa differisce Gesù Cristo da tutti gli altri uomini nella storia?
Nell’unione delle due nature, la divina e l’umana, in una solo persona.
Gli uomini sono solo uomini, mentre egli è stato Uomo – Dio.
Perché chiamiamo Vergine Maria Madre di Dio, Theotokos?
Poiché le due nature del Salvatore, la divina e l’umana, furono
unite nel momento del concepimento. Così Iddio e l’uomo nacquero
da essa nello stesso momento in una sola persona.
Perché la Madre di Dio è detta sempre Vergine?
Poiché fu vergine prima della nascita, durante la nascita e dopo la nascita
di Gesù Cristo. Essa rimase vergine per sempre.
Venera la Chiesa Ortodossa, la Madre di Dio come santa?
Certamente, e la venera più di tutti gli altri Santi, addirittura più
degli Angeli, perché fu scelta da Dio come strumento della salvezza del
genere umano in quando generò il Salvatore.
Perché il Cristo è chiamato Salvatore?
Poiché è venuto nel mondo per salvare gli uomini da Satana, cioè
dal peccato e dalla morte. Giacché Satana provocò il peccato e
da esso ebbe origine la morte.
Quando fu compiuto il primo peccato?
Nel Paradiso terrestre, allorché Adamo ed Eva insorsero contro il Signore
e si sottomisero a Satana.
Quale rapporto sussiste tra l’umanità ed il peccato di Adamo?
Il genere umano ha ereditato quel peccato dai suoi progenitori. Come anche noi
ereditiamo alcune malattie dai nostri genitori, così abbiamo ereditato
il peccato dai progenitori dell’umanità.
È stato solo per questo peccato che il Cristo è venuto sulla terra
per salvare gli uomini?
No, a questo primo peccato si aggiunsero innumerevoli altri, così che
per una lunga serie di secoli gli uomini caddero completamente sotto il dominio
di Satana.
Perché Iddio non fece sorgere un grande uomo – un genio –
che compisse l’opera del Cristo? In tal modo avrebbe risparmiato suo Figlio?
Tutti gli uomini erano peccatori e mortali, anche più grandi ed i migliori.
Tutta l’umanità era in preda al peccato. Satana e la morte dominavano
nel mondo, finché non scese dal Cielo l’unico Salvatore, che potesse
sottrarci al dominio di Satana, più forte di lui, senza peccato ed immortale,
il quale apportò al genere umano la liberazione e la salvezza.
IL QUARTO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
Fu pure crocifisso per noi sotto Ponzio Pillato, e patì e fu sepolto.
Chi accusò Gesù Cristo?
I sacerdoti ebrei ed i Farisei, che invidiavano il Cristo, perché compiva
grandi miracoli, che essi non potevano fare e perché il popolo era più
favorevole a lui che a loro.
Chi fu il giudice che lo condannò a morte?
Ponzio Pillato, governatore romano della Palestina, nella sua veste di rappresentante
dell’imperatore.
Perché è appositamente richiamato il nome di Ponzio Pillato?
Per confermare storicamente la morte di Gesù Cristo così come
nel racconto evangelico della sua nascita è richiamato l’imperatore
Augusto.
Per quale colpa o delitto Pillato condannò a morte Gesù?
Per nessuno. Pillato di fronte ai sacerdoti ebraici ed al popolo affermò:
“Non trovo in quest’uomo alcuna colpa”, e ripete: “Avendolo
interrogato davanti a voi, non ho trovato in lui alcuna colpa”. Cosi pure
per la terza volta disse loro: “ Quale male ha commesso?
Non ha compiuto nulla per essere condannato a morte”. Ma, per paura degli
Ebrei, lo
fece crocifiggere (cfr. Lc 23,4; 15; Gv. 18,38; 19,4-6).
Perché la giustizia divina permise che Gesù morisse d’una
morte così tremenda pur essendo completamente innocente?
Egli non morì per uno solo peccato, ma per le nostre colpe. La eterna
giustizia divina esigeva una vittima così innocente ed inestimabile per
il peccato di Adamo e per le nostre colpe.
Ma c’era una ragione per sacrificio così immenso?
Sì, poiché con questo sacrificio Iddio dimostrò il sui
infinito amore per gli uomini. “Egli (Iddio) ci ha amato ed ha mandato
suo Figlio per purificarci dai nostri peccati” (1 Gv. 4, 10).
Perché chiamiamo Gesù Cristo Redentore?
Perché ci ha redento dal peccato e della morte con le sue sofferenze
e con la morte sulla croce.
Ma se era Dio immortale, come poté morire?
Egli non mori come Dio, ma come uomo. Né mai la sua divinità e
la sua anima hanno provato la morte.
In che consiste l’unicità e la grandezza del sacrificio del Cristo?
In primo luogo nella sua assoluta innocenza; quindi nel suo infinito amore per
gli uomini e nella sua obbedienza al Padre, infine nella sua volontà
di morire per i peccatori per salvarli.
IL QUINTO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
E il terzo giorno e’ risuscitato, secondo le Scritture.
Quale avvenimento rappresenta la più grande vittoria del Cristo?
La sua resurrezione dai morti.
Che cosa particolarmente ha confermato la sua onnipotente divinità?
La sua resurrezione.
Quale avvenimento ha confermato la vittoria del Cristo su Satana?
La sua discesa nell’Inferno.
Che cosa è l’Inferno?
Il regno delle tenebre, in cui Satana ha il potere della morte. Il Cristo “poté
calpestare con la morte colui che ha il potere della morte, cioè il diavolo”
(Ebr. 2,14).
Che cosa fece il Cristo nell’Inferno?
Con la sua discesa costrinse Satana a tremare ed a fuggire di fronte al suo
volto. Miriadi di anime, che lì soffrivano, gioirono per la discesa del
Cristo.
Che cosa fece il Cristo per quelle anime?
Predicò loro il suo Vangelo, la Buona Novella, e confermò la sua
vittoria su Satana e sulla morte. E poiché molti lo accolsero furono
salvati.
Quando avvenne la resurrezione del Cristo?
Il terzo giorno dopo la sua morte, così come più volte aveva predetto
ai suoi discepoli.
Egli morì il venerdì e risorse la domenica.
Chi furono i primi testimoni della resurrezione del Cristo?
Le guardie, a cui gli Ebrei avevano comandato di custodire la sua tomba.
A chi essi diedero la notizia della resurrezione del Cristo?
Ai sommi sacerdoti ed ai capi degli Ebrei.
Come reagirono costoro a questa notizia?
Essi si spaventarono e si turbarono, corruppero le guardie “con sufficiente
denaro” e comandarono loro di diffondere la voce che “i suoi discepoli
erano venuti di notte ed avevano rubato il suo copro mentre essi dormivano (Mt.
20,13 ).
Chi dei seguaci del Cristo apprese per primo la sua resurrezione?
Sulla sua tomba gli Angeli dissero alle donne galilee: "Perché cercate
tra i morti colui che è vivo? Non è qui, ma è risorto"
(Lc. 24,5).
Dimostrò il Cristo, al di fuori d'ogni dubbio, la sua resurrezione ed
a chi?
Certamente. Egli si presentò vivo con il corpo ai suoi discepoli e seguaci,
non una sola volta, ma più volte nel corso di giorni, come e descritto
nei Vangeli, negli Atti, nelle Lettere degli Apostoli e nell’Apocalisse.
Che cosa fece il Cristo nei 40 giorni intercorsi tra la resurrezione e la sua
ascensione al Cielo?
Insegnò ai suoi discepoli i più profondi misteri del Regno di
Dio (Att. 1,3) Perché nel “Credo” si dice che il Cristo risorse
il terzo giorno “secondo la scrittura”?
Poiché la sua resurrezione fu preannunciata nell’Antico Testamento
(Salmo 16, 9-10; Isaia 52). Il Cristo stesso si paragonò al profeta Giona
dicendo: Come Giona fu nel ventre del mostro marino per tre giorno e tre notti,
così anche il Figlio dell’Uomo sarà nel grembo della terra
tre giorni e tre notti (Mt. 12,40). E dopo la resurrezione disse
agli Apostoli: Cosi è scritto e doveva accadere che il Cristo soffrisse
e risuscitasse dai morti nel terzo giorno (Lc 24.46)
IL SESTO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
E’ salito al cielo e siede alla destra del Padre
Quando il Signore ascese al Cielo?
Quaranta giorni dopo la resurrezione.
Come si chiama questo giorno?
L’Ascensione.
Da che luogo il Signore ascese al Cieli?
Dal Monte degli Olivi.
Chi fu testimone della sua ascensione?
Tutti suoi fedeli discepoli.
Perché il Signore è asceso al Cielo?
Poiché aveva compiuto la sua opera tra gli uomini, andò alla sua
sede eterna.
Il Cristo è asceso al Cielo con il suo reale corpo umano?
Ceratamene, con il reale corpo umano risorto dai morti.
Perché ascese al Cielo visibilmente, davanti a molti testimoni?
Per convincere tutti coloro che cedettero in lui che anche essi nello stesso
modo sarebbero stati assunti al Cielo dopo la resurrezione dei morti.
Che significano parole: “siede alla destra del Padre”?
Gesù Cristo ha stesso maestà, gloria e potenza del Padre. Prima
dell’Ascensione egli confermò questa verità dicendo ai suoi
discepoli: “Mi è stato dato ogni potere sul Cielo e sulla terra”
(Mt.28,18)
IL SETTIMO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il
Suo regno non avrà fine.
Che cosa c’insegna questo articolo del “Credo”?
La seconda venuta del Cristo, il Suo giudizio sui vivi e sui morti, l’attuazione
del Suo eterno regno celeste.
Differirà la seconda venuta del Cristo dalla prima?
Differirà è sarà completamente diversa. La sua prima venuta
fu caratterizzata da profonda umiltà, perché egli si proponeva
di servire gli uomini e di scarificarsi per loro.
La seconda venuta sarà gloriosa e maestosa ed avrà per fine di
giudicare gli uomini, vivi e morti.
Come il Cristo annunciò la sua seconda venuta?
Egli disse: Quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua gloria e
tutti i santi Angeli con lui, allora siederà sul Trono della sua gloria.
Ed avanti a lui si raccoglieranno tutte le genti ed egli le dividerà
come il pastore separa le pecore dalle capre (Mt.25, 31-32). E successivamente
giudicherà i giusti e gli ingiusti secondo i loro meriti.
Sussiste qualche descrizione della sua venuta?
Ne sussistono alcune. Ad es., l’Apostolo Paolo, confortando loro che sono
in angoscia per i loro morti, dice: “Poiché il Signore stesso,
al segnale dato dalla voce degli arcangeli e dalla tromba divina, scenderà
dal Cielo e di morti in Cristo risorgeranno per primi” (1Tess. 4,16).
Esiste qualche altra testimonianza celeste sulla sua seconda venuta?
Allorché il Cristo ascese al Cielo, si presentarono agli Apostoli due
Angeli che dissero:
“Che state a guardare verso il Cielo? Gesù, che ora da voi si è
allontanato verso il Cielo, ritornerà così come ora avete visto
che è salito al Cielo” (Att. 1,11).
Che altro ci è rivelato sul giudizio finale?
Il Cristo stesso disse che, quando sarebbe ritornato nella pienezza della sua
potenza e della sua gloria, “avrebbe dato a ciascuno secondo le sue opere”
(Mt. 16,27).
Che cosa egli dirà ai c redenti ad ai buoni?
“Venite benedetti del Padre mio ed ereditate il regno che vi è
preparato dall’inizio dei secoli” (Mt. 25,34).
E che cosa dirà ai non credenti ed ai malvagi?
“Andatevene da me, maledetti, nel fuoco eterno, che è preparato
per il diavolo ed i suoi angeli” (Mt. 25,41).
Che cosa accadrà ala fine?
Gli eletti otterranno l’eterna beatitudine, i maledetti la dannazione
eterna.
Come sarà la seconda venuta del Signore?
Improvvisa: “Come il fulmine scocca dall’oriente e si mostra sino
all’occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’Uomo”
(Mt. 24,27) disse il Cristo.
Quando avrà luogo la sua seconda venuta, il giudizio finale e la fine
del mondo?
Non ci è stato rivelato il tempo di questi straordinari avvenimenti.
Il Signore soltanto ci ha ammonito ad essere sempre pronti ad accoglierlo: “Vegliate
– ha detto – e siate pronti, poiché, nel momento in cui meno
vi aspettate, verrà il Figlio dell’Uomo” (Mt. 24, 44).
Come dobbiamo preparaci a quel giorno tremendo?
Con pensieri giusti, con sentimenti retti e con opere buone, secondo l’insegnamento
del Cristo, i consigli della Chiesa e l’esempio dei Santi.
Ha menzionato il Cristo alcuni segni premonitori dell’approssimarsi della
fine?
Egli ha menzionato questi segni: guerre, rivoluzioni, terremoti, tumulti, carestie,
epidemie, sciagure, falsi maestri, tradimenti, l’aumento dell’odio
e la decadenza dell’amore, spettacoli spaventosi, visioni mirabili in
cielo, lo sfacelo e la confusione tra i popoli. (cfr. Mt, 24; Lc. 21)
Siamo sicuri che il Cristo avrà il sopravvento su tutti questi mali?
Assolutamente sicuri. In tutte queste sciagure sarà completato il numero
delle anime salvate, come è previsto all’inizio del dramma umano.
Non perirà nessuno di quelli che in lui credono e riconoscono il suo
nome.
L’OTTAVO ARTICOLO DEL
SIMBOLO DELLA FEDE
Credo nello Spirito Santo, che e’ Signore e da’ la vita, e procede
dal Padre e con il Padre e il Figlio e’ adorato e glorificato: e ha parlato
per bocca dei profeti.
Perché il Spirito Santo si chiama Signore?
Si chiama così con lo stesso diritto per cui “Signore” si
chiamano il Padre ed il Figlio.
Dunque lo Spirito Santo è Dio?
È in verità vero Dio da un vero Dio e non è generato dal
Padre come il Figlio, ma procede dal Padre.
Come allora possiamo dire che crediamo in un solo Dio?
In realtà crediamo in un solo Dio, il cui i più grande mistero
ci è stato rivelato dal Cristo, cioè il mistero dell’assoluta
armonia delle tre persone divine costituite da una stessa sostanza divina. Perciò
parliamo di un Dio trino o di una Trinità nell’unità o di
un solo Dio.
S’è manifestato Iddio come Trinità nell’Antico Testamento?
Non con assoluta chiarezza. Isaia nella sua visione udì i Serafini che
cantavano a Dio:
“Santo, Santo, Santo è il Signore sugli eserciti.” (Is. 6,3).
L’aggettivo “santo” tre volte ripetuto si riferisce alle tre
persone divine. (Si confronti pure Genesi 1,26.)
Perché Iddio non si manifestò come Trinità nell’Antico
Testamento?
Come l’uomo non svela i suoi intimi secreti ai servi o alle persone estranee,
ma ai propri figli, così neppure Iddio svelò il secreto della
sua natura a persone “estranee”, che erano servi e schiavi della
Legge, ma ha riservato questa rivelazione ai suoi figli del Nuovo Testamento.
In qual misura è rivelata la Trinità nel Nuovo Testamento?
Solo nella misura in cui l’uomo ne è capace finche è nel
copro. L’arcangelo Gabriele annunciò alla Santissima Vergine: Lo
Spirito Santo scenderà su te e la potenza dell’Altissimo ti prenderà
sotto la sua ombra, per cui anche il tuo parto sarà santo e si chiamerà
Figlio di Dio (Lc 1,35). Così in questo contesto è menzionata
tutta la Trinità:
lo Spirito Santo, il Padre ed il Figlio.
Ci sono altri esempi?
Mentre il Cristo era battezzato nel fiume Giordano “si aprì il
Cielo e scese su lui lo Spirito Santo in forma di colomba e si udì una
voce dal Cielo che diceva: “Tu sei il Figlio mio diletto, tu hai tutto
il mio favore.” (Lc 3.21-22). Inoltre s. Giovanni Evangelista dice chiaramente:
“Giacché in tre testimoniano in Cielo: il Padre, il Verbo e
lo Spirito Santo. E questi tre costituiscono un’unità.” (1Gv.
5,7). Con il quale termine “Verbo” s. Giovanni indica il Figlio
come risulta anche dal suo Vangelo (1,14). Infine il Signore stesso ordinò
ai suoi discepoli: “Andate ed istruite tutte le genti battezzandole nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt. 28,19).
Perché lo Spirito Santo è chiamato “Fonte di Vita”?
Poiché senza lo Spirito Santo non c’è vita reale né
in Cielo né sulla Terra.
Perché solo la Chiesa Ortodossa insegna che lo Spirito Santo “procede
dal Padre” e non anche dal Figlio, come insegnano i non ortodossi?
La Chiesa Ortodossa logicamente ritiene che Iddio conosca se stesso meglio di
quanto lo conoscano gli uomini. Infatti il Signore Gesù Cristo, che ha
rivelato tutti i misteri divini, ha insegnato ai suoi discepoli che lo Spirito
Santo procede solo dal Padre: “Lo Spirito della Verità, il quale
procede dal Padre, testimonierà per me.” (Gv. 15,26).
Perché è detto che lo Spirito Santo parlò per mezzo dei
profeti?
È questo un dato fatto. Giacché s. Pietro scrive: “Nessuna
profezia della Scrittura è oggetto di spiegazione personale, poiché
mai una profezia è dipesa dalla volontà umana, ma i santi uomini
di Dio parlarono istruiti dallo Spirito Santo” (Pietro 1, 20-21).
Gli Apostoli non sono ispirati e mossi dallo Spirito Santo?
Certamente. Ma questa verità non è menzionata nel “Credo”,
poiché nessuno mai l’ha messa in dubbio. Vi sono menzionati solo
i profeti, poiché gli eretici respingevano il principio che l’Antico
Testamento fosse stato scritto per ispirazione dello Spirito Santo.
Si è mai manifestato lo Spirito Santo in forma visibile?
Si è manifestato in forma di colomba al battesimo del Cristo ed in forma
di “lingue di fuoco” è sceso sugli Apostoli il giorno della
Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Resurrezione.
Può ogni Cristiano avere in sé lo Spirito Santo?
Si, come risulta dalle parole di rimprovero di Cristo: “Se voi che siete
malvagi, sapete dare ai vostri figli bei doni, quando più il Padre Celeste
darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono” (Lc. 11,13).
E l’Apostolo Paolo ha scritto: “ Non sapete che siete il tempio
di Dio e che lo Spirito di Dio è in voi.” (1 Cor. 3,16)
Quali doni riceviamo dallo Spirito Santo?
Ciò che di meglio c’è per un Cristiano, come la sapienza,
la intelligenza, il
discernimento, la scienza, il timore di Dio, il coraggio, l’umiltà,
la purezza, la santità.
Come ci rendiamo degni dello Spirito Santo e dei Suoi doni?
Per mezzo di un severo controllo del cuore e della lingua, con la preghiera,
l’amore ed i sacramenti.
IL NONO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
E nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica.
Che cosa è Chiesa?
È una comunità eccezionale nella storia umana, poiché è
la famiglia di Dio creata della parola e dal sangue di Gesù Cristo e
guidata ed ispirata dallo Spirito Santo.
Che cosa disse il Cristo della Chiesa?
Disse: “Fonderò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non
prevarranno su essa” (Mt. 16,18).
Che è il capo della Chiesa?
Il Cristo eternamente vivente, il quale disse: “Ed ecco, io sono con voi
per sempre sino alla fine dei tempi, amen” (Mt. 28,20). E, l’Apostolo
Paolo scrive che il Padre Celeste glorifico il Figlio suo Gesù Cristo
“e gli diede che fosse capo della Chiesa... che è il suo corpo”
(Efs. 1,22-23).
Quale rapporto sussiste tra il Cristo ed i membri della sua Chiesa?
S. Paolo ha espresso chiaramente questo rapporto con le parole: “Voi siete
il corpo di Cristo e singolarmente ne siete le membra.” (1 Cor. 12,27)
Chi è membro della Chiesa?
Tutti coloro, maschi e femmine, che sono uniti nella stessa fede e speranza,
nel vincolo della stessa legge di Dio sull’amore, consacrati dagli stessi
sacramenti e guidati dal legittimi vescovi e sacerdoti.
In che cosa differisce, per quanto riguarda i suoi membri, la Chiesa da tutte
le altre società ed organizzazioni di questo mondo?
Sono membri della Chiesa anche i defunti, il che non avviene in nessuna società
terrena.
In qual modo?
Quando i membri della Chiesa muoiono, le loro anime si staccano dai corpi, ma
rondella Chiesa. Esse diventano partecipi della Chiesa Celeste. Perciò
esistono due aspetti della Chiesa, quello visibile e quello invisibile.
Chi sono i membri della Chiesa Visibile?
Tutti i Battezzati che vivono nel corpo e che lottano per la perfezione cristiana.
Chi sono i membri della Chiesa Invisibile?
Tutti i Cristiani che sono morti nella fede in Cristo dopo la Redenzione, ivi
compresi anche i giusti dell’Antico Testamento che il Signore salvò
scendendo all’Inferno.
Appartengono alla Chiesa invisibile i nostri genitori, fratelli, sorelle, figli,
parenti ed amici defunti?
Certamente, a condizione che siano vissuti e morti cristianamente.
Quale Chiesa è più numerosa, la visibile o l’invisibile?
L’invisibile è di gran lunga la più numerosa e questo numero
cresce incessantemente.
Esiste un legame tra la Chiesa visibile e quella invisibile?
Esiste e consiste nella comunione dei Santi.
In che cosa consiste la comunione dei Santi?
Nelle preghiere e nelle opere di misericordia dei membri viventi della Chiesa
per i defunti da un lato, nelle preghiere e nell’interessamento dei defunti
per i vivi dall’altro.
Quali sono le caratteristiche principali della Chiesa di Cristo?
La Chiesa di Cristo è una, Santa, Cattolica ed Apostolica.
Perché la Chiesa è Una?
Perché essa è un corpo spirituale con un solo capo, Gesù
Cristo, e con un solo Spirito Santo che in essa risiede. Secondo l’ Apostolo
Paolo questa unità si manifesta sotto sette aspetti: in essa c’è:
“un corpo, un Spirito, una speranza, un Signore, una fede, un Battesimo,
un Dio e Padre di tutti” (Efs. 4, 4-6)
Che cosa s’intende per autocefalia delle singole Chiese Locali nell’ambito
della Chiesa ortodossa orientale?
Le singole Chiese Ortodosse sono indipendenti nell’uso della lingua nazionale,
entro certi limiti nella struttura esteriore, che però è regolata
dal diritto canonico. Per il resto sono indipendenti in quanto membra dello
stesso corpo del Cristo, come i rami dello stesso albero, che si cibano dalle
stesse radici ed attraverso gli stessi filoni.
Quali sono attualmente le Chiese Ortodosse Autocefale?
Le Chiese di Costantinopoli, di Alessandria, di Antiochia, di Gerusalemme, di
Grecia,
di Cipro, di Sinai, di Bulagria, di Serbia, di Russia, di Romania, di Giorgia,
di Albania,
di Polonia, di Cecoslovacchia.
Hanno tutti gli stessi diritti?
Sì e perciò si chiamano anche Chiese sorelle. La Chiesa russa
e quella della penisola balcanica chiamano Chiesa Madre quella di Costantinopoli,
perché da essa hanno
ricevuto il Cristianesimo.
Quale è la suprema autorità della Chiesa Ortodossa?
Il Consilio Ecumenico costituito dai rappresentanti di tutte le Chiese sorelle.
Quale è l’autorità suprema nell’ambito delle singole
Chiese locali?
Un patriarca, o un metropolita o un arcivescovo assistiti dal concilio dei vescovi.
Ci si può salvare fuori della Chiesa?
Non è possibile, poiché la Chiesa è la depositaria della
Grazia, senza la quale nessuno può salvarsi, come non può salvarsi
una mano tagliata dal corpo.
Perché la Chiesa è santa?
Poiché è santificata dalla santità del suo fondatore, Gesù
Cristo, dalle sue sante parole, opere, dal suo sacrificio ed inoltre perché
suo fine è la santificazione degli uomini.
Infine è santa perché ha prodotto e continuamente produce un gran
numero di santi e martiri.
Che cosa dice la Santa Scrittura sulla santità della Chiesa?
Ne citiamo un esempio: “Il Cristo amò la Chiesa e si consegnò
per essa per santificarla purificandola con l’acqua e con parola; perché
voleva avere davanti a sé una Chiesa gloriosa, che non avesse né
difetti né macchie o mancanze del genere, ma che fosse santa e senza
difetto” (Efs. 5, 25-27)
I peccatori, che sono nella Chiesa, la macchiano con le loro colpe?
I peccatori macchiano se stessi, non la Chiesa, né il suo complesso,
come il fumo di una ciminiera non può inquinare tutta l’atmosfera
della terra.
La Chiesa aiuta i peccatori a correggersi?
Moltissimo, ed è compito importantissimo della Chiesa di purificare i
peccatori dalle loro colpe e renderli membri santi della famiglia di Dio.
Che cosa fa la Chiesa con i peccatori che tenacemente respingono il suo invito
a pentirsi?
Li esclude dal proprio corpo come membri corrotti, secondo le parole del Cristo:
“ E se non obbedisce neppure alla Chiesa, che ti sia come un pagano”
(Mt. 18, 17)
Perché la Chiesa si chiama cattolica?
Cattolica in altre parole universale. Infatti essa non è limitata né
dalla spazio, né dal tempo, né da preconcetti razziali, né
linguistici. Essa si volge a tutta l’umanità. Il Cristo risorto
esortò i suoi Apostoli: “Andate e predicate a tutti i popoli”
(Mt. 28,19).
C’è qualche altra ragione per cui la Chiesa è detta cattolica?
È detta cattolica anche perché include in sé tutte le verità
e tutti i mezzi necessari per la salvezza di ogni anima umana.
Perché la Chiesa si chiama apostolica?
Poiché lo spirito, l’insegnamento e l’opere degli Apostoli
del Cristo sono conservati pienamente nella Chiesa.
Deve la Chiesa obbedire in tutto agli Apostoli?
In tutto. Infatti fu il Cristo a scegliere gli Apostoli ed a conferire l’autorità
di parlare ed agire in nome suo. Egli disse: “Ed anche voi testimonierete,
poiché siete con me dall’inizio” (Gv. 15,27)
Dobbiamo obbedire agli Apostoli così come al Cristo?
Certamente, poiché egli disse agli Apostoli: “Chi accoglie voi,
accoglie me” (Mt. 10,40). Inoltre condannò le città che
non avrebbero accolto gli Apostoli con queste tremende parole: “In verità
vi dico: sarà più facile alla terra di Sodoma e Gomorra nel giorno
del Giudizio che a quella città” (Mt. 10,15).
Quale potere particolare conferì il Cristo ai suoi Apostoli?
Quello di legare e sciogliere. “Ciò che legherete sulla terra,
sarà legato in Cielo, e ciò che scioglierete sulla terra, sarà
sciolto anche il Cielo” (Mt. 18,18). Ed a queste parole si riferisce il
testo seguente: “A coloro che rimetterete i peccati, saranno rimessi,
e da quanti riterrete, saranno ritenuti” (Gv. 20,23).
Che cosa è successione apostolica?
La gerarchia legittima, cioè la grazia e l’autorità trasmesse
in serie ininterrotta nella Chiesa dagli Apostoli ai vescovi a da questi ultimi
ai sacerdoti ed ai diaconi con l’imposizione delle mani.
La Chiesa Ortodossa ha conservato fedelmente la successione apostolica?
Si, per cui è una fortuna ed onore l’essere nati ed educati in
questa Chiesa. Dobbiamo essere grati a Dio ed ai nostri genitori.
IL DIECIMO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
Professo un solo battesimo per la remissione dei peccati.
Che cosa è il Battesimo?
È il rito iniziale o quella cerimonia sacra per mezzo della quale diventiamo
membri legittimi della Chiesa.
Quanti sacramenti ci sono nella Chiesa Ortodossa?
Sette e precisamente: IL BATTESIMO, LA CRESIMA, L’EUCARISTIA, LA PENITENZA,
IL
SACERDOZIO, IL MATRIMONIO, L’UNZIONE DEI MALATI CON L’OLIO SANTO.
Perché solo il Battesimo è menzionato nel CREDO?
In primo luogo perché per mezzo suo, in quanto nuovi figli di Dio, riceviamo
la grazia di essere Cristiani. Solo dopo il Battesimo è permesso accedere
agli altri sacramenti per perfezionarsi spiritualmente.
Esiste qualche altra ragione?
La menzione del Battesimo è anche dovuta al fatto che, alla epoca in
cui fu composto il Simbolo, sussistevano contrasti tra i Padri della Chiesa
ed alcuni eretici a proposito del Battesimo, mentre non c’era nessun dissidio
sugli altri sacramenti.
Perché diciamo “un solo Battesimo”?
Poiché il Battesimo si compie una volta sola sulla stessa persona e non
può essere ripetuto. Fisicamente siamo nati una sola volta e così
pure spiritualmente possiamo nascere una sola volta. Il Battesimo è la
nostra nascita spirituale.
L’UNDICESIMO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
Aspetto la resurrezione dei morti;
Che cosa significa “la resurrezione dei morti”?
Significa che Iddio, grazie alla sua potenza, renderà immortali non solo
le nostre anime, ma anche i nostri corpi. Ciò vuol dire che ogni anima
immortale sarà rivestita del suo corpo immortale a secondo delle sue
opere.
Esiste qualche differenza tra i corpi?
Esistono corpi materiali e corpi spirituali (1Cor. 15, 44)
Risuscitano i morti con gli stessi corpi con cui furono sepolti?
No, poiché i nostri corpi sono corruttibili. Essi risorgeranno in corpi
spirituali, che sono incorruttibili.
Come Iddio farà risorgere i corpi?
Con la sua parola, così come creò il mondo con la sua parola e
con la parola risuscitò una fanciulla, un giovinetto e Lazzaro. Lo stesso
avverrà alla risurrezione finale: “I morti udranno la voce del
Figlio di Dio e ritorneranno o vivere” (Gv. 5, 25).
Che cosa accadrà con coloro che saranno vivi al momento della resurrezione
dei morti?
I loro corpi in un batter d’occhio si trasformeranno in corpi spirituali
secondo le loro opere ed il loro carattere.
Quando avrà luogo la resurrezione dei morti?
Alla fine del mondo, allorché Iddio riterrà completo il numero
di coloro che si sono salvati e degli eletti.
In quale condizione sono le anime dei defunti sino alla resurrezione?
È una condizione che precede la beatitudine eterna e le sofferenze eterne
a secondo delle opere compiute sulla terra prima della morte.
Con quale giudizio l’anima è destinata alla beatitudine temporanea
o al tormento temporaneo?
Con il giudizio personale o temporaneo.
Quando ha luogo il giudizio personale?
Subito dopo la morte di una persona.
Con quale giudizio si stabilisce l’eterna beatitudine o la purificazione
eterna?
Con il giudizio finale, che si chiama anche tremendo tribunale.
Quando avrà luogo il giudizio finale?
Alla fine del mondo, dopo la resurrezione dei morti.
Quale è la differenza tra il giudizio personale e quello finale?
Al giudizio personale si giudica solo l’anima di una persona, mentre a
quello finale, si giudicheranno l’anima ed il corpo.
Non potrebbero godere le anime dei giusti l’eterna beatitudine nel regno
dei Cieli subito dopo la fine di questa vita?
No, perché attendono noi tutti, che esse non hanno dimenticato e per
cui intercedono ardentemente.
C’è qualche altra ragione?
Si, esse aspettano l’essere unite al loro corpi risorti, come il Cristo.
Gli esseri umani differiranno dalla moltitudine degli Angeli nel regno dei Cieli,
in quanto i primi avranno corpi spirituali, mentre gli Angeli sono completamente
privi di corpi.
IL DODICESIMO ARTICOLO DEL SIMBOLO DELLA FEDE
E la vita del mondo che verrà.
Che cosa è “la vita del mondo che verrà”?
È la vita che verrà dopo la morte e la resurrezione.
Quale sarà la vita eterna dei giusti?
La vita vera e perfetta alla presenza di Dio ed assieme a Lui ed a tutta la
famiglia celeste, una vita di purezza cristallina e di gloria divina, di eterna
luce e gioia.
Che cosa ha detta il Cristo della vita eterna di giusti?
Egli disse: “ Allora i giusti risplenderanno come il sole nel Regno del
loro Padre” (Mt. 13, 43).
Godranno i giusti della stessa gloria e beatitudine?
Sebbene essi parteciperanno tutti della gloria e della beatitudine, secondo
le parole dell’Apostolo (2Cor. 2,4), essi si distingueranno così
come si distinguono tra loro il sole, la luna e le stelle. Si legge infatti:
“Diverso è lo splendore del sole da quello della luna e delle stelle;
poiché anche una stella differisce dall’altra per lo splendore”
(1Cor. 15, 41).
Perché Iddio nella sua infinità misericordia non salva anche i
peccatori ostinati, i malfattori e gli atei?
Perché essi stessi non vogliono essere salvati. Essi respingono l’invito
di Dio, disprezzando la Croce del Cristo, si oppongono alla legge divina, perseguitano
la Chiesa ed i credenti; in una parola, si scherano dalla parte di Satana contro
Iddio e non si
pentono mai. “Essi non credettero alla verità e gioirono dell’ingiustizia”
(2Cor. 2, 12).
Possono i peccatori pentirsi dopo la morte?
Non possono. Solo su questa terra gli uomini hanno la possibilità di
scegliere di essere volenterosi servitori del Cristo o di Satana. Dopo la morte
ognuno seguirà il proprio padrone, da lui scelto durante la vita. Il
Signore disse dei suoi servitori: “Là dove sono io, lì sia
pure il mio servitore” (Gv. 12, 26).
CAPITOLO III
I SETTE SACRAMENTI
Che cosa intendiamo per Sacramento (Mistero)?
Il Sacramento o Mistero è un visibile atto sacro, per mezzo del quale
un’invisibile potenza apportatrice di Salvezza, la Grazia Divina, trasmette
doni miracolosi su coloro che la ricevono.
Che cosa è Grazia Divina?
La Grazia è costituita da quei doni divini che Iddio Padre concede tramite
lo Spirito Santo per i meriti del Figlio.
Quali sono questi doni?
Tutte le buone disposizioni necessarie per la nostra rinascita spirituale, per
la nostra santificazione e salvezza.
Ci salviamo solo con la Grazia Divina?
Sì, se per mezzo della libera volontà acquistiamo la Grazia con
la Fede, che si manifesta nelle opere buone.
Quanti Sacramenti (Misteri) ha la Chiesa Ortodossa?
Sette: il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, la Penitenza, l’Ordine
Sacro, il Matrimonio, l’Unzione dei malati con l’olio santo.
Quali Sacramenti (Misteri) possono essere ricevuti più volte, e quali
una solo volta?
Possono essere ricevuti una solo volta il Battesimo, la Cresima e l’Ordine
Sacro. Gli altri possono essere ricevuti ripetutamente.
IL BATTESIMO
Che cosa è il Battesimo?
È il Sacramento con cui la persona che lo riceve è purificata
da tutti i peccati sia ereditari che personali e, come una creatura di Dio rinata,
viene ammessa nella Chiesa di Cristo.
Quale è l’atto più importante nel Battesimo?
La triplice immersione nell’acqua in nome della Santa Trinità:
Padre, Figlio e Spirito Santo assieme alle preghiere corrispondenti del sacerdote.
Di chi seguiamo l’autorità ritenendo che il Battesimo sia necessario
per ogni membro della Chiesa?
Del Cristo, per cui ci attendiamo al Suo esempio ed obbediamo al comandamento
da lui dato ai suoi discepoli: “Andate, dunque, istruite tutte le genti,
battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt.
28, 19). Infine obbediamo al suo severo monito: “Se uno non nasce nell’acqua
e nello Spirito, non può entrare nel Regno di Dio” (Gv. 3,5).
Che cosa significa la triplice immersione ed estrazione dall’acqua della
persona che viene battezzata?
La triplice immersione rappresenta la morte nei peccati contro la SS. Trinità,
mentre la triplice estrazione dall’acqua significa la vita nella SS. Trinità.
Quali sono le tre cose che il sacerdote esige da colui che riceve il Battesimo?
La rinuncia a Satana, la penitenza e la vera professione di fede (il “Credo”).
Quando si battezzano i bambini, chi invece loro fa loro fa la rinuncia a Satana,
la
penitenza e la professione di fede?
Il Padrino, il quale garantisce in questo caso.
Quale è il dovere del Padrino?
Egli deve istruire o far istruire in tutte le verità cristiane ed assistere
nella educazione il bambino battezzato.
Quale è il rispetto dovuto al padrino?
Tra gli Ortodossi al padrino è dovuto profondo rispetto come ad un padre
spirituale.
Che cosa si deve fare se il sacerdote è assente e il bambino è
gravemente malato?
In tal caso la Chiesa permette che qualsiasi Cristiano, uomo o donna, celebri
il Battesimo nella forma più breve, cioè immergendo il bambino
nell’acqua e pronunciando le parole: Si battezza il servo di Dio (nome)
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Se il neonato sopravvive,
il sacerdote completa il Battesimo e celebra il sacramento della Cresima.
LA CRESIMA
Che cosa è cresima?
È il Sacramento per mezzo del quale colui che è stato battezzato
riceve i doni dello Spirito Santo, la forza, la sapienza e gli altri che lo
aiutano a conservare la vera fede ed a vivere santamente.
Come si celebra questo sacramento sui battezzati?
Il sacerdote unge varie parti del corpo dal battezzato con il myron (crisma)
pronunciando le parole: Sigillo del dono dello Spirito Santo. Amen.
Da dove sono state attinte queste parole?
Dall’Apostolo Paolo, che dice: “Ma colui che ci ha confermarti con
voi nel Cristo e ci ha unti, è Iddio che ci ha anche segnati con un sigillo
ed ha messo nei nostri cuori i pegni dello Spirito Santo” (2Cor.1, 21-22).
Perché si comincia con l’unzione della fronte?
Per santificare la mente, affinché mediti su Dio e sulla Sua legge.
Perché si unge il petto?
Per santificare il cuore ed amare Iddio.
Perché gli occhi?
Per santificarli affinché vedano il bene posto da Dio in ogni creatura.
Perché le orecchie?
Per santificarle ed affinché ascoltino la parola di Dio.
Perché le gote?
Per santificarle e perché esprimano gioia per il bene fatto e vergogna
per il peccato.
Perché la bocca?
Per santificarla, affinché possa santificare Iddio e dire sempre la verità
e ciò che è bene.
Perché le mani?
Per santificarle, affinché sempre compiano opere buone e nobili davanti
a Dio.
Perché i piedi?
Per santificarli ed affinché camminano sempre per la retta via del Cristo
che porta al Regno di Dio.
Come possiamo esprimere in breve questi concetti?
Per santificare tutto l’uomo, nell’anima e nel corpo, perché
sia santo come lo è Iddio.
È giusto celebrare la Cresima subito dopo il Battesimo?
È giusto, secondo la Santa Scrittura e la Tradizione. Infatti il Battesimo
con l’acqua significa la purificazione, mentre la Cresima la santificazione
per opera dello Spirito Santo. Leggete i brani seguenti: 1Gv. 2,20-27; 2Cor.
1.21-22; Att. 7, 14-16. Non si deve separare un sacramento dall’altro:
cfr. Esodo 29, 4-7.
È il sacerdote che celebra la cresima?
Sì, ma non senza la partecipazione dei vescovi. I vescovi infatti preparano
e consacrano il sacro myron, senza il quale il sacerdote non può celebrare
la cresima.
Esisteva nell’Antico Testamento un uso che fosse immagine della Cresima?
Sì. Gli antichi erano unti ( 1Samuele 10,1; 16,13; Salmo 79, 20). Ora
sono unti tutti i Cristiani, in quanto il Cristo ci ha fatti “Sacerdoti
e re davanti a Dio suo Padre” (Apoc. 1, 6).
L’EUCARISTIA
Che cosa è l’Eucaristia?
E’ il Sacramento nel quale i Cristiani ricevono sotto la forma del pane
e vino realmente il Corpo ed il Sangue del Signor Gesù Cristo.
Chi istituì l’Eucaristia?
Gesù Cristo davanti ai suoi discepoli all’Ultima Cena, alla vigilia
delle sue sofferenze e della morte.
Come istituì questo sacramento?
È descritto nel Vangelo: “E quando ebbero mangiato, prese Gesù
il pane e, benedettolo, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo:
«Prendete, mangiate, questo è il mio Corpo». E presse il
calice e, rese grazie, lo diede loro dicendo: «Bevette, da esso tutti,
poiché questo è il mio Sangue del Nuovo Testamento, che sarà
versato per molti in
remissione dei peccati»” (Mt. 26, 26-28).
Durante quale rito sacro in chiesa si celebra e si distribuisce l’Eucaristia?
Durante il più importante rito sacro, la Divina Liturgia.
Perché la Divina Liturgia è il più importante di tutti
i riti sacri?
Perché essa rappresenta tutto il dramma della vita del Cristo dalla sua
nascita alla sua ascensione al Cielo.
Quale è il momento più importante della Liturgia?
La consacrazione del pane e del vino compiuta dal vescovo o dal sacerdote.
Perché questo sacramento si celebra continuamente?
Perché il Cristo ha ordinato: “Fate questo in mia memoria”
(Lc. 22, 19).
Perché dobbiamo comunicarci?
Poiché dalla partecipazione al Mistero del Corpo e del Sangue del Cristo
dipende la
nostra vita eterna. Infatti il Cristo disse: “Chi mangia il mio Corpo
e beve il mio
Sangue, h ala vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”
(Gv. 6, 54).
Quali sono le conseguenze della non partecipazione all’Eucaristia?
Se non partecipiamo all’Eucaristia, corriamo pericolo di morte, come è
stato detto
chiaramente dal Signore: “Se non mangerete il Corpo del Figlio dell’Uomo
e non
berrete il suo Sangue, non avrete la vita in voi” (Gv. 6, 53).
Come dobbiamo prepararci alla Comunione?
Con il digiuno e con la preghiera, con la confessione dei peccati e con il perdono
a
quanti ci hanno offeso.
Che cosa riceviamo nell’Eucaristia?
Riceviamo in noi il Cristo stesso vivente e, così uniti a lui, otteniamo
la vita eterna,
secondo le sue parole: “Chi mangia il mio Corpo e beve il mio Sangue è
in me ed io
sono in lui” (Gv. 6, 56). “Così chi mangia me, vivrà
egli pure per me” (Gv. 6, 57).
Si può spiegare questo mistero con un paragone?
I bambini succhiano il latte della madre, che in realtà è il corpo
ed il sangue materno e,
grazie a questo cibo, crescono. Analogamente anche noi riceviamo il Corpo ed
il
Sangue del Cristo e con questo cibo le nostre anime crescono e maturano.
Che cosa potremo ancora dire di questo cibo delle nostre anime?
I nostro corpi sono fatti di terra, per cui si nutrono di cibi terreni, ma le
nostre anime
sono fatte di sostanza celeste, per cui debbono nutrirsi di un cibo celeste.
Ed il Cristo
disse di sé: “Questo è il pane sceso dal Cielo” (Gv.
6, 58).
Quante volte dovremmo comunicarci?
Almeno quattro volte all’anno, durante i quattro digiuni. Ma si raccomanda
di accostarsi
alla Comunione il più spesso possibile, il che dipende dalla preparazione
di chi si
accosta alla Eucaristia. È particolarmente importante comunicarsi durante
le malattie.
Quale preghiera recitiamo prima della Comunione?
“Credo, o Signore, e confesso che tu sei veramente il Cristo, Figlio del
Dio vivente, venuto nel mondo a salvare i peccatori, dei quali il primo sono
io. Credo ancora che questo è lo stesso tuo corpo immacolato, e che questo
è lo stesso tuo sangue prezioso. Ti prego dunque, abbi pietà di
me, perdonami le mie colpe, volontarie ed involontarie, commesse sia con parole
che con azioni, coscientemente ed incoscientemente. Fammi degno di partecipare
senza condanna ai tuoi misteri immacolati, per ottenere la remissione dei peccati
e la vita eterna.”
LA PENITENZA
Che cosa è il sacramento della Penitenza?
E’ il Sacramento per mezzo del quale ci sono rimessi i peccati, se cono
confessati, e ci riconciliamo con Dio.
Quali sono i peccati che cono rimessi con il Sacramento della Penitenza e quali
no?
Tutti i peccati commessi dopo il Battesimo e che abbiamo confessato al sacerdote
e di cui ci siamo pentiti. Tuttavia non può essere cancellato il peccato
originale con la sola penitenza, senza il Battesimo. Così pure certi
peccati mortali non possono essere rimessi, secondo le parole del Cristo: “né
durante questa vita, né in quella ventura” (Mt. 12, 31).
Che cosa è necessario per compiere bene questo sacramento?
La confessione dei peccati di fronte al sacerdote, dopo la quale questi assolve
il pentimento in nome della Santa Trinità.
Come sappiamo che colui che si pente, ottiene la remissione dei peccati?
Lo sappiamo dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione. Il Cristo perdonò
i peccati a chi si pentiva e così pure gli Appostoli. Dalla Tradizione
abbiamo notizia di molti peccatori che si pentirono delle loro colpe, si corressero
e divennero Santi.
Chi ha dato ai vescovi ed ai sacerdoti il potere di rimettere i peccati?
Lo stesso Cristo, il quale disse agli Apostoli: “Ricevete lo Spirito Santo.
A quelli a cui rimetterete i peccati, saranno rimessi; a quelli a cui li tratterete,
saranno trattenuti” (Gv.
20, 22-23).
Se un ha peccato nei confronti di una persona, ed ottiene il suo perdono, deve
costui confessarsi davanti al sacerdote?
E’ necessario farlo, perché ogni offesa fatta agli uomini, è
stata recata a Dio. Non c’è peccato che non offenda Iddio. Perciò
è necessario recarsi sempre dal sacerdote per la confessione ed il perdono.
Con quale disposizione d’animo ci dobbiamo recare dal sacerdote a confessarci?
Con sincero pentimento e con l’animo contrito. Così pure dobbiamo
nutrire un sentimento di perdono nei confronti di tutti coloro che si sono resi
colpevoli nei nostri confronti ed essere fermamente decisi ad obbedire al confessore
che ci impone
l’epitimia (la punizione).
Quale epitimia può imporci il sacerdote?
Le epitimie sono varie, in rapporto alla gravità delle nostre colpe.
Ad esempio, può imporci di digiunare, di pregare, di ricompensare una
persona da noi danneggiata, di compiere opere di misericordia o, al limite,
di non accostarsi alla Comunione per un determinato tempo.
È necessario accostarsi al sacramento della Penitenza?
Quanto più spesso, tanto sarà meglio. È necessario confessarsi
prima di accostarsi alla Comunione. È assolutamente necessario nelle
malattie, poiché non conosciamo il momento della nostra fine. Perciò
dobbiamo essere del tutto pronti ad unirci con la divina famiglia celeste in
quanto figli di Dio pentiti, liberati dal peccato e benedetti.
L’ORDINE SACRO
Che cosa è l’ordine sacro?
E’ il Sacramento nel quale lo Spirito Santo, tramite l’imposizione
delle mani da parte del vescovo, dà la Grazia ed il diritto a colui che
è ordinato vescovo o sacerdote di celebrare tutti gli altri sacramenti
e di guidare i fedeli nella vita religiosa.
Quanti sono i gradi del sacerdozio?
Tre: l’episcopato, il presbiterato ed il diaconato.
Che differenza c’è tra questi tre gradi del sacerdozio?
Il vescovo può celebrare tutti i sette sacramenti, il sacerdote (presbitero)
tutti i sacramenti tranne l’Ordine Sacro; il diacono assiste il vescovo
o il sacerdote, ma da solo non può impartire alcun sacramento.
Quali sono gli ordini minori nella Chiesa Ortodossa?
Il suddiacono ed il lettorato.
Chi consacra un vescovo?
Due o più vescovi.
Chi consacra un sacerdote (presbitero)?
Un vescovo.
Di chi sono successori i vescovi?
Sono successori di degli Apostoli.
Chi ha istituito la gerarchia ecclesiastica?
Lo stesso Signore Gesù Cristo, come primo Arciprete (Ebr. 5, 4-6). Egli,
in quanto fonte di ogni potere e diritto nella sua Chiesa, ha dato agli Apostoli
il potere d’insegnare, guarire e rimettere i peccati.
Da chi è dunque costituita la pienezza della gerarchia?
In primo luogo dal Cristo in quanto Sacerdote eterno e capo della Chiesa; da
lui derivano gli Apostoli, dagli Apostoli i vescovi e dai vescovi i sacerdoti
ed i diaconi.
Perché in questo sacramento è necessario l’imposizione delle
mani?
Perché primo imposero le mani gli Apostoli (1Tim. 4,14; 5,22). Con l’impostazione
delle mani si trasmette all’ordinando la potenza dello Spirito Santo ed
in tal modo si realizza il legittimo vincolo che congiunge la gerarchia ecclesiastica
ed i riti sacri.
Può esistere una comunità ecclesiastica che non riconosca e non
si sottometta al vescovo?
Non può esistere, poiché una comunità del genere si separa
dal copro della Chiesa Cattolica Ortodossa e si priva della grazia divina.
Perché chiamiamo “Padre” il sacerdote?
Poiché, grazie al sacerdote siamo stati rigenerati come figli di Dio
nel Battesimo. Dal sacerdote nell’Eucaristia riceviamo il cibo celeste
(il Corpo ed il Sangue del Cristo); cosi pure nella Penitenza attraverso di
lui riceviamo il perdono dei nostri peccati e nei rimanenti Sacramenti otteniamo
particolari dono dello Spirito Santo. Inoltre i sacerdoti pregano incessantemente
per noi, ci istruiscono, ci consigliano, ci ammoniscono e ci guidano. Perciò
essi sono veramente i nostri padri spirituali. Ad ogni modo debbono essere degni
di questo nome e del loro missione.
IL MATRIMONIO
Che cosa è il matrimonio?
Il matrimonio è il sacramento per mezzo del quale lo Spirito Santo unisce
in una sola vita un Cristiano ed una Cristiana, i quali davanti al sacerdote
manifestano la ferma decisione di amarsi reciprocamente per tutta la vita ed
essere fedeli l’uno all’altro, e ricevono dal sacerdote la benedizione
di generare e di educare i figli.
Come Iddio benedisse la prima famiglia?
Iddio benedisse nel Paradiso terrestre i nostri genitori Adamo ed Eva e disse
loro:
“Procreate e moltiplicatevi e riempite la terra” (Gen. 1,28).
Di quale genere è l’unione tra il marito e la moglie nel matrimonio?
E’ qualcosa di più intimo di tutti i rapporti umani, perché
è detto: “L’uomo lascerà il padre e la madre e si
unirà alla moglie ed entrambi saranno un solo corpo” (Gen. 2, 24).
Confermò il Cristo questa antica legge sul matrimonio?
Sì. Egli ripete le parole dell’Antico Testamento e, parlando contro
il divorzio, aggiunse:
“Ciò che Iddio ha unito, l’uomo non separi” (Mt. 19,6).
Santificò il Signore il matrimonio?
Egli santificò il matrimonio con la sua presenza alle nozze di Cana in
Galilea e con la trasformazione dell’acqua in vino compiuta in quella
stessa occasione (Gv. 2).
Con ciò diede un significato più profondo al matrimonio?
Sì. Come l’acqua si trasformò in vino, così, grazie
alla sua presenza, l’amore fisico si trasforma in amore spirituale di
due anime.
Ma apportato il Nuovo Testamento un mutamento riguardo alla procreazione dei
figli?
Nel mondo precristiano la procreazione aveva lo scopo di “riempire la
terra”; mentre il matrimonio cristiano ha per fine di riempire la Chiesa
di Cristo sulla terra ed in Cielo, insomma di accrescere il numero degli abitanti
del Cielo.
Il Matrimonio Cristiano ha un senso simbolico più profondo?
Sì. L’Apostolo Paolo paragona l’unione matrimoniale dell’uomo
con la donna a quella del Cristo e della Chiesa: “Il marito è il
capo della moglie come il Cristo della Chiesa.”
Come l’uomo e la donna costituiscono un’unità nel matrimonio,
così sono un’unità indivisibile il Cristo e la sua Chiesa.
L’UNZIONE DEI MALATI CON L’OLIO SANTO
Che cosa è l’Unzione con l’olio santo?
Essa consiste in alcune preghiere del sacerdote e nell’unzione del malato
con l’olio benedetto, per mezzo del quale la Grazia divina opera la guarigione
del paziente.
Di quali malattie si parla in questo caso?
Di quelle spirituali e di quelle fisiche.
Come opera la Grazia in questo sacramento?
Essa guarisce il corpo dalle sue infermità e purifica l’anima dai
peccati.
Da quale epoca si amministra questo sacramento nella Chiesa?
Dall’epoca del Cristo. Per suo ordine gli Apostoli andarono a predicare
il Vangelo ed “ungevano con l’olio molti sofferenti e li guarivano”
(Mr. 6, 13).
Come fu trasferita l’amministrazione di questo sacramento ai vescovi ed
ai sacerdoti?
Per ordine degli Apostoli. S. Giacomo scrive chiaramente: “Se qualcuno
di voi è malato, chiami i sacerdoti della Chiesa e questi preghino per
lui, ungendolo d’olio nel nome del Signore. E la preghiera della fede
salverà il malato, e il Signore lo ristabilirà; e se egli ha commesso
dei peccati, gli saranno rimessi” (Giac. 5,14 - 15).
Questo sacramento è amministrato solo agli ammalati gravi ed ai morenti?
No, questo sacramento miracoloso è amministrato anche a quelli che hanno
lievi malattie.
CAPITOLO IV
LA LEGGE DI DIO NELL’ANTICO TESTAMENTO
Esistono tre leggi di Dio:
• la più antica,
• l’antica e
• la nuova o ultima.
La più antica legge di Dio non era scritta. Essa è impressa nel
cuore e nella coscienza degli uomini, come dice l’Apostolo Paolo dei Gentili,
i quali “sebbene non abbiano la legge, tuttavia da soli fanno ciò
che è secondo la legge, sono essi stessi la legge per sé”,
cioè “la legge è scritta nei loro cuori, come la coscienza
lo testimonia a loro” (Rom. 1, 19-20; 2, 14-15).
Questa legge antichissima è comune a tutti i discendenti di Adamo. Essa
fu trasmessa oralmente di generazione in generazione attraverso i nostri progenitori
e fu conservata per lunghi secoli come tradizione.
Ma per l’incessante influssi di Satana ed a causa della debolezza umana,
questa legge fondamentale e naturale tendeva a scomparire dai cuori umani. Perciò
Iddio, circa quindici secoli prima della nascita del Cristo, diede a Mosé
una legge scritta, che si chiama legge divina dell’Antico Testamento.
Né la prima né la seconda poterono salvare l’umanità
da tre mali fondamentali: da Satana, dal peccato e dalla morte. Erano leggi
che soltanto preparavano la nuova ed ultima legge divina, che abbiamo ricevuto
dal Cristo.
Che cosa è la legge divina dell’Antico Testamento?
E’ quella data da Dio tramite Mosé sul monte Sinai, scritta su
due tavole di pietra che contenevano dieci comandamenti - decalogo.
Quali sono i Dieci Comandamenti?
I. Io sono il Signore, tuo Dio: non avrai altri dei di fronte a me.
II. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è
lassù nel cielo né
di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò
che è nelle acque sotto la
terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.
III. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio.
IV. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e
farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato - giorno del
riposo - in onore del Signore, tuo Dio.
V. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel
paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
VI. Non uccidere.
VII. Non commettere adulterio.
VIII. Non rubare.
IX. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
X. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, non desiderare la casa del tuo
prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo
bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
Come erano disposti i comandamenti su due tavole?
Sulla prima tavola di pietra erano scritti i primi quattro comandamenti che
determinano i nostri rapporti con Dio; sulla seconda erano scritti i sei comandamenti
che regolano il nostro comportamento verso il prossimo.
I° COMANDAMENTO
Che cosa c’impone il primo comandamento?
Di credere in un solo Dio, che è l’unico vero Dio, e di respingere
il politeismo come un
peccato ed un inganno.
Non era naturale per gli uomini di quell’epoca credere in un solo Dio
come lo è per noi oggi?
In principio era naturale, ma con il moltiplicarsi dei peccati e delle colpe
si offuscò la coscienza umana, per cui con la fantasia, spinti dalle
loro passioni e peccati gli uomini inventarono molti dei per influsso di Satana.
Come pecchiamo contro la fede in un solo Dio?
• Adorando i cosiddetti uomini grandi anziché Dio,
Cosi i Romani adoravano i loro imperatori.
• Adorando le cose anziché Dio, sia che siano create da Dio o costruite
dagli uomini,
• Permettendo che entri nel nostro cuore il dubbio sull’esistenza
di Dio,
• Accogliendo una dottrina su Dio che differisca da quella dei nostri
Padri
• Allentandosi dalla Chiesa Universale.
Questo comandamento proibisce la venerazione della Vergine Maria, degli Angeli
e dei Santi?
Non la proibisce, poiché non li adoriamo come Dio, ma li veneriamo come
membri degnissimi della famiglia divina.
Perché allora ci rivolgiamo nelle nostre preghiere ai Santi?
Poiché è detto che Iddio esaudisce i desideri di coloro che lo
amano. I Santi sono coloro che amarono Iddio in misura altissima. Per la loro
intercessione Iddio ci soccorre, il che ci è noto per esperienza.
II° COMANDAMENTO
Che cosa c’impone il secondo comandamento?
1.Di non adorare nessun altro all’infuori dell’unico Dio. Come è
stato già detto, esso ci proibisce di adorare qualsiasi creatura o opera
umana come se fossero Dio. Iddio è al di sopra di tutte le opere sue
ed umane.
Perché allora veneriamo le immagini sacre – icone?
Noi veneriamo l’immagini sacre in quanto rappresentazioni dell’unico
Dio vivente, dei Suoi Angeli, dei Santi e dei Martiri che sono nostri amici
ed intercedono per noi.
2. L’adorazione del sole, delle stelle e della natura in genere.
3. Questo atteggiamento si chiama scetticismo.
4. Tale accettazione si chiama eresia.
5. L’allontanamento in questo caso si chiama scisma.
Quando preghiamo davanti ad un’ icona, a chi rivolgiamo la nostra preghiera?
Al Santo che vive in Cielo, il cui volto è rappresentato nell’icona,
ed attraverso il Santo, a Dio stesso, Re di tutti i Santi.
Quando baciamo un’immagine sacra, che cosa baciamo?
Con le nostre labbra baciamo l’icona del Santo, e con i nostri pensieri
e con cuore baciamo realmente il Santo in quanto viva e reale persona nel Chiesa
celeste.
Chi critica la Chiesa Ortodossa per il culto e le preghiere rivolte ai Santi?
Solo i Protestanti che non hanno avuto l’esperienza della comunione con
i Santi e non comprendono che l’opera principale del Cristo consiste nel
costruire per mezzo dei fedeli rinati, grazie ai Sacramenti, una famiglia divina
in cui esistano strettissimi rapporti e contratti tra i figli di Dio in Cielo
e quelli sulla terra.
In quale altro modo si pecca contro la fede in un solo Dio?
Quando mangiando e bevendo fuori misura lo stomaco diventa per noi dio (Filipp.
3,19), oppure ci affanniamo ad accumulare denaro e ricchezze (Col. 3,5). Ciò
accade pure, quando divinizziamo la nostra persona, il nostro stato, la nazione
o la nostra civiltà.
III° COMANDAMENTO
Che cosa ci impone il terzo Comandamento?
Di non menzionare il nome di Dio invano e di non mischiarlo in discorsi sconvenienti.
Che cosa espressamente ci proibisce questo comandamento?
Ci proibisce:
• Di usare termini sconvenienti quando parliamo di Dio;
• Di servirci del nome di Dio a conferma di racconti insignificanti o
addirittura di
menzogne;
• Di pronunciare parole volgari e vergognose e di giurare il falso;
• Di violare un giuramento fatto in nome di Dio.
Come dobbiamo menzionare il nome di Dio?
Raramente, solo nelle preghiere e con profondo rispetto, perché il Suo
è il nome più
santo, di fronte al quale tremano i demoni, con cui si benedicono le persone
e le cose, si
guariscono i malati e si santificano le labbra che lo pronunciano.
IV° COMANDAMENTO
Che cosa ci impone il quattro comandamento?
Di rispettare il giorno del Signore come giorno di riposo.
Che cosa significa originalmente Sabato?
Significa giorno del riposo, poiché Iddio in sei giorni6 creò
il Cielo e la terra e riposò il settimo giorno.
Perché consideriamo giorno di riposo la domenica?
Perché il Signore Gesù Cristo è risorto dai morti la domenica,
mentre il Sabato operò la redenzione nell’Inferno predicando il
Vangelo ai morti e salvandoli.
Quale era il giorno del riposo per il Cristo?
La domenica, quando vinse l’ultimo nemico, cioè la morte. Il Venerdì
Santo vinse i nostri peccati, il Sabato Santo riportò la vittoria contro
Satana nell’Infermo e la domenica vinse la morte con la Sua Resurrezione.
Così gloriosamente si compì il ciclo dell’economia della
salvezza degli uomini. Ed appena allora egli riposò. Perciò la
Domenica è il giorno del riposo del Signore e nostro.
Come dobbiamo festeggiare la domenica in quanto giorno sacro?
Con gioia per la vittoria del Cristo sulla morte; astenendoci dai lavori giornalieri;
con la preghiera in casa ed in chiesa; con la lettura della Scrittura e di altri
libri d’argomento spirituale; meditando sulle nostre opere e sui nostri
pensieri della settimana trascorsa; visitando i malati e compiendo opere di
misericordia; riposando e glorificando nel nostro intimo Iddio, la Sua SS. Madre,
gli Angeli ed i Santi.
Sia ben chiaro che un giorno davanti a Dio è come mille anni e mille
anni sono come un solo giorno
davanti a Dio (2 Pietro 3,8; Salmo 90, 4).
V° COMANDAMENTO
Che cosa ci impone il quinto comandamento?
Di rispettare il padre e la madre
Come dobbiamo rispettare i nostri genitori?
Li dobbiamo stimare, ascoltare i loro consigli, mostrando attenzione nei riguardi
della loro esperienza. Dobbiamo essere loro grati ed amarli come essi ci amano.
Bisogna aiutarli nella vecchiaia e, dopo la loro morte, ricordarsi di loro nelle
preghiere e compiere opere di bene in loro memoria.
Perché dobbiamo tanto rispettarli?
In primo luogo per varie ragioni: per mezzo loro Iddio ci ha dato la vita e
grazie ai loro inestimabili sacrifici e le loro fatiche noi siamo cresciuti
e siamo stati educati. In secondo luogo, come un solo corpo, rappresentano simbolicamente
Iddio Padre, come noi rappresentiamo simbolicamente il Figlio. Così i
nostri rapporti con i genitori sono il simbolo del nostro atteggiamento verso
Dio, la SS. Trinità nella Sua unità. In terzo luogo, a secondo
che rispettiamo o meno i nostri genitori, anche i nostri figli ci rispetteranno
o meno, il che è provato da una lunga esperienza del genere umano.
Quale punizione segue la disobbedienza a questo comandamento divino?
Una punizione assai dura. Nell’Antico Testamento Iddio ordinò che
colui il quale “insulta il proprio padre o la propria madre, fosse rovinato”
(Es. 21,17). Noé maledisse la discendenza di Cham poiché quest’ultimo
aveva deriso la nudità del padre. Così pure Abesalom fu colpito
con una tremenda punizione perché si era ribellato a sua padre David
(2 Sam, 18,9).
Ci sono esempi nell’Antico Testamento da cui risulta che sono benedetti
i figli che obbediscono ai loro genitori?
Moltissimi. Stupendo è l’esempio dei figli e dei nipoti di Rachavov,
che obbedirono all’ordine dei loro padri di non bere vino, per cui Iddio
il benedisse (Geremia 35.6,19) Obbedì a questo comandamento Gesù?
Sì, con le parole e con le opere (Mt.15, 3-7; Lc 2, 51; Gv. 16, 26).
L’obbedienza ai genitori ci aiuta anche in qualcosa d’altro?
Con l’obbedienza ai genitori ci prepariamo ad obbedire alle autorità
sia spirituali che civili.
VI° COMANDAMENTO
Che cosa ci proibisce il sesto comandamento?
Esso ci vieta di uccidere il nostro prossimo per invidia o per odio oppure per
interesse o per vendetta.
Perché è vietato uccidere il prossimo?
Iddio cerò l’uomo a propria immagine e gli ha dato la vita; uccidendo
un uomo ci ribelliamo alla somiglianza con Dio ed al suo possesso. Ciò
che non possiamo dare, non abbiamo neppure il diritto di togliere.
Come dobbiamo considerare il suicidio?
Esso è uguale all’omicidio. La vita non appartiene a noi, ma a
Dio.
Che cosa dobbiamo pensare delle uccisioni in guerra?
Ci sono vari tipi di guerre. Nell’Antico Testamento stesso si parla della
guerra come “guerra di Dio”. Sotto questo concetto si intende la
guerra per la giustizia contro gli orrori della iniquità. In una guerra
siffatta l’uccisione è giustificata ed essere ucciso è considerato
un merito (Es. 14, 13-14; 31, 16-18; 2Cron. 20,15).
Esistono vari tipi di uccisori in tempo di pace?
Esistono quelli che uccidono il corpo e quelli che uccidono l’anima. Coloro
che uccidono l’anima sono coloro che corrompono le anime e le allontanano
da Dio, poiché essi stessi sono corrotti e senza Dio.
Perché è proibito il duello?
Poiché quelli che partecipano ad un duello non rispettano né leggi
dello stato né quelle della Chiesa. In un duello lo innocente può
essere ucciso ed il colpevole essere risparmiato.
Come dobbiamo interpretare l’approvazione che la Bibbia dà al duello
tra David e Golia?
Non era un duello per motivi personali tra David e Golia, ma la lotta tra l’esercito
del
Dio e quello dei suoi nemici, idolatri. David uscì contro il campione
degli idolatri e per ispirazione divina e con l’aiuto della forza di Dio
vinse. È questo per noi una prova dell’assistenza di Dio e della
sua potenza, per cui quello di David e Golia non ha alcun rapporto con i duelli
comuni.
Chi è il più antico ed il più grande assassino nei secoli?
Il diavolo, del quale il Cristo disse: “Egli è assassino dal principio”
(Gv. 8,44). Se Iddio
non lo impedisse, egli ucciderebbe tutti gli esseri umani. Gli altri assassini
tra gli uomini sono strumenti del diavolo.
Per quale ragione il demonio desidera l’estinzione del genere umano?
Per odio e malvagità, poiché sa che gli uomini sono destinati
alla eredità del Regno dei Cieli, che egli stoltamente ha perduto. Perciò
il diavolo è considerato odiatore degli uomini.
Per quale motivo Iddio difende e protegge le vite umane?
Per amore verso gli uomini. Perciò Iddio è chiamato colui che
ama gli uomini.
VII° COMANDAMENTO
Che cosa proibisce il settimo comandamento?
Viete l’illegittimo rapporto sessuale, come l’adulterio, il rapporto
sessuale prima del matrimonio ed altri generi di “basse tendenze”,
che “rendono innaturale”, come dice l’Apostolo (Rom. 1,26),
l’uso naturale dei nostri corpi.
Quale lo scopo di questo comandamento divino?
La conservazione della santità, della purezza, della felicità
e del matrimonio.
Quale è la causa per cui questo comandamento è violato?
In primo luogo le insidie di Satana, nemico di ogni forma di purezza e di santità,
il quale odia la moltiplicazione del genere umano e la crescita della famiglia
spirituale di Dio, cioè della Chiesa. In secondo luogo, l’ignoranza
degli uomini e delle donne che con concupiscenza guardano i corpi degli uni
e degli altri, anziché guardare le anime e poco sanno degli uomini e
delle donne in quanto esseri spirituali e figli di Dio. Questa ignoranza è
conseguenza di una cattiva educazione e della gioia nella corruzione sociale.
Con quale peccato è paragonato l’adulterio nella Bibbia?
In tutto l’Antico Testamento l’idolatria è chiamata adulterio,
lussuria. E l’idolatria è uno dei più gravi peccati contro
Dio.
Quali sono i frutti della lussuria?
La decadenza fisica e spirituale, l’illusione, malattie disgustose, l’inquietudine
dell’anima, il nervosismo, le disgrazie, i figli malati o mutilati, la
disperazione ed in fine la pazzia.
VIII° COMANDAMENTO
Che cosa vieta l’ottavo comandamento?
Proibisce il furto. La persona che ruba si chiama ladro. A noi è proibito
di essere ladri.
Che cosa si intende di furto?
• La sottrazione del patrimonio che appartiene al prossimo o alla società;
• L’aperta rapina a mano armata del patrimonio altrui;
• L’inganno dei poveri o degli inesperti nell’acquisto o nella
vendita;
• Il non fare il proprio dovere in un servizio pubblico de il lavorare
di meno di quando si è pagati;
• Una vita condotta con inganni, truffe e falsificazioni.
Che cosa Iddio esige che noi positivamente si faccia a proposito di questo comandamento?
Esige che si rispetti ogni patrimonio, che si sia onesti e giusti in tutte le
nostre faccende.
Iddio esige che noi si viva del nostro lavoro e che aiutiamo il nostro prossimo
che è meno dotato di mezzi di quanto siamo noi, che si sia leali e diligenti
nei servizi pubblici e che eventualmente si lavori di più di quanto si
esige di noi.
IX° COMANDAMENTO
Che cosa è vietato dal nono comandamento?
Vieta la menzogna nei confronti del nostro prossimo, sia nascosta che palese
o di fronte al tribunale.
Quale è la menzogna più pericolosa?
La falsa testimonianza in tribunale, allorché giuriamo falsamente in
nome di Dio.
Quali sono le conseguenze della falsa testimonianza?
Il donno materiale e morale della persona che è falsamente accusata.
Ma ancora maggiore è il danno per il testimone falso. Infatti, mentendo,
egli ottenebra, avvelena e infetta la sua anima.
È possibile che un falso testimone non sia scoperto e punito?
No. Lo garantisce Iddio stesso che dice: “Non c’è nulla di
nascosto che non si renderà palese, né alcuna cosa segreta che
non sarà resa di pubblica ragione” (Mt. 10, 26).
Quale è l’esempio classico nella storia del Cristianesimo di una
verità che è stata scoperta?
Allorché le guardie del sepolcro di Cristo si recarono dagli anziani
e dai sacerdoti e raccontarono loro la resurrezione del Signore, “questi
diedero loro sufficiente denaro dicendo: «Dite che i suoi discepoli sono
venuti di notte ed hanno rubato il suo corpo mentre dormivate»”
(Mt. 28, 11-15). Tuttavia questa menzogna non riuscì a nascondere la
realtà della resurrezione del Cristo, ma bensì coprì i
mentitori d’eterna vergogna.
Gli Apostoli hanno ammonito i Cristiani a non mentire?
Come principali lottatori per la Verità incarnata, gli Apostoli hanno
parlato assai severo contro la menzogna: così s. Giacomo scrive: “Se
qualcuno di voi pensa di credere e non frena la sua lingua, ma inganna il suo
cuore, la sua fede è inutile” (Giac. 1, 26).
Analogamente si esprime s. Pietro (1Pietro 2,10).
Da dove hanno origine tutte le menzogne?
Da Satana, che il Cristo chiama: “Mentitore e padre della menzogna”.
“Quando dice menzogna, dice ciò che gli è proprio”
(Gv. 8,14).
Perciò tutti i mentitori, parlano in nome di Satana e non in nome di
Dio.
X° COMANDAMENTO
Che cosa vieta il decimo comandamento?
I desideri egoistici e le brame riguardo a ciò che appartiene al nostro
prossimo.
Perché sono proibiti i desideri prima ancora che si realizzino?
Poiché i desideri cattivi provocano opere cattive. Il nostro cuore è
l’officina di tutto ciò che pensiamo, parliamo o facciamo. Il Signor
Gesù Cristo disse: “Dal cuore escono cattivi pensieri, assassini,
adulteri, lussuria, false testimonianze, bestemmie contro Dio.
Ecco ciò che rende impuro l’uomo...” (Mt. 15. 19,20).
Hanno un senso i nostri desideri per i beni altrui?
Per nulla. Con questi desideri pensiamo di costruire la nostra fortuna sulla
rovina del nostro prossimo. Perciò questi desideri sono completamente
stolti.
Come possiamo soffocare questi desideri cattivi?
Con il controllo dei propri desideri, con la purificazione del cuore per mezzo
della preghiera, con la confessione al sacerdote di tutti i nostri desideri
peccaminosi, con il ricordo della morte e del tremendo giudizio di Dio, al quale
ciascuno riceverà il compenso “secondo i propri meriti”.
CAPITOLO V
LA NUOVA LEGGE DI DIO
Che cosa è la Nuova Legge di Dio?
E’ la legge rivelata ed insegnata da Gesù Cristo, Figlio di Dio,
il Messia.
Come si chiama questa nuova legge?
L’ultima legge di Dio.
Perché?
Perché una nuova legge non ci sarà data prima della fine del mondo.
Come si chiama ancora questa nuova legge?
La legge interiore di Dio, perché si riferisce ai motivi intimi della
nostra attività esterna.
Come allora chiameremo la Legge del Cristo?
La nuova, l’ultima, la legge interiore di Dio e, di conseguenza, la più
perfetta e l’unica legge divina che ci salva.
Perché Iddio non diede per tramite Mosé la stessa legge che ci
ha dato tramite Cristo?
Per la stessa ragione per cui insegniamo ai bambini di fare alcune cose e di
non fare altre, quale abbecedario di una corretta condotta, senza impegnarci
a spiegare ai ragazzi i motivi invisibili di questo comportamento. Ciò
è spiegato da s. Paolo con le parole:
“Ed io, fratelli, non potevo parlare con voi come uomini spirituali, ma
come con esseri carnali, come con bambini in Cristo. Io vi ho nutriti di latte
prima di darvi del cibo solido.” (1Cor 3,1-2).
Quali differenze sussistono tra la legge esteriore data tramite Mosé
e quella interiore rilevata dal Cristo?
La legge esteriore fu data come preparazione a quella del Cristo ad un piccolo
popolo nomade, mentre quella interiore fu rivelata a tutti i popoli della terra
che sono tra loro uniti in una comune famiglia spirituale per mezzo del sangue
prezioso del Cristo.
I DUE MASSIMI COMANDAMENTI
Quali sono i massimi comandamenti di Cristo?
Il primo comandamento è: “Ama il Signore Iddio con tutto il tuo
cuore e con tutta la tua
anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze.”
Il secondo: “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22.37-40; Mr
12.30-31).
Quale cosa disse il Cristo sulla grandezza di questi due comandamenti?
Disse: “Su questi due comandamenti si reggono tutta la Legge (l’Antico
Testamento) ed
i profeti”. Egli disse pure: “Non ci sono comandamenti più
grandi di questi”.
Queste parole di Cristo significano che i Dieci Comandamenti (Decalogo) hanno
perduto ogni importanza poiché sono stati proclamati questi due novi
comandamenti?
Per nulla. Esse significano solo che l’amore verso Dio ed il prossimo
perfezionano tutto
l’Antico Testamento, come scrive l’Apostolo: “L’amore
è il completamento della
legge” (Rom. 13,10). In altri termini: l’amore è al di sopra
di tutti i comandamenti e
divieti, poiché esso frena più di quanto si cerchi e fa più
di quanto ci si aspetta.
Che cosa significa amare Iddio?
Significa amarlo più di tutto, più di se stesso, della propria
famiglia, più del mondo e di
qualunque cosa al mondo.
Che cosa significa amare Iddio con tutto il proprio cuore?
Significa trasferire tutti i sentimenti del proprio cuore in un sentimento d’amore
per Dio.
Che cosa significa amare Iddio con tutta l’anima?
Significa illuminare e riscaldare la propria anima con l’amore per Dio.
Che cosa significa amare Iddio con tutta la propria mente?
Significa dirigere tutti i pensieri al pensiero dell’amore per Dio.
Che cosa significa amare Iddio con tutte le proprie forze?
Significa rivolgere tutte le proprie forze a ciò che piace a Dio, al
nostro amore per Lui.
Che cosa significa il secondo comandamento della nuova legge: “Ama il
prossimo tuo come te stesso”?
In primo luogo significa che dobbiamo amare il Signore Gesù Cristo, Uomo
perfetto, come il prossimo a noi più caro e vicino, ed attraverso lui
anche tutti i nostri simili.
Il nostro amore verso il Cristo è compreso nel primo comandamento?
Lo è, ma in questo comandamento s’intenda l’amore per lui
in quanto Dio, unito al Padre ed allo Spirito Santo. In questo secondo comandamento
si sottintende l’amore per lui in quando uomo, modello autentico de vero
uomo, “il più nobile dei figli degli uomini”.
Ha parlato il Signore del dovere che abbiamo di amarlo?
Si, de in maniera esplicita. Infatti disse: “Chi ama il padre sui e la
madre sua più di me,
non è degno di me” (Mt. 10,37). Così pure disse: “Chi
ama me, anche il Padre mio lo
ama. Chi mi odia, odia anche il Padre mio” (Gv. 15,23); “Il Padre
stesso vi ama, perché
avete amato me” (Gv. 15,27). Egli chiese a Pietro: “Simone, figlio
di Giona, mi ami
tu?”(Gv. 21,15). Ad ognuno di noi pone la domanda: “Mi ami?”.
E l’Apostolo Paolo
dice: “Se qualcuno non ama il Signore Gesù Cristo, che sia maledetto”
(1Cor. 16,22).
Che cosa allora possiamo dire del nostro amore per il prossimo?
Come amiamo Iddio attraverso Gesù Cristo, così dobbiamo amare
gli uomini per il
tramite del Cristo.
Il nostro amore per Gesù Cristo dunque è il fondamento del nostro
amore per Dio
e per gli uomini?
Certamente, perché se amiamo colui che è il nostro Amore, il Cristo,
amiamo anche tutti
coloro che egli ama e per i quali è morto. Così entrambi questi
comandamenti ci
obbligano ad amare Gesù Cristo, amato mediatore tra Iddio e gli uomini.
Senza l’amore
per lui, quello per Dio e per gli uomini non può essere autentico e completo.
Che cosa ancora dice il Nuovo Testamento sull’amore?
In verità moltissimo. Ad es.: la nostra conoscenza di Dio dipende del
nostro amore nei
suoi riguardi: “Chiunque ama... ha conosciuto Iddio, e chi non ama, non
conosce Iddio,
perché Iddio è amore”. Anche la nostra pace dipende dall’amore
che abbiamo per Dio:
“Iddio è amore e colui che permane nell’amore, permane in
Dio ed Iddio in lui” e “chi
ama non teme”. Dove non c’è paura, lì c’è
la pace. Pure la nostra forze e la nostra
fortuna ed in primo luogo la nostra salvezza e la vita eterna dipendono dal
nostro amore
verso Dio ed i nostri fratelli.
Quale è la manifestazione visibile dell’amore verso Dio?
La preghiera e l’adempimento della volontà di Dio.
Quale è l’espressione pratica del nostro amore per il prossimo?
Il fare bene. In altri termini: le opere di misericordia, le parole, i pensieri
e le preghiere,
tutto e sempre nel nome del Signore e per lui.
LA PREGHIERA
Che cosa è la preghiera cristiana?
E’ il modo con cui noi entriamo in contatto con Dio, per mezzo del quale
esprimiamo la
nostra fede, speranza e carità!
Quali tipi di preghiera abbiamo?
Ci sono quattro generi di preghiera: la preghiera interiore, quella esteriore,
la preghiera
individuale, la preghiera comune.
Che cosa è la preghiera interiore e quella esteriore?
La preghiera interiore si chiama anche preghiera mentale. Essa si compie in
silenzio. La
preghiera esteriore si compie ad alta voce.
Quanto dobbiamo pregare?
Dipende dall’amore che nutriamo per il Signore. Quanto più preghiamo
Iddio, tanto più
stretto è il nostro rapporto con lui. I più degni sono coloro
che incessantemente pregano
Iddio secondo le parole di Cristo: “Bisogna pregare incessantemente”
(Lc. 18,1).
Come possibile pregare incessantemente?
Si può pregare incessantemente con la mente o nel nostro intimo.
Possiamo rivolgere a Dio le nostre preghiere mentalmente anche quando siamo
in
viaggio o lavoriamo ringraziandolo, glorificandolo o invocandone l’aiuto.
Quale è la più breve preghiera mentale?
“Signore Gesù abbi pietà di me.”
In che cosa consiste la preghiera individuale e quella comunitaria?
La preghiera individuale si ha quando uno prega da solo o in silenzio. Quando
ci si
unisce ad altri che pregano in chiesa o in qualunque altro luogo, allora la
preghiera si
chiama comunitaria.
Quali di queste preghiere sono obbligatori per un cristiano?
Entrambe sono obbligatorie. È necessario pregare segretamente nel proprio
intimo e
così pure assieme agli altri cristiani in chiesa. L’esempio ci
è dato dai Santi.
Quali sono i pensieri principali in ogni corretta preghiera?
Ogni preghiera, che sia corretta, ha di solito tre parti: un ringraziamento,
una supplica
ed una glorificazione. Per prima cosa ringraziamo Iddio per tutto ciò
che da lui abbiamo
ricevuto; quindi gli chiediamo ciò di cui abbiamo bisogno in un dato
momento; infine
celebriamo la Sua bontà, la Sua potenza e la Sua gloria.
LA PREGHIERA DEL SIGNORE
La più perfetta orazione, usata in casa ed in chiesa, è la Preghiera
del Signore. Essa è così chiamata perché il Signore stesso
l’insegnò ai suoi discepoli come modello di preghiera.
Quale è il testo evangelico della preghiera del Signore?
“Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non ci espore in tentazione,
ma liberaci dal maligno.
Perché tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.
Amen.”
Cosa contiene la preghiera del Signore?
In primo luogo, un’invocazione o un saluto, poi sette domande ed infine
la
glorificazione.
Come cominciamo?
Cominciamo invocando Iddio chiamandolo “Padre nostro”.
Perché non diciamo “Padre mio”?
Soltanto il Figlio di Dio, Gesù Cristo, incerato, ma generato, ha diritto
d’invocare Iddio
con le parole: “Padre mio”, mentre noi, che siamo figli e figlie
di Dio creati e redenti
con il sacrificio volontario del Cristo, abbiamo l’onore d’invocare
il Padre suo con le
parole “Padre nostro”.
C’è qualche altra ragione per cui invochiamo Iddio come “Padre
nostro”?
C’è una grande ragione sociale. Il Cristo desidera che ci amiamo
come fratelli. Ma solo
quelli che riconoscono un solo padre possono considerarsi fratelli.
Ciò significa che se chiamiamo Iddio nostro Padre, ne consegue che tra
noi ci
chiamiamo fratelli?
E’ proprio così. Non esiste fratellanza dove non c’è
un Padre comune.
Perché non chiamiamo Iddio “nostro creatore”?
Perché Iddio ha creato tutte le creature, ma egli è più
che creatore. Egli è Padre di tutti
gli uomini che sono rinati per opera dello Spirito Santo e perciò sono
diventati “figli di
Dio”. Pertanto non sono più creature ma figli.
Perché diciamo: “Che sei nei Cieli”?
Perché il vero Dio eternamente risiede in Cielo, cioè fuori del
tempo e dello spazio e
non è limitato dalla terra come le false divinità dei pagani adoratori
della natura e degli
uomini.
LA PRIMA DOMANDA
Quale è la prima domanda nella Preghiera del Signore?
“Sia santificato il tuo nome”.
Che desiderio esprimiamo con questa domanda?
Chiediamo a Dio l’aiuto affinché il Suo nome sia rispettato fra
gli uomini e perché sia considerato santo più di qualsiasi nome
del mondo. Nell’Antico Testamento, allorché Iddio era conosciuto
come creatore e giudice, agli uomini era proibito “di nominare invano
il nome di Dio”. Il Nuovo Testamento, che è fondato sull’amore,
ci obbliga a fare molto di più, cioè a manifestare per tutta la
vita e dappertutto attorno a noi il rispetto del santissimo nome del nostro
Padre, ed i morire addirittura, come sono morti moltissimi martiri cristiani.
LA SECONDA DOMANDA
Quale è la nostra seconda domanda nella preghiera del Signore?
“Venga il tuo Regno”.
Che desiderio esprimiamo con questa domanda?
Chiediamo l’aiuto divino affinché il regno celeste della Santa
Trinità, che è anche
l’Unità, si realizzi nelle nostre anime, nelle nostre famiglie,
tra il nostro popolo ed in tutto il mondo.
Si può esprimere più chiaramente questo concetto?
Come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un’unità nell’eterna
armonia, nella pace,
nella potenza e nella gloria, così desideriamo che il nostro intelletto,
il cuore e la volontà costituiscano un’unità, come realtà
divina di cui un’immagine sono le nostre
anime. Come è l’originale, così sia l’immagine.
Come possiamo sapere che è venuto il Regno di Dio?
“Il Regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo”
(Rom. 14,17). Quando
vediamo che ciò è realizzato nelle nostre anime sicuri che è
giunto il Regno di Dio.
LA TERZA DOMANDA
Quale è la terza domanda nella preghiera del Signore?
“Sia fata la tua volontà come in Cielo così in terra”.
Quale desiderio esprimiamo con questa domanda?
Chiediamo l’aiuto divino per porre fine alla nostra incertezza tra Dio
e Satana, tra bene
ed il male, di modo che, respingendo completamente la volontà di Satana,
possiamo
affidarci a Dio, così come fece il Cristo nell’orto del Getsemani:
“Sia fatta la tua
volontà, non la mia” (Mr 14,36).
Perché diciamo “sia fata la tua volontà come in Cielo”?
In Cielo gli angeli ed i Santi con tutto il cuore e con gioia si sottopongono
alla volontà
di Dio. La volontà di Dio è la loro e perciò sono eternamente
felici. E ciò che chiediamo
anche per noi sulla terra.
LA QUARTA DOMANDA
Quale è la quarta domanda della preghiera del Signore?
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
Quale desiderio esprimiamo con questa domanda?
In primo luogo esprimiamo il nostro convincimento che senza l’aiuto della
potenza e
della misericordia di Dio non possiamo vivere neppure un giorno.
In secondo luogo possiamo morire ogni giorno, per cui chiediamo da Dio di salvarci
dai
desideri irrazionali, ad es. di raccogliere ricchezze per un frutto imprevedibile,
mentre il
nostro prossimo muore per la mancanza del pane quotidiano. In altre parole,
chiediamo
a Dio di darci né più né meno di ciò di cui abbiamo
bisogno.
A quale tipo di pane si accenna in questo passo?
A due generi, a quello materiale e a quello spirituale, poiché nessuno
dei due possiamo
ottenere senza la grazia e la misericordia divina. Il pane materiale cresce
dalla terra,
quello spirituale scende dal Cielo. Il primo è per il corpo, il secondo
è per l’anima. Del
pane materiale il Cristo ha detto: “L’uomo non vive di solo pane...”
(Mt 4,4), mentre di
quello spirituale ha affermato: “Io sono il pane della vita che scende
dal Cielo; chi
mangia di questo pane, vivrà in eterno” (Gv 6,51). Così
il nostro pane sostanziale è in
primo luogo il Cristo, mentre l’altro pane è solo un’aggiunta
ad esso.
LA QUINTA DOMANDA
Quale è la quinta domanda nella preghiera del Signore?
” E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Quale desiderio esprimiamo con questa domanda?
Chiediamo l’aiuto divino nel dominare noi stessi e nel perdonare al nostro
prossimo le
colpe commesse nei nostri confronti così come il Signore può perdonare
le nostre colpe.
Lo stesso Cristo ho detto: “Se perdonerete agli uomini le loro colpe,
anche il Padre
vostro celeste perdonerà a voi. Se non perdonate agli uomini le loro
colpe, neppure il
Padre vostro perdonerà le vostre”. (Mt 6, 14,15)
LA SESTA DOMANDA
Quale è la sesta domanda?
”E non ciespore in tentazione”.
Quale desiderio esprimiamo con questa domanda?
Chiediamo a Dio di ricordarsi della nostra debolezza umana e di non inviarci
prove
difficili per rafforzarci, né di permettere al demonio di tentarci nelle
disgrazie.
Che differenza c’è tra le prove che ci manda Iddio e la tentazione
del diavolo?
In verità grandissima. Quando Iddio permette che ci colpiscono varie
sofferenze, lo fa
per rafforzare le nostre virtù, come quando un pezzo di ferro è
messo al fuoco per
trasformarlo in acciaio. Il demonio, invece, ci tenta con un peccato o con un
tormento
per renderci peggiori, impuri e più deboli ed infine per allontanarci
definitamene da Dio
e rovinarci completamente.
LA SETTIMA DOMANDA
Quale è la settima domanda?
”Ma liberaci dal maligno”.
Quale desiderio esprimiamo con questa domanda?
Chiediamo a Dio l’aiuto di liberaci dalle opere malvagie e da quelli che
le compiono. È
come se dicessimo: “Liberaci, Padre, dalle opere cattive ed a quelli che
fanno del male”.
Chi è il più grande malfattore da cui chiediamo al Signore di
liberarci?
Satana. Tutti i peccati ad i mali che da essi procedono hanno la loro origine
in Satana.
Perciò con questa domanda chiediamo a Dio, che è luce ed amore,
di liberarci dal
Maligno, il quale è di per sé tenebra ed oddio.
LA GLORIFICAZIONE
Come termina la preghiera del Signore?
Con la glorificazione: ”Perché tuo è il Regno, la potenza
e la gloria nei secoli dei
secoli. Amen”.
Che cosa esprimiamo con questa dossologia?
Esprimiamo la nostra fede in Dio, in quanto è il più potente e
glorioso sovrano, che
unico può soddisfare le nostre domande. Perciò lo lodiamo, lo
glorifichiamo e lo
amiamo.
Che cosa significa il termine “Amen”?
Amen è uno dei nomi divini. Iddio disse all’Apostolo Giovanni:
“Così dice l’Amen, il
testimonio fedele e vero, l’inizio delle opere divine” (Apoc. 3,14).
Noi concludiamo
ogni preghiera ed ogni ringraziamento a Dio con questa parola: Amen. Equivale
a dire:
Iddio, Verità. Così quando facciamo un giuramento, concludiamo
con “Amen”, che
significa: “Ciò che dico è vero come la Verità o
come Dio”.
IL CARATTERE DEL CRISTIANO SECONDO LA NUOVA LEGGE DEL CRISTO
La nuova ed ultima legge di Dio è data agli uomini tramite Gesù
Cristo, Dio incarnato,
perché gli uomini si formino un nuovo carattere, e si rinnovino, in modo
da esseri degni
di chiamarsi figli di Dio e di ereditare il Regno dei Cieli.
Questo nuovo carattere dell’uomo deve essere simile a Dio e al Cristo
e deve risultare
da tutte le virtù evangeliche, personali e comuni.
LO SVILUPPO DEL CARATTERE CRISTIANO
Il carattere spirituale e morale del Cristiani si sviluppa grazie a tre fattori.
Quali sono questi fattori?
L’obbedienza al Cristo ed alla sua Chiesa, il contributo personale nel
conseguimento di
tutte le virtù e la Grazie divina ricevuta tramite i sacramenti oppure
una particolare
ispirazione.
Quali sono le più grandi virtù cristiane?
La Fede, la Speranza e la Carità.
Possiamo esprimere tutto ciò con altre parole?
Un retto modo di pensare grazie alla fede nel Cristo; una purezza di sentimenti
dovuta
alla speranza nel Cristo ed un operare rettamente attraverso l’amore nel
Cristo.
Quali sono le altre virtù cristiane?
Ce ne sono molte, ma si ritiene che sette siano superiori alle altre:
• l’umiltà
• la generosità,
• la purezza morale,
• la misericordia,
• la continenza,
• la mitezza
• il fervore della fede.
Come giungiamo a queste virtù?
Con il praticare continuamente finché non diventano naturali come il
respiro.
La pratica delle virtù cristiane è essenziale nello sviluppo del
nostro carattere?
Si, come la vera cultura si consegue fondamentalmente con la messa in pratica
delle
nostre conoscenze, così avviene anche con l’applicazione delle
virtù cristiane nella vita.
Che cosa si oppone al corretto sviluppo del carattere cristiano?
Il peccato.
Che cosa è peccato?
In sostanza ogni peccato è menzogna e violenza.
Quali peccati sono chiamati mortali?
Quelli che portano alla morte eterna. Ce ne sono sette.
In quale rapporto stanno nei confronti delle sette maggiori virtù?
• Essi si oppongono a queste virtù:
• La superbia si oppone all’umiltà;
• L’avarizia alla generosità;
• La dissolutezza alla purezza morale;
• L’invidia alla misericordia;
• L’incontinenza alla continenza;
• L’ira alla mitezza;
• La disperazione al favore della fede.
Esistono altri peccati più gravi?
Ci sono i cosiddetti quattro peccati che gridano vendetta al Cielo. Essi sono:
l’uccisione
premeditata accompagnata dalla rapina, la sodomia, il defraudamento del compenso
ai
lavoratori, la vessazione delle vedove e degli orfani.
Esistono molti altri peccati minori?
Ci sono moltissimi minori o veniali nei pensieri, nelle parole, nei desideri
e nelle opere.
Come possiamo liberarci dai peccati?
Con il sacramento della penitenza, con una solida autodisciplina, in modo che
i peccati
non si ripetano, e con la pratica delle virtù.
LE BEATITUDINE
Il Signore Gesù Cristo salì su una montagna ed istruii così
i suoe i discepoli:
“Beati i poveri di spirito, perché loro è il regno dei Cieli.”
Poveri di spirito sono coloro che si considerano assai piccoli a confronto con
la
grandezza divina ed aspirano ad arricchirsi in Dio e nel suo Regno.
“Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.”
Coloro che piangono in questa vita transeunte sono simili al Figlio di Dio,
che non rise
mai, ma molto spesso pianse per l’incomprensione umana, per i peccati
e le sofferenze.
“Beati coloro che sono miti, perché ereditano la terra.”
Miti sono le persone che amano il prossimo e sono pazienti. Grazie alla sua
mitezza il
Cristo è chiamato l’Agnello di Dio. Coloro che sono superbi ed
irati sono l’antitesi dei
miti. Essi cercano di afferrare celermente e celermente perdono. A lungo andare
i miti
risultano vittoriosi. I Cristiani furono perseguitati dai pagani e quasi annientati,
ma oggi
essi costituiscono la maggioranza.
“Beati coloro che hanno fame e sette di giustizia, perché si sazieranno.”
Affamati ed assetati di giustizia sono coloro che malvolentieri sopportano l’ingiustizia
imperante su questa terra. Essi vedranno la vittoria del Cristo risorto, che
vincerà tutte le
forze del male ed i loro cuori si riempiranno di soddisfazione e di gioia. Essi
vedranno
anche la vittoria della Chiesa perseguitata e ne gioiranno.
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.”
Come noi ci comportiamo con i figli di Dio, così Iddio si comporterà
con noi.
Misericordia in cambio di misericordia. Ma la sovrabbondanza della misericordia
divina
è incomparabilmente maggiore della misericordia degli uomini. «Essi
riceveranno cento
volte tanto», disse il Signore parlando dei misericordiosi.
La misericordia è una duplice virtù: essa è individuale
e sociale. Noi siamo
misericordiosi anche nei confronti di noi stessi, quando non dimentichiamo la
nostra
anima e la sua salvezza. L’egoismo, la vendetta e la spietatezza sono
l’opposto della
misericordia.
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Iddio.”
Il cuore dell’uomo è l’occhio adatto a vedere le realtà
spirituali ed in primo luogo Iddio.
Con un lungo esercizio e con l’aiuto della Grazia di Dio il cuore può
purificarsi di tutte
le sozzure del peccato, come testimoniano le vite dei Santi. I cattivi pensieri
ed i
desideri macchiano ed accecano il cuore.
“Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio.”
Il Cristo è chiamato principe della pace. Egli dava la pace ai suoi discepoli.
Ognuno può
dare ciò che possiede. Se abbiamo la pace nelle nostre anime, possiamo
dare la pace
anche agli altri. La pace dell’intelletto, del cuore e della volontà,una
triplice pace
nell’unità - tale è in realtà la pace di Dio nell’anima.
L’anima, che è priva d’equilibrio
non può avere pace.
“Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché
loro è il Regno
dei Cieli.”
Essere perseguitati per la giustizia significa essere simili al Cristo ed agli
Apostoli.
Nella Chiesa Ortodossa c’è un grandissimo numero di martiri che
hanno sofferto per la
giustizia ed hanno ereditato il Regno celeste del Cristo. S. Pietro scrive:
«E’ meglio, se
questa è la volontà di Dio, che soffriate facendo del bene anzi
del male» (1Pietro 3, 17).
“Beati sarete quando vi copriranno d’insulti e vi cacceranno e vi
diranno ogni
genere di male parole, mentendo, per causa mia.”
Qui il Cristo parla delle sofferenze che subiranno i suoi seguaci a causa sua.
Essi
saranno offesi, calunniati e tormentati. Ma dovranno sopportare tutto con inflessibile
fede e speranza in lui che verrà un giorno come ultimo vincitore e giusto
giudice. Allora
egli separerà i giusti dagli empi.
CONCLUSIONE
”Gioite e rallegratevi, poiché grande è il vostro compenso
nei Cieli.”
Rallegratevi nel pianto, rallegratevi nella sofferenza, rallegratevi nella morte,
poiché i
migliori tra gli uomini, che hanno percorso la stessa via cosparsa di spine
come voi, vi
aspettano ora in quel mondo sul quale domina il Cristo, in cui non ci sono sospiri,
né
angosce, né sofferenze, ma la vita e la gioia eterna.
LE ALTRE VIRTÙ INDIVIDUALI E SOCIALI.
La preghiera interiore: “Quando preghi, entra nella tua stanza, chiudi
le porte e prega il
Padre tuo, segretamente, ed il Padre tuo, che vede il tuo intimo, ti ricompenserà
apertamente” (Mt. 6.16).
Il digiuno davanti a Dio e non davanti agli uomini. Quando digiuni, non mostrarlo
davanti agli uomini, ma al Padre che è nell’intimo, ed il Padre
tuo che vede il tuo
intimo, ti ricompenserà apertamente (Mt.6,16).
La custodia dell’anima. È necessario curarsi spiritualmente dell’anima
e del corpo, di
ciascuno di essi separatamente. L’anima differisci dal corpo e necessità
di un altro cibo,
di un’altra veste e di un altro splendore. “Non vive solo l’uomo
di pane, ma di ogni
parola di Dio.” (Lc. 4, 4).
La custodia dell’unità dell’anima. L’unità nell’anima
significa forza e pace, mentre
l’anima divisa è sinonimo di debolezza e decadenza. “Se una
casa è divisa in sé, una
siffatta casa non può resistere.” (Mt. 12,25), ha detto il Signore.
Il quale ha pure detto:
“Nessuno può servire duo padroni... Non si può servire Dio
e Mammona.” (Mt. 6,24)
Il controllo del cuore e dei pensieri. I buoni pensieri sono il seme delle buone
opere.
Iddio vede i nostri pensieri. Conoscendo i pensieri umani Gesù disse:
“Perché pensate il
male nei vostri cuori?” (Mt. 9.4) “Poiché dal cuore escono
cattivi pensieri, adulteri” ed
ogni male (Mt. 15.19). È necessario un continuo esercizio nei buoni pensieri
e desideri.
Il controllo della lingua. “In verità vi dico, per ogni parola
inutile che dicono gli
uomini, essi risponderanno nel giorno del giudizio” (Mt. 12.36).
L’evitare l’ipocrisia. “Guardatevi dal lievito farisaico,
che è l’ipocrisia” (Lc. 12.1)
“Non c’è nulla di segreto che non si saprà”
(Mt. 10.26).
È necessario essere come bambini nell’umiltà, nella sincerità
e nella fede. “In verità vi
dico se non ritornate alla condizione di bambini, non entrate nel Regno dei
Cieli”.
La sopportazione. Sopportare ogni fatica nell’adempimento della legge
del Cristo
significa assicurarsi la salvezza dell’anima. “Chi sopporterà
sino alla fine, si salverà
(Mt. 10.22).
La moderazione del cibo, nel bere e nelle preoccupazioni. “Guardatevi
dal cibo
eccessivo e dalle preoccupazioni di questa terra” (Lc. 21.34).
La fermezza nella fede senza alcun dubbio nella potenza e nella misericordia
del
Cristo. “Non temete, soltanto credete”. “Credete che a Dio
nulla è impossibile”.
Gesù disse: “Se poi credere, tutto è possibile per colui
che crede”. Tenete presente che,
senza una salda fede nel Cristo, la speranza e l’amore sono privi di fondamento.
La conoscenza della Sacra Scrittura e delle potenza divina deve crescere ogni
giorno. Ciò contribuisce assai la rafforzamento della nostra fede nel
Cristo. Il Signore
rimproverò i Saducei per la loro ignoranza dicendo: “Non conoscete
né la Sacra
Scrittura né la potenza di Dio”.
La solitudine è molto utile per il controllo di se stessi, per considerare
la propria vita e
per la conversazione con Dio. Per chi sa fare uso della solitudine, essa è
molto
piacevole, mentre per le persone superficiali è noiosa. Il Signore spesso
si isolava in
solitudine e si recava nel luoghi deserti e “stava li solo”.
La libertà dei beni terreni; la vita umana non consiste nella abbondanza
dei beni che si
possiedono. L’anima umana vale davanti a Dio molto più di tutto
il mondo. “Giacché
quale vantaggio ha l’uomo se conquista tutto il mondo, ma perde la sua
anima?” (Lc.
12,15; Mt. 16,26). Bisogna essere molto attenti a non identificare noi stessi,
la nostra
personalità o la propria anima con i beni materiali, ma a tenere la propria
anima sopra
tutte le cose di questo mondo.
Il porsi davanti a Dio. L’uomo veramente religioso è perfettamente
cosciente di essere
sempre di fronte ad Dio vivente e che vede tutto. Perciò si vergogna
del peccato e va
orgoglioso delle opere giuste davanti a Dio. “A voi sono contati i tutti
i capelli sulla
testa” (Mt. 10.30).
La vita in Cristo. “Colui che sarà in me come io in lui, produrrà
abbondanti frutti,
poiché senza di me non potete fare nulla” (Gio. 15,5). Perciò
entri il Cristo nel tuo cuore
come nella tua dimora e diriga dal tuo cuore i tuoi pensieri, i tuoi desideri
le tue azioni.
L’attesa della morte e del giudizio divino. Colui che ogni giorno vede
e sente come
muoiono migliaia di esseri umani e non pensa alla sua morte, non è ragionevole.
All’uomo che non pensava all’avvicinarsi della morte, ma raccoglieva
cibo per un
lontano futuro, Iddio disse: “Stolto, questa notte ti prenderò
via l’anima e quanto avrai
preparato, di chi sarà?” (Lc. 12.20)
La gratitudine a Dio è una grande virtù. Se avete ricevuto poco
da Dio, e lo avete
ringraziato, egli moltiplicherà i suoi doni, come ha moltiplicato i cinque
pani.
La glorificazione di Dio. Non cerate la lode da parte degli uomini, ma lodate
Iddio.
Quanto più darete, tanto più ricevete. Dite come la Vergine Santissima:
“L’anima mia
esalta il Signore e lo spirito si rallegra in Dio mio Salvatore” (Lc.
1.46-47).
LA PRATICA DELLE VIRTÙ SOCIALI
Fare l’elemosina. “Quando fai l’elemosina, non proclamarlo
davanti a tutti, come fanno
gli ipocriti.. per essere lodati degli uomini. La tua mano sinistra non sappia
quello che fa
la destra. Ed il Padre tuo, che vede nei segreti, ti ricompenserà apertamente”
(Mt. 6,2-4).
Dare senza indugio. “Se qualcuno ti chiede qualcosa, dagli; e se qualcuno
vuole avere
il prestito, non gli rifiutare” (Mt. 5,42). Da tutto il nome di Cristo
e con lo spirito di
fraternità.
L’amore per i nemici. “Amate i vostri nemici, benedite coloro che
vi maledicono; fate
del bene a quelli che vi odiano e pregate Iddio per coloro che vi perseguono”
(Mt. 5,44).
Non c’è una altra via per giungere all’unione con il Cristo
né per realizzare su questa
terra la pace e la fratellanza.
Fare bene al prossimo. Come? Nello stesso modo in cui desideriamo che gli altri
agiscono nei nostri confronti. “Dunque tutto ciò che gli altri
vi facciano agli uomini,
fate anche voi a loro, poiché questo insegnano la Legge ed i profeti”
(Mt. 7,12). Dopo i
due grandi comandamenti del Cristo, questo è il più importante.
Il perdono al fratello. “Se tuo fratello pecca nei tuoi confronti, rimproveralo
e, se si
pente, perdonagli. E se pecca contro di te sette volte al giorno, e sette volte
al giorno
viene da te e dice: «mi pento» , perdonagli.” (Lc. 17,3-4)
La modestia. Gesù nacque in una stella. Perché allora noi ci diamo
da fare per
conseguire i massimi onori ed il primo posto? Siedi all’ultimo posto:
“Infatti chiunque
si esalta, sarà abbassato; chi si abbassa, sarà esaltato.”
(Lc. 14,11)
La compassione per i peccatori. È questo il modo per aiutarli a correggersi.
La
derisione e la condanna non servono a nulla. Il Cristo li ha considerati malati.
Egli li
visitava (Zaccheo), mangiava con loro (Matteo), parlava affettuosamente con
loro (le
peccatrici) ed in tal modo risuscitava a dare loro la salute spirituale e la
dignità umana.
Lo spirito di riconciliazione. Prima di recarsi in chiesa e così pure
prima di recarsi in
tribunale, il Cristiano deve cercare di riconciliarsi con il suo avversario
(Mt. 5,23-25).
“Se tuo fratello ha peccato nei tuoi confronti”, prendi le misure
graduali disposte
chiaramente dal Signore (Mt. 18, 15-17).
“La coraggiosa professione del Cristo davanti agli uomini: Chi si vergognerà
di me e
delle mie parole davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà
di lui
quando verrà nella sua gloria.” (Lc. 9,26)
L’adempiere ai propri doveri. “Date a Cesare ciò che è
di Cesare, a Dio ciò che è di
Dio” (Mt. 22.21). Queste parole significano: date alle autorità
civili ciò che loro spetta,
a Dio invece offerte spirituali. Come il volto di Cesare era impresso sulle
monete, così il
volto di Dio è impresso nell’anima umana.
L’assennatezza. “A chi è stato dato molto, molto gli sarà
richiesto” (Lc. 12,48). Queste
parole riguardano sia la salute, che la ricchezza, sia la scienza che gli onori.
Se vi è stato
dato meno, meno si chiederà da voi. La giustizia divina è immutabile
e perfetta. Non è
saggio ribellarsi a queste leggi.
La prontezza nel servire. Il servizio è stato nobilitato dal Cristo e
nel Cristo. Così
coloro che servono spontaneamente nel nome del Signore, sono la nuova nobiltà.
“Il
figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire...
(Mt. 20,28). “Se io,
vostro Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarli l’uno
all’altro...
Io vi ho dato l’esempio (Gv. 13, 14-15).
La prontezza al sacrificio non solo dei beni materiali, ma della propria vita
per il
Cristo, il quale si è sacrificato per la nostra salvezza. “Non
c’è amore maggiore di
quello di colui che offre la vita per i suoi amici” (Gv. 15,13). Possiamo
avere molti
amici, ma il più grande è il Cristo.
La speranza o l’ottimismo cristiano. In tutte le avversità, disgrazie,
sofferenze ed
anche nelle torture e nella morte, il Cristiano è pieno di speranza,
perché ricorda le
parole del Cristo:
“Grande è la vostra ricompensa nei cieli”,
“Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima”,
”Io ho vinto il mondo”,
”Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra”.
CAPITOLO VI
L’ANNO LITURGICO ORTODOSSO
Gesù Cristo ha santificato lo spazio ed il tempo, poiché è
il Signore dell’uno e dell’altro.
Dovunque sia invocato il Suo nome, sia sulla terra che sull’acqua o nell’aria,
dovunque
sia stato versato il sangue dei Martiri e siano conservate le reliquie dei Suoi
Santi, o
dovunque vi sia una chiesa o un edificio consacrato alla sua gloria, tutti i
questi luoghi
sono sacri a lui.
Lo stesso avviene con il tempo. Si celebra in onore del Signore ed egli è
glorificato nel
sacramento dell’Eucaristia ed in tutti gli altri riti sacri per tutto
il mondo. È glorificato
pure dalle sofferenze dei neomartiri e dalle persecuzioni dei giusti. Perciò
ogni giorno
nel corso dell’anno gli è consacrato sia direttamente che indirettamente
attraverso i sui
Santi.
LE FESTE
Quali sono le feste del Signore?
Ogni domenica è consacrata al ricordo della gloriosa resurrezione o della
sua vittoria
sulla morte.
In quali altre feste celebriamo la gloria del Signore?
Esse sono: il Natale del Nostro Signore;
la Teofania;
la Presentazione al Tempio del Signore;
la Domenica delle Palme;
il Venerdì Santo;
l’Ascensione;
la Pentecoste;
la Trasfigurazione;
l’Esaltazione della Santa Croce.
Quali sono le feste alla Santissima Vergine?
La Natività della Vergine;
la Presentazione al Tempio;
l’Annunciazione;
la Dormizione.
Quali sono le feste in cui celebriamo i Santi?
La festa dei ss. Arcangeli Michele e Gabriele e di tutte le poteste angeliche;
i giorni
consacrati alla memoria di S. Giovanni Battista; dei S. Apostoli, dei Profeti,
dei S.
Padri, dei Gerarchi e dei Martiri.
Tutti i Santi sono segnati nel calendario ecclesiastico?
Per nulla. Sono segnate solo alcune centinaia, cioè un piccolo numero,
che sono di
esempio particolare per la loro vita giusta, la grande saggezza, l’autodisciplina,
la
coraggiosa professione di fede ed il martirio per la fede ortodossa.
A quali Santi sono consacrati i giorni della settimana?
• Il lunedì è consacrato ai Santi Angeli;
• il martedì a San Giovanni Battista;
• il mercoledì alla Santa Croce;
• il giovedì ai santi Apostoli ed a san Nicola;
• il venerdì alla Santa Croce;
• il sabato a tutti i Santi;
• la domenica, come già si è detto, alla Resurrezione del
Cristo.
Ha la Chiesa ufficiature particolari per ogni santo?
Si. Queste ufficiature sono contenute nell’opera intitolata «Menei»,
che significa – libri
dei mesi. Ogni mese ne ha un volume, per cui abbiamo dodici volumi dei «Menei»
ed
ogni giorno è consacrato ad uno o più santi.
IL DIGIUNO NELLA CHIESA ORTODOSSA
Chi ha istituito il digiuno come necessario per la salvezza?
Il Signore Gesù Cristo con i suo esempio (Mt. 4,2) e con il suo insegnamento
(Mt. 6,16;
17,21).
Quale è il fine del digiuno?
• La purificazione del corpo;
• il rafforzamento nella volontà;
• l’elevazione dell’anima sul corpo;
• e, principalmente la glorificazione di Dio e la venerazione dei suoi
Santi.
In che cosa consiste il digiuno?
• Nell’astinenza dai cibi grassi;
• Nell’astinenza dai cattivi pensieri, desideri ed opere;
• Nell’aumentare le preghiere, le buone azioni e lo zelo nella pratica
di tutte le
virtù cristiane.
Come dividiamo i digiuno?
In due tipi: digiuni che durano più giorni e digiuni d’un solo
giorno.
Quali sono i digiuni che durano più giorni?
Ci sono quattro periodi di digiuno di varia lunghezza:
• Il digiuno di Natale, che si protrae per sei settimane;
• Il digiuno Pasquale (Grande Quaresima), che dura sette settimane;
• Il digiuno degli Apostoli o di s. Pietro, la cui durata varia;
• Il digiuno della Dormizione della Vergine, che abbraccia due settimane.
Le date di questi digiuni, che durano più giorni sono segnate sul calendario
ortodosso.
Quali sono i digiuni che durano un solo giorno?
Ogni mercoledì e venerdì dell’anno, ad eccezione della settimana
di Natale, delle
settimane che segue la domenica del Pubblicano e del Fariseo, prima dell’inizio
della
Grande Quaresima, della settimana pasquale e di quella di Pentecoste.
Altri giorni in cui si deve digiunare sono:
• La vigilia della Teofania;
• La commemorazione della decapitazione di s. Giovanni il Battista;
• L’esaltazione della Croce.
LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI NELLA CHIESA ORTODOSSA
Che significato hanno i giorni destinati alla commemorazione dei defunti?
Questi giorni rinfrescano e rafforzano la nostra consapevolezza che noi ed i
Cristiani
che sono morti, i nostri parenti, costituiamo un vivo ed indivisibile organismo,
una
stessa Chiesa vivente. Noi siamo anche legati dallo Spirito della Vita ed in
una certa
misura dipendiamo gli uni dagli altri.
Quale in nostro dovere nei giorni destinati alla commemorazione dei defunti?
E’ nostro preciso dovere in quei giorni pregare in chiesa e nei cimiteri,
e così pure fare
elemosine per le anime dei defunti con il profondo convincimento che il Signore
accoglierà le nostre offerte per la pace di coloro ai quali sono destinate.
Quali tipi di commemorazione dei defunti ci sono nella Chiesa Ortodossa?
Due tipi: Commemorazioni particolari e generali. Le prima riguardano le famiglie
che
fanno pregare e pregano i loro defunti; le commemorazioni generali sono fatte
dalla
Chiesa per tutti i suoi membri defunti.
Quali sono le commemorazioni generali nell’anno ecclesiastico?
Sono tre: la prima precede la Grande Quaresima, la seconda la Pentecoste, la
terza il
digiuno del Natale e si celebra il sabato precedente la festa di s. Demetrio
(26 ottobre).
Oltre ai giorni destinati alla commemorazione, ogni sabato è con scarto
ai defunti, come
provano le ufficiature dell’ «Oktoichos » e del «Triodion».
CAPITOLO VII
GLI OGGETTI SACRI.
Sono considerati oggetti sacri tutti quelli che sono consacrati al servizio
divino.
Tali sono: le chiese, gli oggetti destinati all’altare, i vessilli, gli
abiti ed i libri liturgici.
Tra i più importanti sono considerati la Croce, l’icone e le reliquie.
LA SANTA CROCE
Perché il Cristo stesso vi è morto per la nostra salvezza. La
Croce è stata sempre
considerata come la bandiera comune dei Cristiani, quale simbolo della vittoria
su
Satana, e su tutti i nemici del Cristo.
Da quale epoca i Cristiani usano il segno della Croce?
Dall’età apostolica.
In che cosa ci aiuta il segno della Croce?
Ci dà coraggio nella paura, umiltà nel dolore, libertà
dalla violenza, speranza nella
disperazione.
Questo aiuto dipende dal materiale in cui è fatta la Croce?
No, ma dal Cristo tramite la Croce.
Perché proprio tramite la Croce?
Per ricordarci che l’umanità ha ottenuto la salvezza eterna grazie
alle sofferenze del
nostro Salvatore sulla Croce.
Come la Chiesa dimostra la sua venerazione alla Croce?
Con l’uso della Croce in ogni funzione religiosa, in ogni preghiera in
chiesa ed in ogni
cerimonia sacra fuori della chiesa; consacrando alla Croce due giorni alla settimana,
il
mercoledì ed il venerdì, nelle letture e nei canti che hanno per
oggetto il Crocefisso le
sue sofferenze ed il loro significato, affinché non li dimentichiamo.
Quale è l’inno consacrato alla Chiesa il mercoledì ed il
venerdì?
E’un exapostilarion, le cui parole sono: «La Croce è la custodia
di tutto l’universo; la
Croce è l’abbellimento della Chiesa; la Croce è la forza
dei sovrani; la Croce è la
conferma dei fedeli; la Croce è la gloria degli Angeli e la ferita dei
demoni.»
LE SACRE ICONE
Che cosa rappresentano le sacre icone?
Rappresentano il volto del Salvatore e gli avvenimenti della sua drammatica
esistenza.
Quanto è narrato nel Vangelo, è raffigurato con i colori ai nostri
occhi, è dipinto sui
muri delle chiese o sul legno o su qualche altro materiale. Ciò che nella
lettura
apprendiamo con le orecchie, viene rappresentato dalle immagini ai nostri occhi.
Chi ancora è raffigurato nelle immagini?
La Santissima Vergine, gli Angeli ed i Santi.
Perché non veneriamo gli altri esseri creati o le cose, ma solo gli Angeli
ed i Santi?
Perché gli Angeli ed i Santi sono legati alla figura divina del nostro
Salvatore e perché
gli Angeli e gli esseri umani sono le uniche persone che abbiano un valore eterno.
Ogni
altra creatura ha un valore relativo e temporale.
Quale è il significato fondamentale dell’icone degli Angeli e dei
Santi?
Sostanzialmente rappresentano il predominio delle forze sopranaturali su quelle
naturali.
Veneriamo le icone come oggetti materiali?
Affatto. Noi non adoriamo nulla e nessuno all’infuori della Santissima
Trinità,
nell’unità, cioè un solo Dio. Ma veneriamo i Santi in quanto
furono i migliori figli di
Dio e seguaci del Cristo e veneriamo particolarmente le loro immagini come i
figli
venerano le immagini dei loro genitori o dei loro fratelli.
Le icone sono soltanto immagini del Cristo e dei Santi e simboli della nostra
venerazione nei loro riguardi?
Sono molto di più. Le icone benedette sono, per così dire, canali
della Grazia che
guarisce, rinnova e santifica, da coraggio ed ammonisce. Il Signore tanto ama
i suoi
Santi e Martiri, in quanto costituiscono le persone della sua famiglia più
vicine a lui, che
dà una potenza particolare alle loro immagini, quando si venerano, ed
ai loro nomi
quando s’invocano.
Come possiamo dimostrarlo?
Con l’ampia esperienza della Chiesa nel corso di molte generazioni, e
della nostra stessa
e con l’azione miracolosa dalle icone.
Perché non ci fu alcun venerazione ed invocazione dei Santi prima del
Cristo così
come dopo di lui?
Perché essi erano tutti nell’Ade, finché non vi discese
il Cristo e liberò le loro anime.
LE RELIQUIE DEI SANTI
Che sono le reliquie?
I resti incorrotti dei corpi dei Santi, che hanno dimostrato un potere miracoloso.
Esiste un esempio della Bibbia che dimostri il potere miracoloso delle reliquie
dei
Santi?
Esiste, confronta il 2° libro dei Re, 13.21.
Adoriamo le reliquie dei Santi?
No. Noi adoriamo solo l’unico e vero Dio che concede alle reliquie dei
sui Santi un
potere particolare, perché li glorifichiamo, così come essi hanno
glorificato Iddio finché
furono nei loro corpi.
Attribuiamo una forza magica alle reliquie ed agli altri oggetti sacri?
No, questo è un errore dei pagani. Il patere miracoloso di questi oggetti
è attribuito da
noi al Dio vivente ed ai suoi Santi viventi e non ad oggetti.
CONCLUSIONE
Dalla Sacra Scrittura apprendiamo che Iddio onnipotente alcune volte ha compiuto
miracoli per mezzo di persone morte e di cose inanimate, come ad es.:
• per mezzo del bastone di Mosè (Esodo 4,2);
• per mezzo del serpente di rame (Numeri 21,9);
• per mezzo delle ossa di Eliseo (2Re 13,21);
• per mezzo della veste di Cristo (Matteo 9,20);
• per mezzo dell’ombra dell’apostolo Pietro (Atti 5,15);
• per mezzo del fazzoletto e di pezzi di stoffa appartenenti all’apostolo
Paolo (Atti 19,12).
Perciò non c’è dubbio che il Signore abbia compiuto miracoli
per mezzo della Santa
Croce, delle sante icone e delle sante reliquie.
Questi miracoli debbono essere considerati come manifestazioni della misericordia
divina nei confronti di persone malate e sofferenti, come una testimonianza
divina che
egli è onnipotente, Iddio vivente, che vede tutto ed anche le nostre
opere. Così pure i
miracoli sono ammonimenti, affinché quanto più ne vediamo, tanto
più fermamente
dobbiamo credere in lui con amore e timore e tanto più dirigere la nostra
vita secondo i
suoi comandamenti. Altrimenti rischiamo de essere condannati con quegli Ebrei
alla cui
presenza Gesù “fece miracoli, ma non credevano in lui” (Gv.
12,37). Perciò il Signore
disse: “Se non avessi compiuto tra loro opere che nessuno fa, non peccherebbero;
ma
ora hanno visto ed hanno odiato me ed il Padre mio” (Gv. 15,24).
LE REGOLE DALLA CHIESA
I. Pregare Iddio, frequentare la Chiesa ed assistere al servizio divino ogni
domenica e festa;
II. Osservare i digiuni sia di un solo giorno che di più giorni come
è prescritto;
III. Rispettare il Clero;
IV. Confessarsi davanti ad un sacerdote;
V. Evitare rapporti con i non credenti e non leggere libri atei e sconvenienti;
VI. Pregare Iddio per vivi e per i morti;
VII. Osservare i digiuni e recitare le preghiere particolari disposte dalle
autorità
ecclesiastiche in caso di sciagure quali guerre, epidemie, fame, siccità
ecc.;
VIII. Aiutare nel sostenimento della Chiesa, del Clero e nel loro lavoro;
IX. Educare i figli nella fede dei padri ed esortare i peccatori a convertirsi;
X. Aiutare sotto ogni aspetto la missione della Chiesa Ortodossa nel mondo.
CAPITOLO VIII
DALLA TRADIZIONE – DETTI DEI SANTI
Sulla Fede, Speranza e Carità:
«Nessuno può giungere al perfetto amore di Dio se non attraverso
una ferma fede ed
una ferma speranza» - s. Simeone il Nuovo Teologo
Sul peccato e sulla virtù:
«La fine del peccato è la morte; la fine dei comandamenti divini
è la vita eterna»
SanBasilio Grande
Sul peccato:
«Che cosa è il peccato? Pensieri, parole ed opere cattive»
San Simeone il
Nuovo Teologo
Sul destino del peccato:
«Quando una creatura muore nel grembo materno, si seppellisce in terra.
Così passa da
una tenebra ad un’altra. Anche il peccatore vive nelle tenebre in questo
mondo e dopo la
morte passa in un’oscurità ancora più fitta e terribile»
San Macario
Sul peso della responsabilità:
«Non respingiamo il lieve peso della condanna di se stessi, ma ci assumiamo
la
responsabilità più grave dell’autogiustificazione»
Abba Giovanni
Sulla preghiera:
«Ogni giorno passate in rassegna i peccati chiedendo a Dio il perdono
ed Iddio vi
perdonerà»
« Costringi te stesso a pregare molto, poiché la preghiera è
la luce dell’anima».
abba Isaia
Sugli angeli che ci stanno attorno:
«Vergogniamoci di fronte agli angeli più che davanti agli uomini,
poiché molti sono gli
angeli attorno a noi».
Sulla preghiera:
«Chiedi a Dio non ciò ti affascina, ma ciò che è
utile per la tua salvezza».
«Parla a lungo con Dio e poco con gli uomini».
Odia il peccato:
«Chi non odia il peccato, va annoverato tra i peccatori anche se non comete
peccati».
«Ogni peccato è un’arma che forniamo al demonio contro noi
stessi».
La preghiera nella malattia:
«Nelle malattie prima di cercare un medico, ripeti la preghiera».
La chiesa - tempio:
«Ama la chiesa di Dio, ma cerca di elevare nel tuo intimo un tempio a
Dio».
San Nilo Sinaita
La preoccupazione per il corpo:
«La preoccupazione per il corpo può essere così grande che
gli uomini a causa sua non
sono in grado di fare alcunché che sia degno di ammirazione e di stima.
Ma quando la
preoccupazione per il corpo cede il posto a quella per l’anima, allora
essa scompare,
come la cera si scoglie al calore».
San Isacco Siro
I doni di Dio:
«Ogni dono di Dio scompare quando non lo impieghiamo per la gloria di
Dio, ma per la
nostra».
Sulla morte:
«Al momento della morte il morente rivede tutta la sua vita passata con
molta
chiarezza... ed una paura terribile riempie la sua anima. Un giorno ciò
avverrà anche
con noi».
San Tichon di Zadonsk
La fede e le opere:
«Né è utile impegnarsi nelle opere senza la fede, né
è sufficiente professare la propria
fede senza le buone opere per giungere alla presenza di Dio. Ma entrambe le
cose sono
necessarie per la formazione del vero uomo di Dio».
San Sava di Serbia
Istruite la vostra famiglia:
«Ripetete alla vostra famiglia ciò che avete appreso nello stesso
giorno in chiesa».
La povertà:
«La povertà non è un male. Tale è solo il peccato.
La ricchezza in sé non è un bene».
La gratitudine:
«E’ facile essere grati a Dio nei momenti di felicità, ma
essere nella disgrazia significa
rallegrare Iddio e coprire di vergogna il demonio. Chi sopporta con un senso
di
gratitudine verso Dio la disgrazia che lo colpisce, riceverà la corona
del martirio».
«Ascoltate i comandamenti divini ed Iddio ascolterà le vostre preghiere».
San Giovanni Crisostomo
«Nessuno può essere salvato se non nel grembo della Chiesa, così
come nessuno, che
non fosse nell’arca di Noe, poté salvarsi».
San Demetrio di Rostov
«L’ignoranza della Sacra Scrittura è mancanza di fede nei
propri confronti».
Traduzione
rev.do Presbitero Pietro Nazaruk